Il premier Berlusconi governerà almeno altri tre anni, scendendo a più stretti patti con la Lega: attuare il federalismo, già legge, e rivedere lo scacchiere della guida dei Comuni del Nord a cominciare da Milano.
La marcata vittoria della Lega è stato un successo soprattutto comunicazionale, infatti continua a vincere in quanto sa parlare in termini semplici alla gente, facendo propri i bisogni popolari, sia perché è l’unica formazione politica fortemente radicata sul territorio, richiamandosi di fatto all’organizzazione che fu dell’allora Partito Comunista.
Successo, che, in qualche misura ha favorito la già avanzata contestazione di Fini verso Berlusconi, tanto da arrivare alla conta dei deputati e senatori all’interno del PdL, dato palesemente a favore del Presidente del Consiglio ma che sta portando il PdL allo sconquasso politico.
Anche il Partito democratico ha le sue grane: infatti 49 componenti del PD hanno inviato una lettera al segretario del Pd Bersani, nella quale si chiede una maggiore collegialità decisionale ed una coesione più forte sottolineando gli errori fatti finora prima da Veltroni, poi da Franceschini e continuati dallo stesso Bersani.
Intanto la Lega incalza sul federalismo il premier Berlusconi, il quale non si può certo permettere di disattendere l’alleato principale. Il premier Berlusconi nei prossimi tre anni di governo dovrà risolvere tanti problemi del Paese, avviando le riforme e pensando meno ai suoi interessi, come la legge per l’elezione diretta del Capo dello Stato, legge che rispetto ai drammi nazionali come la crisi economica e la disoccupazione può certamente aspettare.
La sinistra oggi ha solo due vincitori, Di Pietro e Vendola, ma sono comunque due vincitori scomodi per il Partito democratico. Sicuramente due personaggi piu diretti verso il popolo, che hanno avuto la fortuna di aver avuto la meglio per gli errori dei generali del PD.
Inoltre questo sistema elettorale genera una tale confusione politica che penalizza tutta la sinistra a vantaggio della destra.
Un’ultima considerazione politica va fatta in merito alla nuova strategia cattolica-padana: un asse, pare, impostato nei mesi scorsi tra la Lega e il Presidente della Conferenza dei Vescovi Italiani.
Una mossa politica accorta per riempire un vuoto politico nel mondo cattolico disatteso puntualmente dai leader degli schieramenti politici, vedi la battaglia di questi giorni sulla pillola abortiva rilancia attraverso i neo presidenti di Piemonte e Veneto una vocazione cattolica della Lega.
Scenari politici, dunque, in rapido mutamento e che speriamo a non rimettere siano gli Italiani, già molto provati.