Link utili
LA MACCHINA DELLO STATO. LEGGI, UOMINI E STRUTTURE CHE HANNO FATTO L’ITALIA

CARAVAGGIO A CUBA

ALBERTO BURRI GRAPHEIN. L’OPERA GRAFICA

MOSTRA INTERNAZIONALE DEDICATA A GIORGIO MORANDI E JOSEF SUDEK

DA PARMIGIANINO A PIAZZETTA. TESTE, ANIMALI E PENSIERI BIZZARI NEI DISEGNI DELLA GALLERIA ESTENSE
Una collezione principesca nella dimora di un Duca: la Reggia di Ferrante Gonzaga a Guastalla, nel Reggiano, cui un lungo intervento di restauro ha restituito l’antica dignità, ospita una mostra che racconta una segreta passione di un’altra dinastia, quella degli Este, per il collezionismo di disegni. Due Case ducali, imparentate da secoli, che ebbero con Margherita, figlia di Alfonso III, il "Duca Cappuccino", andata in sposa al duca Ferrante III di Guastalla, l’ultimo matrimonio Este – Gonzaga, nel 1648. L’esposizione non propone dunque disegni "qualunque" bensì opere curiose, particolari, inconsuete, testimonianze d’eccezione di un gusto che esplose nelle Corti europee a partire dal Cinquecento e che ebbe nei Duchi d’Este collezionisti particolarmente attenti e qualificati. Tutti i disegni provengono dalla Galleria Estense di Modena, città dove gli Este insediarono la loro corte dopo la Devoluzione della loro capitale, Ferrara, al Papato. Nella quasi totalità si tratta di opere mai sino ad oggi esposte al pubblico. Al Palazzo Ducale di Guastalla (RE), fino al 4 dicembre 2011.
IL BELPAESE DELL’ARTE. ETICHE ED ESTETICHE DELLA NAZIONE
L’esposizione, a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini, vuole riproporre l’immagine dell’Italia nel mondo nella molteplicità delle sue espressioni visive: dal cinema all’arte, dalla letteratura al Made in Italy, dalla cultura d’élite a quella popolare, attraverso 200 opere di artisti italiani e internazionali, ma anche di ‘cose e fatti’ – come gli scritti di Rita Levi Montalcini grazie ai quali le è stato assegnato il premio Nobel – dall’Ottocento ai nostri giorni. L’iniziativa, che si tiene in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, dimostrerà quanto la creazione artistica abbia influenzato in maniera determinante, soprattutto in questo ultimo secolo e mezzo di storia, l’organizzazione pratica della vita sociale italiana. A tal proposito, Il Belpaese dell’Arte proporrà esempi storici rilevanti – come i ritratti dei circa 200 garibaldini della spedizione dei Mille, provenienti da Bergamo e Provincia, o una cinquantina di caricature dei parlamentari italiani, disegnati dal senatore Tecchia sulla carta intestata del Parlamento, verso la fine dell’Ottocento – nei quali la memoria trattenuta nell’arte si è riverberata, quale fusione tra passato e modernità di etica ed estetica, in campi a lei affini come l’architettura e il design, o in altri dissimili come il paesaggio, la religione, la politica. A Bergamo, GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, fino al 19 febbraio 2012.
ICONE RUSSE
La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, diretta da Rossella Vodret, e Il Cigno GG Edizioni, casa editrice diretta da Lorenzo Zichichi e Norberto G. Kuri, presentano la mostra Icone Russe (XV-XX secolo). La mostra, inaugurata il 26 settembre da S. E. Rev.ma il Cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa e Francesco Maria Giro, Sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è curata da Nikolaj Zadorozhnyj, Direttore del Museo delle Icone Russe di Mosca, da Irina Šalina vice Direttore scientifico del Museo delle Icone Russe e Giorgio Leone, Storico dell’arte della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma. L’esposizione, rientra nel contesto delle manifestazioni dell’anno della Cultura e della Lingua Russa in Italia e della Cultura e della Lingua Italiana in Russia. All’interno delle Sale di Castel Sant’Angelo sede del Museo Nazionale diretto da Maria Grazia Bernardini fino al 12 febbraio, saranno visibili quaranta icone provenienti dal Museo delle Icone Russe di Mosca.
IL SIMBOLISMO IN ITALIA
Palazzo Zabarella a Padova ospita dal 1° ottobre 2011 al 12 febbraio 2012 la mostra "Il Simbolismo in Italia". Il tema e l’ambito sono ben noti: a cavallo tra Otto e Novecento, l’inconscio irrompe nell’arte e nulla sarà più come prima. E’ la scoperta di un mondo "altro", affascinante, intrigante, di una nuova lente che vira la percezione di ogni realtà, si tratti di un paesaggio fisico e di un moto dell’anima. E’ la storia di un movimento che si estende velocemente su scala europea ma che qui viene compitamente – ed è la prima volta – indagato nella sua fondamentale vicenda italiana. Non senza proporre confronti oltre confine e in particolare con l’ambito austriaco del Simbolismo: valgano tra tutti la Giuditta – Salomè, di Gustav Klimt o Il Peccato, celebre capolavoro di Franz von Stuck: due opere che valgono da sole la visita alla mostra.
VENEZIA E L’EGITTO
I rapporti millenari tra Venezia e l’Egitto raccontati per la prima volta attraverso oltre 300 opere. In mostra si potranno ammirare importanti reperti archeologici di provenienza egiziana rinvenuti nel territorio veneto (il tesoretto tolemico di Montebelluna, la testa di sfinge del Museo archeologico di Verona, la Statuetta di Iside conservata ad Aquileia, come pure la testa di sacerdote isiaco dal Museo Civico di Trieste o la piccola statuetta bronzea di Anubi, del I-II secolo d.C., rinvenuta a Costabissara vicino a Vicenza), importanti testimonianze egizie provenienti dal Tesoro di San Marco (come l’Urna di Artaserse I o l’Ampolla degli Arieti realizzata al Cairo alla fine del X secolo) e si potrà ripercorrere l’immagine di San Marco e le sue storie grazie a pezzi memorabili, quali il reliquiario di San Marco giunto appositamente dai Musei Vaticani, i dipinti di Lorenzo Veneziano e Jacobello dal Fiore o la straordinaria Pala Feriale di Paolo Veneziano, prestata eccezionalmente, e mai prima d’ora, dal Museo Marciano: forse il più importante dipinto dell’intero ‘300 veneziano. Così come viene indagato l’affermarsi dell’iconografia del Leone marciano, nello stesso periodo in cui il sovrano del Cairo Baybars veniva soprannominato il “leone d’Egitto” e innalzava come insegna araldica proprio un leone. Ecco dunque bolle dogali, monete, il Capitolare del cottimo di Alessandria, il Dinar d’oro di Baybar, con raffigurato il “suo” felino. La mostra ci conduce poi lungo la rotta del Levante, tra consoli ambasciatori, mercanti e pellegrini. A Venezia, Palazzo Ducale, dal 1° ottobre 2011 al 22 gennaio 2012.
NOVA EX ANTIQUIS. RAFFAELLO BERTIERI E IL RISORGIMENTO GRAFICO
Anche le arti grafiche hanno avuto il loro Risorgimento e il loro Camillo Benso Conte di Cavour: oggi pochi ricordano la straordinaria e poliedrica figura di Raffaello Bertieri, fiorentino ma milanese di adozione, e la sua rivista “Il Risorgimento Grafico” (1902-1941) capaci di riportare a nuova vita la tipografia italiana decaduta nell’Ottocento. In nome di Bodoni e dei grandi maestri calligrafi e tipografi del nostro Rinascimento, Bertieri innalzò il sapere tecnico, studiò i modelli della grande tradizione italiana, disegnò e fece fondere magnifici caratteri, educando il gusto del pubblico con un assiduo apostolato. La Biblioteca Nazionale Braidense, in collaborazione con l’Associazione Culturale Studi Grafici, celebra il 70° anno dalla morte di Raffaello Bertieri (Firenze 1875 – Milano 1941), editore e tipografo di grandissimo gusto e sensibilità, con l’esposizione di alcune delle pagine più espressive della rivista “Il Risorgimento Grafico” (1902-1941), di cui fu direttore e proprietario, insieme a libri, stampati, caratteri tipografici originali e preziosi materiali inediti. La mostra, allestita nella splendida cornice della Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano (via Brera 28) dal 4 ottobre al 16 dicembre (aperta dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 13.00, con ingresso libero, chiusa domenica e festivi), sarà inaugurata lunedì 3 ottobre 2011 alle ore 16.
GEORGIA O’KEEFFE
Dopo lo straordinario successo della mostra su Edward Hopper, la Fondazione Roma rende omaggio ad un’altra icona dell’arte americana del XX secolo: Georgia O’Keeffe. Per la prima volta in Italia una grande retrospettiva storica intende esplorare il complesso universo dell’artista che, attraverso la visione delle forme naturali e architettoniche del mondo, ha cambiato il corso della storia dell’arte moderna. Promossa dalla Fondazione Roma, organizzata dalla Fondazione Roma Arte Musei con Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung, Helsinki Art Museum e Arthemisia Group in collaborazione con il Georgia O’Keeffe Museum, la mostra sarà ospitata nelle prestigiose sale del Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla dal 4 ottobre 2011 al 22 gennaio 2012. Dopo la sede romana l’esposizione si trasferirà a Monaco presso il Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung dal 3 febbraio al 13 maggio 2012 e successivamente a Helsinki presso l’Helsinki Art Museum dal 31 maggio fino al 9 settembre 2012. Georgia O’Keeffe è fra le più famose artiste d’America. Nel 1920 divenne una delle capofila dell’arte modernista riscuotendo una straordinaria attenzione e un grande successo di pubblico e di critica.
FILIPPINO LIPPI E SANDRO BOTTICELLI NELLA FIRENZE DEL ‘400
La mostra delle Scuderie del Quirinale, "Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400", vuole presentare al pubblico i circa trentaquattro anni di attività del maestro, proficui come pochi altri, per quantità e qualità di opere: dalle tavole agli affreschi, ai raffinati disegni su carte colorate, veri e propri capolavori a se stanti. Opere celebri e preziosissime che giungono per l’occasione, come consuetudine per le grandi mostre delle Scuderie del Quirinale, dai più importanti musei di tutto il mondo e da poche, superbe, collezioni private. Grazie, infine, alla fondamentale collaborazione del Polo museale fiorentino, del Fondo Edifici di Culto e grazie al contributo generoso di associazioni private come "Friends of Florence", la mostra offre un’occasione unica per vedere riuniti i capolavori del maestro toscano proprio a Roma dove Filippino ha studiato le antichità e lasciato il ciclo affrescato della cappella Carafa, ripercorrendone la vicenda umana e artistica e offrendo la possibilità irripetibile di confronti con alcune opere del grande Botticelli, maestro, amico e infine rivale.