
E l’esistenza diventa una immensa certezza. Perché questo tema? Su uno scenario come quello attuale, che non si verificava da “diversi” anni, tra guerre, crisi, Borse in tilt e precariato, si staglia il titolo della XXXII edizione del Meeting di Rimini: “E l’esistenza diventa una immensa certezza”.
Parlare di certezze con queste premesse può sembrare ai più un ossimoro, eppure c’è chi ci crede.
Tornano all’attacco e più convinti che mai i ciellini, con la loro ricorrente kermesse riminese che è riduttivo definire evento culturale, politico, sociale o mondano. Centinaia di migliaia di persone che vedono l’alternarsi di volti di politici internazionali e nazionali, gente comune umile e impegnata nel sociale, uniti da un unico filo conduttore che è quello di trovare una soluzione ai problemi del presente, dare cioè una certezza alle persone che, mai come in questo momento, ne hanno bisogno.
Non si tratta solo di una messa in discussione di certezze che credevamo ormai acquisite – nella politica come nell’economia, nelle scienze come nell’etica, nella cultura come nella convivenza. Quello che è in gioco oggi è qualcosa di più serio, e quindi più seria è la sfida che ci pone.
In questo contesto di “incertezze” rientra il meeting del 26 agosto tenuto dal Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università la Sapienza di Roma, Mario Morcellini e presentato dal poeta e scrittore Davide Rondoni: Manzoni e il riscatto del popolo.
La domanda a cui si è cercato di rispondere sin dall’inizio è stata: come può un’esistenza diventare certa nel “guazzabuglio” della storia? Manzoni è un grande compagno di strada che ci permette di mettere a fuoco la nostra vita comparandola ai Promessi Sposi, romanzo popolare di portata mondiale. Si tratta di un libro manifesto nonostante i quasi due secoli che ci separano, e permette una rilettura in chiave moderna più attuale che mai con i suoi progetti, la riscossa degli umili, il concetto di popolo nato da compassione e sinonimo di “sfortuna e infelicità”, la duplicità dei termini miseria ed esclusione, non solo con valenza economica ma soprattutto politica.
Ma quella del Manzoni è solo una piccola parentesi in quanto l’intero Meeting verte in particolar modo su altri temi quali certezze, volti, presenze, fede, Dio, Cristo (siamo pur sempre nell’ambito di Comunione e Liberazione).
Ci viene dunque un’obiezione, legittima: la certezza è una cosa d’élite solo per chi crede? Interessante la spiegazione che ha dato Costantino Esposito, ordinario di Storia della filosofia all’Università di Bari, a Giorgio Paolucci di Avvenire: «Il tema della certezza ci fa capire che la differenza fra essere religiosi e irreligiosi non coincide affatto con quella tra un atteggiamento fideista e uno razionale. La religiosità vera è una dimensione propria della razionalità umana, nella misura in cui questa è sempre spalancata a ricercare il significato ultimo di sé e del mondo, a sorprenderne i segni e a seguirne le tracce. In questo senso l’uomo religioso è l’antitesi dell’uomo ideologico, cioè del “clericale”, di colui che identifica in un proprio schema mentale o in un determinato assetto di potere, il senso della realtà. Lo spirito laico, quello che sperimenta l’inquietudine della ragione sempre aperta a un fattore diverso da sé, è fatto per la certezza».
PROPONIAMO DUE DIBATTITI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI, RISPETTIVAMENTE QUELLO CON AMATO E QUELLO CON ALEMANNO/CALDEROLI/FASSINO
Amato al Meeting di Rimini 2011
Il Quirinale val bene una messa! di Etto Viper
Evviva anche noi potremo celebrare il nostro Enrico IV di Francia reincarnato in Giuliano Amato, l’unico, vero e inimitabile dottor sottile è tornato alla ribalta per una sua passerella al Meeting di Rimini di quest’anno a proposito della storia della nostra Costituzione.
A parte la mirabile competenza a proposito, ha dato il massimo del suo "espressivo quanto teatrale intervento" quando ha parlato, con consumata tecnica affabulatoria, della importanza dei cattolici nella politica italiana.
E via giù con mirate evocative citazioni: da Maritain a Paolo VI, da Ciampi a Togliatti, da De Gasperi a Moro, con la premura presbiteriale di evitare i luoghi di perdizione come la Sardegna, dove pure i chiassosi pargoli presenti in sala avevano ben compreso che la virata del nostro stagionato savonarola era diretta al Berlusconi, ormai nemmeno più nominato.
Come Enrico IV di Francia, il nostrano dottor sottile, evidentemente si era dimenticato di essere stato un brillante laico-socialista, prima con Craxi come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi Presidente Tecnico del Consiglio instradato dal centrosinistra e famoso per aver tassato i conti correnti degli Italiani. E oggi si propone come traghettatore di anime dalla sponda di sinistra a quella dei cattolici, per l’amore della Patria? Forse……… O forse per una candidatura al Colle più alto, ed ecco che una bella comparsata alla Carramba nell’Assise Ciellina può fare il miracolo della conversione di Giuliano laico in cattolico, no apostata!!! Quante ne vedremo ancora? Che il Padre Eterno ci dia la salute per vederne ancora tante!
Cambio di stile: dalla teologia di Amato alla demagogia fassiniana
Pubblico in visibilio al Meeting di Rimini 2011 durante la breve e intensa, quanto ripetitiva e poco innovativa, kermesse tenutasi nell’affollato auditorium.
Ad alternarsi la parola, tra un applauso e un fischio, il Sindaco di Roma G. Alemanno, il Ministro per la Semplificazione Normativa R. Calderoli, il Sindaco di Torino P. Fassino e il Professore Ordinario di Diritto Costituzionale L. Antonini. Poche le novità, tante le reiterazioni ovvie di idee giustissime se solo venissero applicate e non restassero vane parole vaganti nell’Apeiron greco proferite per accaparrare un consenso espresso con un mero battito di mani.
A guarnire il tutto, lo scambio di battute “al vetriolo” tra Calderoli e Alemanno, vera caduta di stile da parte di chi dovrebbe dare il buon esempio.
Unica nota positiva, il commento di Calderoli sulla “Patrimoniale” (tassa sui grandi patrimoni), che dovrebbe essere imposta a tutti gli evasori totali o parziali e non ai cittadini onesti che hanno sempre rispettato le regole e per i quali prevede un’esenzione.
Chissà se si riuscirà ad applicare anche solo un terzo delle idee dei “grandi”. Ce lo auguriamo, anche se tra il dire e il fare …
MEETING RIMINI IN CIFRE, UN BILANCIO DA 8,5 MILIONI: TUTTI I NUMERI DELL’EDIZIONE 2011
È tornato anche quest’anno l’evento straordinario che ha trasformato la città romagnola nella capitale della cultura internazionale, invasa da quello che viene definito “il popolo del Meeting”.
Sono stati 115 gli incontri proposti dalla XXXII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, con 26 spettacoli, 10 mostre, 11 manifestazioni sportive e 332 relatori che hanno animato e arricchito i vari dibattiti con i loro preziosi interventi. Di fondamentale importanza l’intervento dei ben 3.270 volontari provenienti non solo da ogni angolo d’Italia ma anche dall’estero come Egitto, Russia, Gran Bretagna, Brasile, Camerun, Canada, Cile, Costarica, Francia, Kosovo, Lituania, Messico, Nigeria, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Ucraina e da altri paesi che, grazie alle loro energie e competenze, hanno conferito quel clima multiculturale che da sempre caratterizza il Meeting riminese. Sono state circa 260.000 le presenze alberghiere per un giro d’affari complessivo, tra hotel, appartamenti, ristoranti, merci e trasporti pari a 30 milioni di euro.
I luoghi e gli spazi occupati sono stati quelli di Rimini Fiera (170.000 mq coperti), opportunamente trasformati dal lavoro dei volontari, che hanno ospitato le molteplici proposte della manifestazione ed erano ben collegati con Rimini città tramite navette e treni.
Dieci le sale e gli spazi che hanno ospitato gli incontri: l’Auditorium B7 (che può contenere 10.000 persone), la Sala A3 (5.000 persone), il Salone B7 (4.000 persone), la Sala C1 (1200 persone), la Sala Neri (800 persone), la Sala A3 ridotta (2500 persone), Eni Caffè letterario D5 (600 persone), le sale Mimosa e Tiglio (da 200 persone ciascuna), lo spazio “Caffè con…” B5 (500 persone).
L’Arena D3 (da 3.000 posti) e il Teatro Frecciarossa D2 (400 posti) erano le aree riservate agli spettacoli.
Fuori dalla “Fiera”, nel centro storico di Rimini, si sono svolti lo spettacolo inaugurale “E’ festa” (in piazza Cavour), la mostra “La sapienza risplende. Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento” (al Museo della città, fino all’1 novembre), una liturgia in rito bizantino slavo (nella Chiesa di Sant’Agostino) e 7 appuntamenti sportivi come duathlon, triathlon, torneo di rugby under 16 e ciclismo.
Per finire, sono stati numerosi i meeting di rilevanza internazionale con la presenza di personaggi di spicco come 150 anni di sussidiarietà che ha visto la partecipazione di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana; L’uomo, il volto, il mistero, capolavori dai Musei Vaticani con Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani; L’Italia unita: storia di un popolo in cammino con Giuliano Amato, Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ed ex ministro dell’economia; Quali certezze in un mondo incerto? con John Elkann, Presidente di Fiat; La riforma del federalismo fiscale con Gianni Alemanno, Sindaco di Roma, Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione, Piero Fassino, Sindaco di Torino, e tanti altri.