Editoriale del Direttore

     Tra comitati, commissioni e gruppi di lavoro, ci sono tanti di quei rappresentanti di diverse sigle note e non, da far impallidire i nostri Connazionali all’estero.
Ma tutte queste persone rappresentano veramente gli Italiani nel mondo?

     Ho i miei dubbi, in quanto, a parte le elezioni per eleggere i Parlamentari all’estero, gli altri da chi sono stati eletti? Comunque non desidero esprimere giudizi sulle persone che rappresentano gli Italiani all’estero, che saranno sicuramente le migliori al mondo, bensì sul metodo con il quale si pretende di organizzare la rappresentanza.

     E’ un metodo completamente avulso dalla realtà globale ed è normato da regole quantomeno antiquate. Occorre tenere conto di una costante trasformazione delle identità generazionali dei connazionali fuori Italia e conoscere soprattutto il numero preciso dei residenti.

     Gli sforzi fatti negli anni passati da tutte le forze politiche italiane, hanno contribuito sicuramente ad una maggiore sensibilizzazione verso i temi della emigrazione / immigrazione, attraverso l’approvazione della legge sull’esercizio di voto degli Italiani nel mondo, ma l’obiettivo principale è l’integrazione culturale per sentirsi sempre italiani, e come tali esprimere rappresentanti adeguati a portare avanti le istanze di provenienza.

     Integrazione caratterizzata soprattutto da una accoglienza concreta, realizzata poi a livello regionale e locale, allo scopo di tutelare la molteplicità delle provenienze. Ad esempio a cosa serve un museo dell’emigrazione, prossimamente al Vittoriano a Roma, senza le premesse prima ricordate? Utilizziamo i fondi pubblici per avviare una seria iniziativa di indagine conoscitiva per identificare veramente la Realtà Italiana all’estero.

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