Il Ministero per i beni e le attività culturali con il PaBAAC e la Biennale di Venezia hanno presentato l’apertura della Mostra AILATI. RIFLESSI DAL FUTURO curata da Luca Molinari per il Padiglione Italia alla 12^ Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. “Il Padiglione Italia rappresenta il momento più alto e pubblico di lettura critica e di sguardo verso il futuro dell’architettura italiana. In una fase storica dove il consumo di territorio e risorse naturali sono un tema d’emergenza, Luca Molinari con AILATI. RIFLESSI DAL FUTURO offre, nei nuovi spazi dell’Arsenale raddoppiati rispetto alla scorsa edizione, un contributo critico e corale a una rinascita dell’architettura contemporanea come disciplina civile, capace di produrre luoghi di qualità e insieme di offrire riflessioni e possibili soluzioni” commenta Sandro Bondi, Ministro per i beni e le attività culturali. AILATI.RIFLESSI DAL FUTURO si sviluppa in tre grandi aree tematiche. Amnesia nel presente. 1990-2010 che rilegge gli ultimi 20 anni della nostra architettura, Laboratorio Italia che si confronta con la situazione attuale dell’architettura italiana e Italia 2050 che chiama visioni generose e aperte sul futuro prossimo, curata da Molinari con Wired, l’autorevole periodico italiano dedicato alle grandi idee e alle tecnologie che cambiano il mondo.
EGITTO MAI VISTO. LE DIMORE ETERNE DI ASSIUT E GEBELEIN
Il Complesso di San Domenico a Forlì si è ormai affermato come uno dei più importanti centri espositivi in Italia. Dal 2006 ha infatti proposto ogni anno un grande appuntamento culturale, coinvolgendo un larghissimo pubblico nazionale e perfino internazionale. Cinque mostre su altrettanti momenti della storia dell’arte, partendo sempre da un elemento significativo del patrimonio artistico e culturale forlivese: da Marco Palmezzano a Silvestro Lega, da Guido Cagnacci a Canova, sino alla mostra dedicata ai Fiori da poco conclusa. Per iniziativa della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con il Comune di Forlì e con Civita Servizi, nella prossima stagione autunnale i Musei San Domenico ospiteranno una nuova grande mostra dedicata alla civiltà egizia, inaugurando un secondo programma espositivo, aperto alle più varie espressioni della cultura artistica antica e moderna. "Egitto mai visto" presenterà 400 straordinari reperti datati intorno al 2000 a.C. scoperti dal grande egittologo Ernesto Schiaparelli nelle necropoli di Assiut e Gebelein e premurosamente conservati per un secolo nei depositi del Museo Egizio di Torino, allestiti nelle sale a piano terra del San Domenico, grazie alla generosa concessione della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e delle Antichità Egizie e alla collaborazione della società Start. L’esposizione ruota intorno ad uno straordinario nucleo di dodici sarcofagi a cassa in legno stuccato e dipinto con iscrizioni che tramandano formule d’offerta e rituali funerari magico-religiosi. In molti casi grazie alla lettura dei geroglifici è possibile svelare i nomi di questi uomini e donne appartenuti alla classe media, amministratori e piccoli proprietari terrieri, vissuti nel Medio Egitto intorno al 2000 a.C.
I GRANDI BRONZI DEL BATTISTERO RUSTICI E LEONARDO
È la prima mostra che viene dedicata a Giovanfrancesco Rustici, scultore nato nel 1475 a Firenze, formatosi nel celebre Giardino di San Marco sotto la protezione di Lorenzo il Magnifico, erede della lezione delle botteghe di Andrea del Verrocchio e Benedetto da Maiano. Vicino a Leonardo, di cui fu allievo e collaboratore, Giovanfrancesco fu anche amico e sodale di Andrea del Sarto, Iacopo Sansovino, Domenico Puligo e Baccio Bandinelli e anticipò il Rosso Fiorentino e Benvenuto Cellini nell’accettare l’invito di Francesco I – sovrano francese cui si lega la nascita della cosiddetta Scuola di Fontainebleau – trasferendosi in Francia nel 1528, dove morì nel 1554. Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose figure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fiorentino nel 1511. L’opera è stata sottoposta ad un impegnativo restauro (portato a compimento nel 2008), che ne ha restituito lo splendore di materia e concezione: impresa questa sostenuta dall’Opera del Duomo di Firenze e dal generoso contributo dei “Friends of Florence”. Dal 10 settembre 2010 al 10 gennaio 2011.