Recensione del volume “IL FASCINO DEL BELLO. Tra Bibbia e Teologia”.
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La seconda parte affronta il concetto della bellezza connesso al pensiero teologico: da Platone a San Tommaso D’Aquino, approfondendo le opere di Aristotele, Plotino e Sant’Agostino, dove "il bello" è un problema di approccio culturale e sociale. Un crescendo di elaborazioni culturali scaturite dalla storia stessa dell’umanità: da Plotino che interpreta l’arte come rivelazione della bellezza, a Sant’Agostino e il dibattito intorno alla forma nel Medioevo, da Tommaso D’Aquino e il realismo della bellezza sino all’epoca della riqualificazione del bello.
Gli autori, ricordando la necessità del bello come utilità, esortano i lettori a pretendere che anche beni primari come la casa, le scuole, gli ospedali siano costruiti con criteri di funzionalità ma anche belli da vivere e da vedersi. La dignità dell’uomo accresce vivendo nel rispetto dell’estetica e dell’ambiente invece che frustrarsi in palazzoni popolari costruiti vergognosamente, tanto per fare un esempio a prima considerazione.
Comunque quale migliore esercizio che leggere questo libro.

Marko Ivan Rupnik nasce nel 1954 a Zadlog, in Slovenia. Nel 1973 entra a far parte della Compagnia di Gesù e successivamente consegue Il dottorato alla Gregoriana sotto la direzione del card. Spidlík. Artista conosciuto internazionalmente, ha realizzato il mosaico della Cappella Redemptoris Mater in Vaticano. Oggi dirige il Pontificio Istituto Orientale e il Centro Aletti. Sue pubblicazioni: Una conoscenza integrale. La via del simbolo (Roma 2010), Il cammino della vocazione cristiana di risurrezione in risurrezione (Roma 2007), The Color of Light (Roma 2003).