Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di denuncia
Dr. Mauro Nori
Direttore Generale INPS
Presidente INPS
pc Cav. Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio
pc Dr. Maurizio Sacconi
Ministro del Lavoro e delle Pol. Soc.
pc Dr. Renato Brunetta
Ministro per la Pubbl. Amm. e l’Innov.
pc Dr. Alessandro Sallusti
Direttore de il Giornale
pc Dr. Luciano Gerace
Direttore de Italiani Italiani nel Mondo
mi dispiace importunare Lei e chi ci legge per conoscenza con una storia banale, ma il “disguido” occorsomi affligge, a quanto mi consta, migliaia di pensionati come me che Lei e i Suoi collaboratori dovrebbero istituzionalmente tutelare.
I fatti.
L’1 gennaio scorso mi è stata accreditata la pensione decurtata dell’80%; una miseria.
Attendo il successivo 3, lunedì, per recarmi presso gli uffici INPS di Roma Centro che gestiscono la mia pensione; dopo la consueta attesa di circa 40 minuti (alle 10,00 ero il N° 15) due cortesi signore mi ricevono e, alla mia richiesta di spiegazioni, mi dicono che sono “la quinta persona quella mattina che si lamentava di questo fatto”; dopo aver maneggiato il computer aggiungono che non capivano perché; stampano una carta su cui scrivono anche i miei recapiti telefonici dicendomi che l’avrebbero inoltrata “sopra” e che in brevissimo tempo “mi avrebbero fatto sapere”; aggiungono che “probabilmente si tratta di un guasto informatico”.
Rientrato fiducioso a Vejano, dove risiedo, attendo invano finché, due giorni dopo, alle 9,00 del mattino, entro per la prima volta nel sito internet dell’INPS dove, utilizzando l’apposita pagina, richiedo spiegazioni per quanto accadutomi.
Dopo pochi minuti, in automatico, il Suo Istituto mi risponde dandomi il numero di pratica che aveva assegnato alla mia richiesta corredata, badi bene, dei miei recapiti telefonici e della mia e-mail.
Lascio passare alcuni giorni, un po’ meno fiducioso della solerzia degli uffici da Lei diretti, e telefono al Numero Verde dell’INPS; anche qui senza alcun risultato: la cortese centralinista però, senza darmi alcuna certezza, mi dice che “probabilmente, se non avevo presentato all’Istituto il modulo delle detrazioni d’imposta, queste mi erano state detratte”.
A causa di un malanno che in questi giorni mi obbliga a passare gran parte del mio tempo dentro casa non mi reco nuovamente a Roma presso i Suoi uffici e, rientrato in internet, scarico il modulo relativo alle detrazioni d’imposta, lo compilo e lo invio informaticamente al Suo Istituto.
Vengo ora a sapere per via informale, da un conoscente che lavora presso gli uffici INPS di Bracciano:
-che nella stessa mia situazione, ad inizio d’anno, si trovano migliaia di pensionati;
-che una Legge del 2008 prevede che tutti gli anni i pensionati devono presentare compilato il modulo delle detrazioni d’imposta;
-che non risulta che io abbia presentato per tempo tale modulo;
-che avrei dovuto scaricarlo dal sito INPS;
-che quello inviato informaticamente ancora non risulta;
-che l’imposta mi è stata trattenuta al 50% e che l’altra metà mi verrà decurtata a febbraio;
-che i “flussi” per il prossimo mese sono comunque già partiti e che quindi riceverò lo stesso importo di gennaio, una miseria;
-che, finalmente, dal mese di marzo riceverò la pensione quasi completa (detratta comunque delle imposte);
-che entro maggio dovrò presentare il 730 con cui richiedere quanto trattenutomi;
-che nel mese di luglio dovrei ricevere il conguaglio!
-che, quanto mi sta dicendo avrebbero potuto dirmelo gli uffici INPS il 3 gennaio a cui tutto questo risultava in quanto in possesso della stessa informatizzazione a disposizione del mio conoscente.
Ne consegue che, se l’avessi saputo subito, avrei potuto immediatamente compilare il modulo ed avrei avuto accesso almeno ai “flussi” di febbraio.
Ne consegue che, non solo in quello in corso, ma per almeno due mesi non potrò pagare l’affitto, pagare le utenze e dovrò mangiare il meno possibile.
Ne consegue che dovrò fare a meno della linea telefonica e ADSL, dell’elettricità e che rischierò lo sfratto.
Ne consegue che, fino a luglio, dovrò comunque tirare la cinghia.
Sorge quindi spontaneo porgerLe alcune domande:
-è per Lei e per chi legge per conoscenza normale che un pensionato che non accede o non è in grado di accedere a internet sia privato di gran parte, o in alcuni casi totalmente, della sua pensione?
-non le parerebbe quanto meno civile che l’INPS si dovrebbe attivare ad avvisare il proprio cliente (sic!), magari con una Raccomandata, di quanto sta per accadergli?
-perché gli addetti ai Suoi sportelli non sono in grado di dare spiegazioni?
-perché tali spiegazioni non sono state date successivamente e tempestivamente?
-perché a tutt’oggi non ne ho ufficialmente?
-non si vergogna della mancata efficienza dei Suoi uffici?
-si sente responsabile di tale inefficienza?
-se no, gradirei che spiegasse il perché; se si, non sente il dovere di dare le dimissioni, o quanto meno, di porvi rimedio?
-se ho errato nella compilazione del modello delle detrazioni d’imposta inviato via internet i Suoi uffici me lo faranno presente o rischio di non ricevere mai più il conguaglio?
Personalmente ho amici e conoscenti che probabilmente mi daranno una mano.
Ma mi chiedo: come farà quell’altra pletora di poveri pensionati che si trovano nelle mie stesse condizioni, in cui rischiano di restare per mesi perché non hanno avuto ancora alcuna spiegazione o non sono stati in grado addirittura di chiederla, che non hanno la possibilità di accedere ad internet e che non hanno la fortuna di poter ricorrere ad amici, parenti e conoscenti?
A Lei, che ha la funzione di gestire l’INPS, la risposta ancorché ardua.
Anche se immagino che i Suoi problemi siano ben altri, magari nell’ambito di quell’affascinante sport che si chiama rugby, magari per rispondere alle lettere aperte dei Suoi Ispettori, magari per prepararsi ad interessanti convegni in cui Le ho sentito dire, nel marzo 2010, se non erro:
-che l’INPS ha messo in atto un uso massiccio di tecnologie per aumentare l’efficienza dei suoi servizi;
-che usa “con dosi da cavallo la formazione per effettuare una rivoluzione culturale al servizio del cittadino”;
-che il Contact Center dell’INPS è “un meccanismo integrato all’interno dei nostri processi organizzativi”;
-che “il telefono deve diventare, sostanzialmente, nel nostro sviluppo, il nostro sportello virtuale”.
Peccato che tante belle parole nascondano solo una inspiegabile inefficienza quale quella, per esempio, per cui occorrono ancora mesi per erogare la pensione dopo la domanda.
Mi illudo che questa mia possa servire ad attivare la coscienza di chi legge affinché questo sistema cinico ed inefficiente cambi.
Mi scuso del disturbo arrecato a Lei e a tutti quelli che leggono per conoscenza e chiedo venia se ho trasceso nella polemica, ma la rabbia è tanta.
Devotamente Suo,
Massimo Castellani
Via Licet, 7
01010 Vejano (VT)
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e-mail: massimo-castellani@alice.it