Piccolo mondo antico (e superato)…
E circa i disordini in Africa e in Medioriente, ha aggiunto: “in ballo non c’è la stabilità dell’euro ma tutta l’architettura finanziaria del mondo. Se il capo di una rivolta dice, questi soldi che stanno a Wall Street stanno meglio al servizio del mio popolo e li ritira, è evidente che succede qualcosa di un po’ complicato”.
“Il vecchio mondo è finito, quello molto controllato dall’America, molto organizzato sul petrolio, sui fondi sovrani, sugli investimenti più o meno lungimiranti di molti sovrani che manovrano enormi capitali e può essere che ci sia una catena di crisi politiche, il caso della Siria è indicativo. Il mondo cambia e non basta più il G20”!
Parole importanti che mettono in luce anche il grave disagio esistente nell’affrontare le emergenze. Pensiamo solo a quello che ha comportato e comporta la situazione libica dove manca palesemente una regia internazionale, dove la diplomazia Usa è distaccata e balbettante, dove la Germania è defilata e la Francia e l’Inghilterra in combine pronte all’assalto, e all’Italia l’incombenza di essere la terra delle basi Nato e dell’ospitalità forzosa.
L’Europa come al solito si è persa nelle interminabili e inappropriate querelles burocratiche interne infelicemente sostenute da politici impreparati. Dov’è l’Europa fortemente voluta dai Padri fondatori e dove sono i principi della stretta solidarietà e cooperazione fra Stati? L’euro è solo un grande alibi? Infatti l’Europa presupponeva un mercato ma anche una reciprocità, come sostiene Tremonti, "e noi abbiamo l’impressione che in molti casi ci sia uno Stato come l’Italia che crede nel mercato e un altro che crede nei monopoli”! Non possiamo che condividere.

E i banchi di prova non mancano, non ultimo il tentativo di accollare solo sull’Italia il peso dei migranti provenienti dal nord Africa, quando al confine di Francia, Germania e Spagna vengono rispediti al Paese d’origine. Meno male che abbiamo avuto la felice idea di alzare la voce e attraverso il Ministro degli Esteri Franco Frattini abbiamo chiesto il coordinamento della Nato per fronteggiare le incursioni libiche sui civili, appena ci siamo resi conto del “peloso interesse petrolifero” della Francia, soprattutto, la quale aveva intrapreso da sola l’immediata risposta tramite raid aerei anti libici, abbiamo denunciato l’assenza del "timone europeo".

Allora ci chiediamo ha ancora senso l’Europa?
L’Europa è stata una bellissima idea calata dall’alto, ma per essere veramente unita, ha bisogno di trasformarsi attraverso un processo concreto che parta dalle basi di civiltà e necessità dei popoli e il grande problema dei migranti è una grande occasione per avviare questa inderogabile trasformazione principalmente culturale perchè Il migrante, e non il clandestino, è una profonda risorsa per la completezza di un popolo.