Gli Eventi culturali. Mostre ed eventi in Italia

di | 1 Mag 2011

dal sito www.beniculturali.it del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
 
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   "Arte forza dell’Unità. Unità forza dell’Arte” è il titolo della mostra inaugurata il 19 aprile nel Complesso di Castel Sant’Angelo. ”Tutela e restauro – ha spiegato il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro – sono le linee ispiratrici che animano questa esposizione, promossa dal Centro Europeo per il Turismo, Sport e Spettacolo, che si colloca nel quadro dei festeggiamenti del centocinquantesimo anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia, momento di forte coesione nazionale, particolarmente promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali”. ”All’interno della mostra un particolare rilievo è riservato alla figura di Pasquale Rotondi, Soprintendente della Regione Marche, che, alla vigilia dello scoppio del secondo conflitto mondiale, ebbe il merito di preservare dalla distruzione e dal saccheggio più di diecimila opere d’arte. La sua lista, divenuta oggetto anche di un documentario, proiettato all’interno della mostra, ci racconta una vicenda che per quasi quaranta anni è rimasta nell’ombra, forse per il carattere schivo dello storico d’arte che – non a caso – venne tratteggiato dall’amico e collega Giulio Carlo Argan come ‘un intellettuale che amava servire la cultura piuttosto che servirsene’". Fino all’11 settembre 2011.

UKIYO-E. STAMPE GIAPPONESI 700-800

   Hokusai, Hiroshige, Utamaro e i maggiori autori del Settecento Giapponese, nella raccolta delle più rare stampe xilografiche dell’Ukiyo-e, “il mondo fluttuante”, saranno in mostra fino al 18 giugno a Scicli, la cittadina barocca nel cuore degli altipiani ragusani, inserita nella World Heritage List dell’Unesco. Quaranta le opere selezionate da Antonio Sarnari per questa singolare esposizione a Scicli: provengono da collezioni private di tutta Italia e moltissime sono ancora sconosciute al pubblico siciliano che potrà così esplorare l’arte e l’eros nella cultura del Sol Levante.  “Attraverso la descrizione di figure femminili – spiega il curatore, Antonio Sarnari – di attori, paesaggi e momenti erotici della tradizione nipponica, le stampe di questi massimi autori sottolineano una sapienza inimitabile nella xilografia, nella composizione e nell’espressione moderna sebbene bidimensionale. Caratteristiche, queste, che affascinarono e influenzarono molti grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento europeo come Gauguin, Kandinskij, Picasso e molti altri, influenzati dal cosiddetto Giapponismo”. 

NUTRIRE IL CORPO E LO SPIRITO. IL SIGNIFICATO SIMBOLICO DEL CIBO NEL MONDO ANTICO

   Fino al 31 dicembre 2011 il Museo Archeologico di Milano presenta un nuovo percorso espositivo dedicato al significato simbolico del cibo nel mondo antico, dal titolo "Nutrire il corpo e lo spirito". Realizzato grazie ai generosi prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Metaponto e del Museo Archeologico Regionale di Siracusa, il percorso tematico è allestito nella cripta cinquecentesca della Chiesa di S. Maurizio Maggiore, all’interno degli spazi espositivi del Museo Archeologico. Se cibarsi è l’atto primario legato alla sopravvivenza, ed è segno tangibile per l’uomo della sua condizione mortale, non c’è da stupirsi che la scelta degli alimenti e le modalità del loro consumo rivestano in tutte le culture una forte valenza simbolica. Nell’antichità la consapevolezza della totale dipendenza della sopravvivenza umana dalla natura, madre e dispensatrice di ogni cibo, è alla base di un incredibile numero di riti sacri e cerimonie propiziatorie, tramite le quali evocare a sé il favore della natura “madre” di ogni alimento e contemporaneamente “lavare” la colpa per aver sottratto, falciato, raccolto i frutti della terra. Per l’uomo che anticamente osservava con estrema attenzione la natura e i suoi fenomeni, i cicli vitali delle piante e dei raccolti erano specchio e metafora della vita umana; il loro annuale rigenerarsi rappresentava il mistero e la speranza al tempo stesso di rinascita dopo la morte anche per l’uomo.

LA SCUOLA DEL MONDO. DISEGNI DI LEONARDO E DI MICHELANGELO A CONFRONTO

   Fino al 1 agosto 2011, Casa Buonarroti a Firenze ospita la mostra LA SCUOLA DEL MONDO. Disegni di Leonardo e Michelangelo a confronto, organizzata dall’Associazione Culturale Metamorfosi. L’esposizione nasce dalla collaborazione attiva da tempo tra la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, depositaria di un grandioso patrimonio grafico leonardesco e la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, che conserva oltre duecento disegni di Michelangelo e nell’Archivio Buonarroti molte carte autografe del Maestro. Il percorso espositivo, curato da Pietro C. Marani e Pina Ragionieri, presenta ventidue disegni – dodici di Leonardo e dieci di Michelangelo – di straordinario impatto. Si tratta di un prezioso preludio alla grande esposizione-evento di disegni di Leonardo e di Michelangelo che si aprirà a Roma, presso i Musei Capitolini, nel corso del prossimo ottobre. Si prende avvio da alcuni interessanti progetti eseguiti da Leonardo e da Michelangelo per gli affreschi sul tema della Battaglia di Anghiari e della Battaglia di Cascina che i due artisti dovevano dipingere, a gara, nella Sala del Maggior Consiglio, oggi Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio a Firenze. Le due opere non furono portate a termine, ma gli studi preparatori furono importanti e ammiratissimi, tanto da essere definiti da Benvenuto Cellini la “scuola del mondo”. Di qui il titolo della mostra, che si propone però anche di mettere, in prima visione assoluta, i due geni a diretto confronto.

SCOLPIRE GLI EROI. LA SCULTURA AL SERVIZIO DELLA MEMORIA

   La mostra propone una storia del Risorgimento narrata attraverso circa ottanta bozzetti originali, molti di dimensioni rilevanti, dei più importanti monumenti italiani: dal Vittorio Alfieri di Antonio Canova al Duca d’Aosta di Arturo Martini, Eugenio Baroni e Publio Morbiducci, passando per Pietro Tenerani, Ettore Ximenes, Ettore Ferrari, Ercole Rosa, Leonardo Bistolfi, Giuseppe Grandi, Mario Rutelli, Odoardo Tabacchi, Emilio Zocchi, Francesco Barzaghi, Pietro Bordini, Luigi Borro, Enrico Butti, Davide Calandra, Pietro Canonica, Guglielmo Michieli, Eugenio Pellini. Oltre al Monumento a Cavour, nell’ambito del medesimo Progetto, sono stati restaurati anche i Monumenti a Giuseppe Garibaldi, a Giuseppe Mazzini e a Re Vittorio Emanuele II. Fino al 26 giugno 2011.

VERONESE. LE STORIE DI ESTER RIVELATE

   Il 20 aprile scorso, a conclusione di un lungo e complesso restauro, nella cornice straordinaria delle sale di Palazzo Grimani a Venezia, è stata inaugurata la mostra Veronese. Le Storie di Ester rivelate. L’esposizione propone al pubblico, presentati eccezionalmente ad altezza d’uomo, i tre capolavori di Paolo Veronese provenienti dal soffitto di San Sebastiano, chiesa monumento dell’opera di Paolo Veronese. Le tele raffigurano il Ripudio di Vasti, Ester incoronata da Assuero e il Trionfo di Mardocheo, scene veterotestamentarie tratte dal Libro di Ester. Il restauro delle tele, protrattosi dal novembre 2008 al gennaio 2010 e diretto da Giulio Manieri Elia, ha restituito a questi straordinari dipinti la loro eccezionale qualità cromatica, luministica e compositiva. La mostra dunque è un’occasione irripetibile e imperdibile per vedere da vicino le tele che, a conclusione dell’esposizione, torneranno definitivamente nella loro sede originaria, sul soffitto della chiesa di San Sebastiano, a circa dodici metri di altezza. L’intervento di restauro è stato possibile grazie alla generosità di Save Venice Inc. Fino al 24 luglio 2011.

LEONARDESCHI. DA FOPPA A GIAMPIETRINO: DIPINTI DALL’ERMITAGE DI SAN PIETROBURGO E DAI MUSEI CIVICI DI PAVIA

   “La cultura è tutta continuità, è tutta un’eco” ha scritto il poeta del Novecento Iossif Brodskij.  L’attività dei seguaci di Leonardo – la cui rivoluzione in pittura non poteva non influenzare stuoli di artisti – è divenuta un’eco originale, un’eco intensa che la straordinaria mostra in programma al Castello di Pavia fino al 10 luglio 2011 ci aiuterà a cogliere.  Per la prima volta il Museo Statale Ermitage presta un nucleo importantissimo di dipinti lombardi del Cinquecento: 22 opere della sua collezione, molte delle quali considerate fino a tutto l’Ottocento originali di Leonardo, che insieme ad altrettanti dipinti delle collezioni pavesi condurranno il visitatore a scoprire quanto il genio toscano in terra lombarda abbia determinato e reso possibile nuovi sviluppi artistici; una nuova stagione ove seguaci e imitatori del Maestro acquisivano, interpretavano e diffondevano il nuovo leonardesco. La mostra “Leonardeschi. Da Foppa a Giampietrino: dipinti dall’Ermitage di San Pietroburgo e dai Musei Civici di Pavia”, inserita dai Governi dei due Stati tra gli eventi principali dell’Anno Italia/Russia, organizzata dai Musei Civici di Pavia e da Villaggio Globale International, propone dunque testimonianze di prim’ordine della pittura lombarda del periodo di massima fioritura del Rinascimento, come la Sacra famiglia e Santa Caterina di Cesare da Sesto, che Stendahl considerava la cosa migliore creata da Leonardo o la famosa Flora di Francesco Melzi, l’allievo prediletto del Maestro: opera che per trent’anni non è uscita dalle sale dell’Ermitage e che il prestigioso museo russo ha voluto prestare per questo importante evento.

CENTOCINQUANT’ANNI D’ARTE. DA FATTORI A FONTANA

   Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, le Scuderie del Castello di Miramare di Trieste ospitano, fino al 28 agosto 2011, una mostra, in grado di tracciare un percorso delle principali correnti artistiche che si sono formate nel corso degli ultimi due secoli. L’esposizione, dal titolo Centocinquant’anni d’arte. Da Fattori a Fontana, presenta un excursus dell’arte italiana del XIX e XX secolo, attraverso 120 opere di maestri quali Boldini, De Nittis, Fattori, Morbelli, Balla, Baj, Campigli, De Pisis, Morandi, Rosai, Sironi, Manzoni, Morlotti, Fontana e molti altri ancora. Al pari della storia della Nazione che ha acquistato la propria unità dopo molti secoli, anche l’arte, inizialmente sviluppatasi in poli culturali ben precisi, come Firenze, Venezia, Roma e Milano e in molte scuole regionali, una volta ricostruita l’identità territoriale, soprattutto agli inizi del ’900 con il Futurismo, cessa ogni distinzione locale, con l’arte e la cultura che assumono una dimensione europea e internazionale.