Oltre la decadenza politica

di | 1 Gen 2010

     Il periodo storico che stiamo vivendo è caratterizzato da un grande decadimento generale. Una sindrome che ha colpito ogni settore della vita sociale, economica, culturale e istituzionale. Occorre fermarsi e riflettere, anche e soprattutto per l’aggressione al Premier a Milano.

     E’ necessario ritrovare il gusto e la cultura per il confronto democratico, evitando toni da esasperazione polemica, misurando le parole per tornare ad un civile confronto dialettico con buonsenso e rispetto per l’interlocutore.

     Qualcuno afferma che con l’aggressione al Presidente Berlusconi siamo tornati al clima degli anni ‘70 dove la contrapposizione era spesso violenza estrema, ma non condivido tale pensiero, anzi lo reputo improprio; perché ricorrendo alla memoria del vissuto, in quel periodo, è di tutta evidenza la diversità del contesto sociale e politico sorretto e alimentato da gravissime tensioni eversive, si pensi alle brigate rosse e all’assassinio di Aldo Moro.

     In quegli anni, detti “di piombo”, in troppi hanno negato il confronto delle idee preferendo l’esercizio della violenza come strumento per il raggiungimento di fini. Con il risultato di centinaia di morti: soprattutto Civili innocenti, Appartenenti alle forze dell’Ordine Pubblico, Magistrati, Uomini delle Istituzioni, del Sindacato, della Stampa, dell’Industria, della Chiesa.

     Quella di oggi è una storia differente!
Viene spesso improvvidamente attribuita ad un leader politico, una valenza da nemico da odiare, anziché combatterlo democraticamente come avversario. Questa funesta interpretazione alimentata da chi non ha argomenti validi e nemmeno i consensi necessari, avvelena inesorabilmente il clima della società civile.

     Dobbiamo ricordarci, comunque, che dalla violenza degli anni Settanta il Paese ne è venuto fuori poiché erano state responsabilmente create le condizioni per una solidarietà nazionale tra tutte le componenti civili e politiche.

     A mio avviso non è da buttare alle ortiche quella esperienza, anzi è da lì che bisognerebbe partire per risolvere i problemi che abbiamo sotto gli occhi. La confusione fra politica ed interessi economici nata nello stesso momento in cui scendeva in campo Berlusconi nel ’94, dopo poco l’inchiesta “mani pulite”, si è spinta fino ad oggi, ma è mancata e manca da parte dell’Opposizione oggi e ieri dai Governi di Centrosinistra, una legge per redimere il conflitto di interessi e per fare quindi chiarezza su chi decide di entrare in politica, anche se la volontà popolare ha comunque democraticamente premiato l’attuale Presidente del Consiglio che, in quanto Istituzione, va rispettato alla stregua di tutte le altre Istituzioni costituzionali.