La politica dei personaggi in cerca d’autore

di | 1 Dic 2010

Considerare complicata l’attuale realtà politica italiana è un’affermazione perlomeno riduttiva!
Il quadro politico, almeno da improbabili sondaggi, è pressoché uguale rispetto a quello del 2008. Il Presidente del Consiglio Berlusconi è, salvo nuovi avvistamenti, l’unica personalità che gode di soverchiante popolarità purtroppo con pochi pro e innumerevoli contro.
La scissione del Pdl e la nascita del gruppo di Futuro e Libertà dell’On. Fini, le polemiche interne al PdL, i guai giudiziari dello stesso Berlusconi, dell’Utri, Cosentino, Verdini, la lenta ricostruzione dell’Aquila, l’incuria del patrimonio monumentale, l’immondizia di Napoli ed infine le frequentazioni femminili disinvolte del Premier (che non gli fanno raggiungere certo la dimensione dello statista), l’insieme di ciò ci porta ad uno sconfortante disorientamento in una situazione di tutti contro tutti, in barba alle necessità del Paese.
      

Evitando di piangerci addosso o di aspettare soluzioni miracolistiche con questo o quel governo tecnico, senza comicamente rincorrere quelle trovate bizzarre di governi di “responsabilità" il cui  unico fine è mettere fuori gioco Berlusconi, senza minimamente domandarsi su cosa raccontare ai milioni di Italiani che hanno votato e voluto questo governo, occorre ragionare con prudenza e spingere le forze politiche in campo a ricercare soluzioni utili all’Italia senza penalizzare aprioristicamente nessuno. Bene fa il Presidente Napolitano a procedere con prudenza istituzionale e correttezza nel far portare ad approvazione la finanziaria ed i provvedimenti economici connessi per mettere al riparo dalle gravissime intemperie della crisi economica che sta portando al collasso prima la Grecia ed oggi Irlanda e Portogallo.

   Ecco in questa palude politica è proprio Napolitano il vero riferimento degli Italiani. Il suo comportamento è ben diverso (pur nella presunta similitudine del 1994 con l’odierna situazione politica) da quello del Presidente Scalfaro che benedì un governo tecnico a scapito di Berlusconi anche allora vincitore delle elezioni politiche. Napolitano non solo non si fa condizionare dalle pressioni mediatiche ma procede con quella specchiata competenza costituzionale che non ignora la fotografia del presente per rincorrere soluzioni artificiose non comprese dalla gente. L’opposizione stessa è talmente divisa che non aiuta il governo perché non ne è interlocutore di fatto. Bersani contro Vendola, l’Udc contro Di Pietro, D’Alema contro Veltroni, non più tardi di trenta mesi fa questi stessi hanno portato alla caduta del governo Prodi.

Ma allora cos’è cambiato? Le leggi sulla riforma elettorale e sul conflitto d’interessi? Si comprende quindi perché hanno perso le elezioni e non sono adeguate alternative a Berlusconi! Il Presidente sa che nulla, se non nuove elezioni, è possibile realizzare senza la presenza del Pdl e della Lega. Un sano “stare con i piedi per terra” rispettando il volere popolare.

Dunque, se Berlusconi ce la fa a superare metà dicembre per avere il via dalle Camere, è ora che cominci a governare e a realizzare i tanto declamati cinque punti e a procedere velocemente, con quelle poche risorse che ci sono, a dare le gambe alle abbozzate riforme: della scuola e università, della ricerca, del lavoro, mettendo da parte tutti quei pasticciati decreti ad personam che arrecano solo gravi danni al Paese e a lui personalmente.