L’Europa dei 27 egoismi

   27 sono gli Stati che compongono la Comunità europea, 27 egoismi che la situazione dell’accoglienza dei profughi ha messo ulteriormente in evidenza.
Le posizioni assai diverse fra Italia e Francia, Gran Bretagna e Germania hanno fatto esplodere le contraddizioni del Trattato di Schengen circa la libera circolazione dei cittadini in Europa, che, anche per bocca del Presidente Napolitano avrebbe bisogno di più coesione fra gli Stati.

Ormai un fatto è certo: l’idea di Europa unita di De Gasperi, Schuman e Adenauer rimane ancora lontana. Né l’introduzione dell’euro né il Parlamento Europeo hanno fatto superare quegli steccati politici e strutturali fra Stati così negativamente pregiudizievoli verso il modello unitario. Le colpe? Sarebbe un grande passo in avanti individuarle considerata la profonda complessità della situazione e per trovare anche i rimedi.

Proviamo ad analizzare “in brevis” alcune appariscenti disfunzioni.
La elefantiaca struttura europea soffre paradossalmente della storica malattia della pubblica amministrazione italiana: è sovradimensionata.
La burocrazia europea si occupa di tutto: dalla necessità di mettere un giocattolo nelle porcilaie alla lunghezza della zucchina per direttiva europea, trascurando i diritti umani come in questa tragica vicenda dei profughi del Nord Africa.
Si pensi solo che per ogni cittadino italiano il costo annuo della “macchina europea" è pari a 231 euro. Solo nel triennio 2007/9 l’Italia ha versato all’Europa ben 44,3 miliardi di euro, ricevendo come Contributi finanziari solo il 23,1, vale a dire circa il 50% di quanto dato (fonte l’Eurodeputato della Lega Oreste Rossi).

Dobbiamo purtroppo dire che anche le diplomazie europee brillano per incapacità di proposte: quella italiana poteva fare molto di più inviando ad esempio i nuovi assunti della Farnesina “a farsi le ossa” direttamente sul campo debitamente coordinati a livello centrale, per poter dare un contributo concreto e non stucchevole del loro impegno.

La diplomazia italiana è fortemente invecchiata e inespressiva, quella europea è fortemente legata al potere al punto da essere acriticamente tornacontista. Con la vicenda della guerra in Libia è emerso un corso-ricorso storico: la rinascita di un nuovo colonialismo franco-britannico per l’assenza di regia degli Usa e della scarsa voce in capitolo dell’Italia. Si è manifestata quella sete di mercato e di petrolio come alla fine dell’800.

Altra caratteristica, più inquietante, è che i Governi francese, inglese, tedesco e italiano sono retti da coalizioni di centro destra: significherà qualcosa? Insensibilità ai mutamenti sociali ed economici per la paura di scontentare le fasce elettorali. Forse per i traumi ancora in essere per la crisi economica? Forse non ci sono più in Europa validi personaggi politici di centro e di sinistra capaci di portare avanti l’idea di un Europa unita?
Forse quella forsennata corsa all’introduzione dell’euro, come se fosse l’unica via alla crescita della nostra economia, fortemente voluta da Ciampi, Prodi e Berlusconi, con gli occhi di oggi, è stata eccessiva: la fretta ha portato i gattini ciechi!

E l’Europa?
Aspetta…… e noi paghiamo, come diceva il grande Totò.

 

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