Intervento del Presidente della Repubblica Napolitano alla Giornata Mondiale del Rifugiato
"Anche in Italia, – ha affermato il Capo dello Stato – si deve prendere più largamente coscienza della persistenza, della possibile ulteriore estensione del flusso dei rifugiati, della dimensione mondiale del fenomeno e della responsabilità cui nessun paese civile può sottrarsi".
"Non è immaginabile – ha rilevato il Presidente Napolitano – che ci si possa adagiare o attardare in egoistiche chiusure nazionali; che ci si possa illudere di esorcizzare così la realtà che preme alle nostre porte, la pressione che si trasmette da un continente all’altro per effetto dell’aspirazione alla pace e alla vita che muove tanti diseredati. Questo è il significato della Giornata Mondiale del Rifugiato, e ciò che essa dice anche al nostro paese. L’Italia si sta misurando con le ricadute dei movimenti liberatori, dei veri e propri moti rivoluzionari, che da mesi stanno scuotendo il mondo arabo, il Nord Africa, il Medio Oriente. Essa di certo non poteva guardare con indifferenza o distacco agli avvenimenti in Libia; non poteva rimanere inerte dinanzi all’appello del Consiglio di Sicurezza. E’ nostro impegno – ha sottolineato il Capo dello Stato – sancito dal Parlamento, restare schierati con le forze di altri paesi che hanno raccolto l’appello delle Nazioni Unite. L’afflusso sulle nostre coste di rifugiati e richiedenti asilo di varie nazionalità africane, pone problemi non lievi alle nostre istituzioni e amministrazioni. Problemi non lievi perché si tratta di un afflusso improvviso e intenso, giorno dopo giorno, e perché esso si è aggiunto ad un afflusso, anch’esso bruscamente intensificatosi, di immigrati illegali provenienti dalla Tunisia. Non si deve perdere, da parte dell’opinione pubblica italiana, la distinzione tra i due fenomeni : bisogna affrontarli insieme ma su piani anche giuridicamente diversi, secondo le rispettive regole quali finora definite in sede di Unione Europea".
"E’ giusto, in questa occasione, – ha quindi rilevato il Presidente Napolitano – sollecitare attenzione e collaborazione, innanzitutto al livello europeo, per le prove cui sta facendo fronte l’Italia, considerando che essa rappresenta agli occhi tanto dei migranti in cerca di lavoro e di vita migliore, quanto dei richiedenti protezione e asilo, la porta dell’Europa".
"Il problema che ci si pone – ha poi aggiunto il Capo dello Stato – è piuttosto quello di colmare i vuoti che ancora presentano la nostra legislazione nazionale e il nostro sistema di accoglienza, protezione e integrazione".
In questo contesto il Presidente Napolitano ha sottolineato come "sia stato importante il recepimento in Italia delle direttive europee del 2003, 2004 e 2005 in materia di asilo, e come, proprio di fronte alle recenti emergenze, la nostra Guardia Costiera e la nostra Marina Militare si siano generosamente impegnate per il salvataggio di profughi diretti verso le coste siciliane su imbarcazioni a rischio di naufragio. E a ciò hanno cooperato – ha concluso il Capo dello Stato – con slancio e abnegazione, specie a Lampedusa, tanti cittadini, autorità locali e forze di polizia. Purtroppo non si è riusciti ad evitare orribili sciagure, vere e proprie stragi di innocenti, vittime di un turpe criminoso traffico di esseri umani che richiede ben più energici interventi della comunità internazionale. Questo è lo spirito, questi sono gli intenti, secondo i quali – ha detto Napolitano rivolgendosi all’Alto Commissario Guterres – confido che l’Italia farà la sua parte, contando su un più efficace e coordinato impegno comune".