
L’ambito delle prestazioni occasionali è specificamente previsto per i lavori domestici, per lavori di giardinaggio-pulizia –manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti, per lavoro di insegnamento privato supplementare, per lavoro in manifestazioni sportive-fieristiche o caritatevoli-di emergenza o solidarietà, per lavori di qualunque tipologia in tutti i settori produttivi, per lavori in attività agricole di carattere stagionale e non, per prestazioni di lavoro di qualunque tipo rese nell’ambito del commercio-turismo-servizi diversi in imprese familiari, per lavoro di consegna porta a porta e vendita ambulante di stampa quotidiana e periodica. Per le Pubbliche Amministrazioni l’utilizzo dei voucher è limitato alla manifestazioni ed alle attività produttive.
Con i voucher il datore di lavoro può beneficiare delle prestazioni in assoluta legalità con piena copertura assicurativa per incidenti sul lavoro senza alcun rischio di vertenze di lavoro sulla natura della prestazione e, infine, senza necessità di contratto.
Il prestatore-lavoratore riceve il compenso con completa esenzione da ogni imposizione fiscale e senza alcuna incidenza sul suo eventuale stato di disoccupato o inoccupato, con l’ulteriore vantaggio di accantonamento previdenziale presso l’INPS e la possibilità di cumulo con altri trattamenti pensionistici; sono escluse le prestazioni di malattia, di maternità, di disoccupazione e di assegno per il nucleo familiare. Tutti (anche lavoratori dipendenti e, se pubblici, con l’assenso dell’Amministrazione) possono effettuare le prestazioni compresi i cittadini stranieri in regola con il permesso di soggiorno; questi ultimi non possono essere utilizzati nei settori produttivi. Per gli studenti (età inferiore ai 25 anni) le prestazioni sono limitate ai periodi di vacanza ( natalizie, pasquali ed estive) ed a tutti i sabati e domeniche dell’anno, la limitazione intende non penalizzare l’impegno di studio.
I limiti di utilizzo dei voucher sono in generale di 5.000 euro netti ( 6.660 lordi) per singolo datore di lavoro nell’anno solare; nel caso di cassintegrati o lavoratori in mobilità o di sostegno del reddito sino ad un limite economico di 3.000 euro netto complessivi per anno solare e non per singolo committente. Per le imprese familiari nei settori commercio, turismo e servizi vi è il limite economico di 10.000 euro per anno fiscale.
I buoni hanno un valore di 10 euro ciascuno ed il valore netto in favore del lavoratore è di 7,5 euro per ora (2,5 euro sono destinati all’INPS ed all’INAIL).
Il sistema, che tendeva a far emergere una parte del lavoro sommerso e specialmente a garantire alle parti le coperture assicurative pubbliche, particolarmente necessarie nelle attività con significativo indice di rischio, ha avuto dal 2008 una spinta alla sviluppo in ogni settore da parte del Governo, mentre nella precedente legislatura l’utilizzo era stato limitato solo nell’agricoltura per la vendemmia.
Il monitoraggio dell’andamento dell’utilizzo dei voucher cartacei e telematici secondo i dati forniti al Meeting di Rimini dal Ministro del Welfare on. Maurizio Sacconi, sono soddisfacenti per questa fase iniziale: dal primo luglio 2008 al 13 agosto 2009 (ultima rilevazione Inps) sono stati acquistati 1.123.064 buoni lavoro da 10 euro e 93.323 da 50 euro per valore totale lordo di 16,7 milioni di euro che sono stati corrisposti per lavori effettuati a 31.633 lavoratori. Gli Uffici del Ministero stimano però che secondo i rilevamenti la diffusione potrebbe arrivare a 10 volte di più coinvolgendo 300.000 lavoratori per in valore totale delle prestazioni lavoro di 160 milioni di euro.
L’accoglienza del mercato è stata soddisfacente anche se si verificano delle differenze significative di utilizzo nelle diverse regioni: al nord e al centro le regioni in ordine di utilizzo del sistema al 13 agosto 2009 sono state: il Veneto (309.254), l’Emilia Romagna (181.080), il Piemonte (159.412), la Toscana (122.536), il Friuli Venezia Giulia (97.077), il Trentino Alto Adige (74.8599), le Marche (53.711) e il Lazio (31.955). Il residuo di 88.196 è diviso tra le altre regioni del centro e del sud con una netta prevalenza dell’Abruzzo e della Sicilia. I dati si riferiscono ai voucher da 10 euro e di quelli da 50 euro resi equivalenti ai primi.