Gli Eventi culturali. Mostre ed eventi in Italia
IL NEOLITICO A PIANA DI CURINGA. LABORATORIO DI ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE

"PRESENZE" DI ANNAMARIA RUSSO E NUNZIO BIBBO’
La mostra di Annamaria Russo e Nunzio Bibbò, realizzata negli spazi espositivi dell’Archivio di Stato, che insieme alla Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” costituisce il nucleo intellettuale e disciplinare del complesso architettonico della “Cittadella della Cultura” di Bari, corona una perfetta sinergia di intenti e di affinità umane tra le istituzioni culturali territoriali del MiBAC, con la sua nobile squadra di studiosi e funzionari, e gli artisti, i promotori e i curatori della mostra. Grazie a Isabella Lapi, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, ad Eugenia Vantaggiato, Direttore dell’Archivio di Stato di Bari, all’On.le Irene Pivetti, Presidente di Learn To Be Free Onlus (associazione di promozione sociale il cui obiettivo è promuovere e supportare progetti di sviluppo, al fine di creare opportunità di lavoro in particolare per persone appartenenti a categorie svantaggiate, LTBF è inoltre molto attiva nel sostenere progetti legati al mondo dell’arte e della cultura, www.ltbf.it – www.festivaldelleidentita.it), è stato realizzato in tempi brevi un progetto lungamente ponderato e concepito appositamente per la valorizzazione della “Cittadella”, in quanto sito di notevole interesse storico e architettonico. Sculture, incisioni e ceramiche sono reperti di arte contemporanea che prendono vita da temi e materiali antichi: acqua e terra, fuoco e metallo. I guerrieri, le donne, antichi paesi e paesaggi italici, la sempiterna fascinazione del cerchio: tutto ciò sembra suggerire la via sapienziale per uscire dal caos, per andare verso il futuro senza perdere di vista la tradizione. A Bari presso l’Archivio di Stato fino al 13 giugno 2011.
NATURE/02: WEST 8 / EXPANDED VIDEO: MARTHA COLBURN
Prosegue il ciclo di mostre/installazioni con cui il MAXXI Architettura sperimenta un diverso modo di intendere le mostre monografiche. Si è scelta infatti la via del confronto per raccontare gli indirizzi delle ricerche più avanzate dell’architettura contemporanea, i suoi differenti approcci e risposte ai grandi temi che caratterizzano la nostra epoca. Le quattro mostre, dalle dimensioni contenute, agili nel loro apparato teorico ed espositivo, allestite in stretta sequenza temporale nella stessa area del museo ma da curatori differenti, sono da intendersi come quattro distinti capitoli di un unico racconto, o meglio di un unico spaccato della complessa geografia del mondo architettonico contemporaneo. Nelle singole installazioni i quattro architetti invitati avranno da un lato la possibilità di realizzare uno spazio specifico, capace di rappresentare loro stessi e il loro rapporto col tema Nature, e dall’altro di esporre uno o più progetti della loro produzione legati a questo tema. Fino al 21 agosto 2011 a Roma, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
VANITAS. LOTTO, CARAVAGGIO, GUERCINO NELLA COLLEZIONE DORIA PAMPHILJ
Vanità delle vanità, tutto è vanità: le parole iniziali dell’Ecclesiaste, libro della Bibbia in cui si esprimono meditazioni sapienziali sulla vita, sono il filo conduttore della mostra a Palazzo Doria Pamphilj a Roma. Quaggiù sembrano voler indicare con i loro capolavori Caravaggio, Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Mattia Preti, Domenico Fetti e Guercino, la vanitas ha sempre ragione di qualsiasi vanità. Una riflessione, molto moderna, che diversi membri del principesco casato Doria Pamphilj fecero propria, come dimostra la ricchezza di oggetti darte legati al tema, come gli orologi settecenteschi coronati dall’immagine del Tempo armato di falce. Quattro sono le sezioni tematiche che rappresentano la molteplicità di questioni legate alla Vanitas. Le prime tre attraversano diversi generi pittorici: la natura morta, la pittura sacra e la ritrattistica, mentre la quarta è dedicata al cardinale Benedetto Pamphilj, collezionista, fortunato mecenate di artisti e musicisti e poeta, autore del celebre oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno musicato da Georg Friedrich Händel nel 1707. Alla fine del percorso si offre una riflessione sul tema della vanità e dei sensi attraverso i ritratti di membri delle ultime generazioni della famiglia Doria Pamphilj. Fino al 25 settembre 2011.
"ORBITA ELLITTICA . LE MISURE MUTEVOLI DI NAPOLI" – FERRUCCIO ORIOLI
L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, con la collaborazione del XIII Salone Internazionale del Fumetto Napoli Comicon. Nella ricchezza di colori e di particolari della tradizione vedutista, Napoli associata al Vesuvio e vista dal mare è ormai un’icona, sempre più ridotta a pochi segni essenziali. Il mare e il cielo rappresentano lo schermo sul quale si proiettano immagini della città, oppure nostre immagini interiori che emergono dal mare come dal fondo della nostra coscienza. A Napoli pericoli, ansie, allarmi, problemi sembrano seguire un’orbita ellittica: mentre in certe fasi si avvicinano alla soluzione, in altre diventano minacciosi; in altre ancora la minaccia sembra dissiparsi, lasciando comunque segni faticosi da decifrare, spesso contrari alla trasformazione ordinata della città e della società. Attraverso la tecnica dell’acquarello, Ferruccio Orioli costruisce un racconto di Napoli in schemi fatti di sequenze, distanze fisiche, intervalli di tempi e di spazi, passaggi e paesaggi da rispettare o da omettere, con la presenza costante del mare, i cui mutamenti rendono estremamente difficili le misure a vista, lasciando il tutto molto mobile. Rispetto alla tradizione della veduta, che colloca il punto di vista della città in mezzo al golfo, in queste opere il punto di vista è sulla terra, rivolto verso di esso; anche quando il mare non c’è, è sempre presente: bisogna alzare gli occhi o girarsi, oppure svoltare l’angolo di un edificio per vederlo. Fino al 13 giugno 2011 a Castel Sant’Elmo a Napoli.
DiVINO. DALL’ANTICHITA’ AD OGGI
Sulla storia del vino di mostre se ne sono già viste diverse, sia in Italia che all’estero. Ma mai nessuna così. “DiVino. Dall’Antichità ad Oggi”, allestita dal 21 maggio al 5 agosto a Materima, in quel di Casalbeltrame nel novarese, è per più aspetti evento assolutamente d’eccezione. Innanzitutto per l’ampiezza dell’arco temporale esaminato: in pratica dai primordi della coltura intensiva della vite ad oggi. Ma soprattutto per la rilevanza e il numero dei materiali originali riuniti per raccontare questa lunga, affascinante vicenda: 350 i reperti archeologici, in parte mai prima esposti, che abbracciano tutte le civiltà vinicole del Mediterraneo. Alle testimonianze storiche si uniscono le sculture contemporanee di Marino Marini e Giuliano Vangi, in un gioco di suggestioni antico-contemporaneo che non potrà non coinvolgere i visitatori. Ad accogliere la mostra sono gli spazi di rara suggestione di Materima, il luogo creato da Nicola Loi per fare incontrare le arti, a Casalbeltrame nel novarese. “L’ampio nucleo dei materiali presentati – afferma Giuseppina Carlotta Cianferoni , curatore della Mostra – copre un arco cronologico che va dal III millennio a.C. al XIX secolo d.C.: dalle più antiche testimonianze del Vicino Oriente alla Grecia, dall’Etruria a Roma, per finire, attraverso Medioevo e Rinascimento al periodo Risorgimentale”.
IL GENIO DI SALVADOR DALI’
Fno al 25 settembre 2011 il Castello Aragonese di Otranto, Lecce, ospita “Il genio di Salvador Dalì”. La mostra, a cura di Alice Devecchi, apre la terza stagione artistica del Castello di Otranto, contenitore culturale gestito dalla Società cooperativa Sistema Museo di Perugia e dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie. Dopo il grande successo degli ultimi due anni con le mostre di Joan Mirò e Pablo Picasso, che hanno registrato 90mila presenze complessive, il Castello apre le porte a uno dei più importanti artisti contemporanei del ‘900, affermandosi come punto di riferimento per l’arte e la cultura a livello nazionale e internazionale. La mostra accoglie sei sculture originali in bronzo, tra le quali “Elefante cosmico” (di grandi dimensioni – h 120 x 90 x 350 cm), e una selezione di cinquantaquattro litografie originali, che spaziano nel mondo del surreale per illustrare temi e testi letterari e che ancora una volta testimoniano la grande capacità grafica del maestro spagnolo. Dal clima gotico travasato in surrealismo bianco/nero del “Castello di Otranto”, ai colori pallidi delle “Fiabe Giapponesi”, al vuoto di colore della carta lasciata nuda in “Tristano e Isotta”, al nero e oro glitterato degli “Amours Jaunes”, Dalì precipita con la sua gamma espressiva multiforme nel vero Castello Aragonese di Otranto. Lo invade, lo trasforma, semina il panico con il suo ingombrante mistero, proprio come il gigantesco elmo che mette in moto la trama del romanzo di Walpole che l’artista spagnolo illustra in una delle serie di incisioni in mostra.
IL TESORO DEL CREMLINO
La mostra è frutto degli scambi culturali in occasione dell’anno delle celebrazioni Italia – Russia 2011, organizzati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Ministero degli Affari Esteri di concerto con le corrispondenti Istituzioni russe. Essa sarà affiancata, fino al 24 luglio 2011, da un’esposizione al Museo del Cremlino di Mosca dedicata ai tesori dei Medici, per lo più provenienti dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, lo stesso che ospiterà questa mostra sui Tesori del Cremlino. Le opere in mostra -150 circa – presenteranno la straordinaria formazione e crescita di uno dei più importanti "tesori" d’Europa: l’Armeria del Cremlino, la collezione più ricca del più antico museo russo che raccoglie i tesori reali, oggetti di corte di uso quotidiano e cerimoniale, legati ai nomi dei più grandi zar di Russia attraverso molti secoli di storia. A Firenze, Museo degli Argenti – Palazzo Pitti, fino all’11 settembre 2011.
RICCARDO SCHWEIZER. PITTORE – DESIGNER
Nelle sale progettate da Carlo Scarpa alla Fondazione Querini Stampalia è in un’esposizione dedicata all’artista trentino Riccardo Schweizer, visitabile fino al 27 novembre 2011, proprio nella città che diede inizio al lungo viaggio di formazione dell’artista. Nato nel 1925 a Mezzano, nelle valli trentine del Primiero, nel 1950, dopo un periodo di studi a Venezia, si trasferisce a Vallarius per conoscere Picasso, diventando presto il più precoce e sensibile interprete italiano della lezione del maestro spagnolo nel secondo dopoguerra. La mostra, nata da un progetto di Barbara Schweizer e a cura di Elisabetta Barisoni, presenta oltre 50 lavori, dai dipinti di matrice picassiana degli anni Cinquanta alle terrecotte, fino ai pannelli in ceramica, le vetrate e le sculture in cemento e plexiglas esposte insieme ad alcuni originali pezzi degli anni Settanta e Ottanta. L’esposizione è quindi l’occasione per approfondire gli esiti di quel “desiderio plastico” che in Schweizer emerge con evidenza fin dagli esordi pittorici, e per apprezzare la poliedrica espansione del suo fare artistico nei diversi vocabolari di volta in volta impiegati.
LORENZO BARTOLINO SCULTORE DEL BELLO NATURALE
La Galleria dell’Accademia di Firenze ha inaugurato la prima grande mostra monografica dedicata a Lorenzo Bartolini (1777-1850), artista la cui opera ebbe un ruolo centrale nello sviluppo della scultura dell’Ottocento in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. L’esposizione, prendendo spunto dallo straordinario nucleo di modelli in gesso custoditi nella suggestiva Gipsoteca della Galleria dell’Accademia, farà finalmente emergere l’altissimo livello qualitativo della sua produzione e ne metterà in luce la ricchezza degli interessi artistici, che spaziano sui grandi temi portanti della sensibilità ottocentesca, quali il sentimento, la memoria, i valori etici e civili. Tre le sezioni della mostra: il periodo neoclassico e la committenza Bonaparte, l’affermazione dei nuovi valori del Purismo e la committenza internazionale, infine l’apertura sempre più decisa all’osservazione del vero naturale, che fa di Bartolini non più soltanto un fermo punto di riferimento per altri artisti suoi contemporanei, ma anche maestro di generazioni future. Attraverso le opere in mostra sono evidenziate le più importanti commissioni di sculture, a cui si affiancano quelle di arte decorativa, molto ricercate dall’ambiente cosmopolita gravitante nel periodo della Restaurazione a Firenze, divenuta tappa d’obbligo del Grand Tour. Fino al 6 novembre 2011.