La prevenzione nei posti di lavoro deve diventare cultura di sicurezza

Presidente Sartori, qual è la situazione degli infortuni sul lavoro nel Paese? “I dati rilevati dall’INAIL rispecchiano come, ormai da tempo, l’andamento infortunistico sul lavoro in Italia sia caratterizzato da un miglioramento di carattere senza dubbio strutturale. Se, infatti, soltanto dieci anni fa si registravano quasi 1.500 vittime l’anno, nel 2010 i morti sono stati 980. Naturalmente questi risultati non vanno accolti con trionfalismo, perché anche una sola vittima sul lavoro è moralmente inaccettabile. Ma ciò non toglie che ‘intaccare’, sia pure di poco, la soglia psicologica dei mille casi rappresenti comunque una realtà non di poco conto e, al tempo stesso, un risultato che conferma come il Paese – dalle sue forze politiche e istituzionali alle parti sociali – abbia imboccato la strada giusta”.
Cosa intende per promozione di una cultura della sicurezza?
“Credo che in Italia sia ormai in moto – e i numeri, per l’appunto, lo confermano – una sorta di “processo virtuoso” che sta sempre più sensibilizzando le imprese, i lavoratori e l’opinione pubblica in generale sull’imprescindibilità dei temi della salute e della prevenzione e sul loro valore etico, sociale ed economico. Il potere svolgere la propria professione in un ambiente e con modalità che garantiscano in modo totale la salute si sta affermando, dunque, nella “mentalità” della popolazione in tutto il suo significato di “diritto sociale” e di paradigma indiscutibile. Questo è il risultato di uno sforzo generale che ha visto coinvolti – a partire dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – le Istituzioni, la politica e le parti sociali, portando a un reale consolidamento di questi temi nella coscienza collettiva del Paese. E in tale ambito, devo sottolinearlo, l’Inail sta svolgendo un ruolo propulsivo strategico in tutto ciò che riguarda l’attività preventiva”.

Cosa fa l’Inail per garantire la tutela e la sicurezza dei lavoratori sui posti di lavoro? “Nel corso di questi ultimi anni, gli interventi del legislatore hanno ampliato in modo significativo la finalità e le funzioni dell’Inail. In particolare, il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro ha riconosciuto nell’Istituto un primario soggetto istituzionale nel sistema prevenzionale italiano attraverso un’ulteriore focalizzazione della sua mission in quella che viene definita la “piena presa in carico” del lavoratore infortunato. Questo significa, dunque, che il nostro compito non si esaurisce più nel “tradizionale” ambito assicurativo, ma comprende un’ampia serie di obiettivi ugualmente fondamentali quali la cura e la riabilitazione dell’assistito e il suo pieno reinserimento nella vita sociale e professionale. Non solo. Il governo – accogliendo il nuovo Piano industriale predisposto subito dopo il mio insediamento alla presidenza dell’Istituto – ha sancito l’incorporazione di Ispesl e Ipsema all’interno dell’Inail, facendo nascere, così, il Polo della salute e della sicurezza. Tutto questo – in sintesi – ha fatto del nostro Istituto un vero e proprio consulente globale della prevenzione sui luoghi di lavoro, garantendogli di svolgere un ruolo strategico anche in un settore fondamentale come la ricerca. In definitiva l’Inail potrà giocare un ruolo sempre più strategico in tutto ciò che concerne l’attività preventiva, nel rispetto di una prospettiva culturale/scientifica che va dalla diffusione di buone pratiche a una rigorosa sistemica di approcci e metodologie per rendere sempre più sicura l’attività dei lavoratori”.
Quali sono le prospettive della sicurezza per il futuro e i relativi programmi dell’Inail, considerando la gravità dell’attuale crisi economica?
Per quanto ci riguarda la crisi economica in corso può solo rappresentare un ulteriore stimolo a procedere con ancora più vigore nella strada già intrapresa. E questo significa spingere al massimo sul pedale della prevenzione, intesa in tutte le sue declinazioni e nel pieno rispetto di quanto oggi la legge ci riconosce: la formazione (attraverso i sempre maggiori protocolli di partnership con le parti sociali), le strategie premianti nei confronti delle aziende “virtuose” sul fronte infortunistico, la vigilanza e il potenziamento dell’attività di business intelligence per stanare il lavoro nero e favorirne l’emersione, l’attività sanitaria e la ricerca sul fronte protesico per favorire il reinserimento degli infortunati e, naturalmente, le agevolazioni alle imprese che vogliono investire sulla sicurezza dei propri dipendenti. Solo quest’ultimo capitolo vedrà l’Istituto impegnare nel triennio 2011/2013 un complesso di circa 750 milioni di euro a favore delle pmi: ovvero quello che rappresenta il 98% del tessuto economico italiano. Infine, ed è un dato che cito con particolare orgoglio, c’è anche il ruolo di sostegno che l’Istituto svolge – grazie alle sue disponibilità finanziarie – per la ricostruzione dell’Abruzzo colpito dal sisma, un capitolo che impegna ben due miliardi di euro. Insomma: interventi davvero a tutto campo nella prevenzione in una sfida a 360 gradi per l’abbattimento del fenomeno infortunistico”.
Presidente, più volte il Presidente della Repubblica Napolitano, è tornato sui temi del lavoro e della tutela della sicurezza dei lavoratori, temi a dire la verità prontamente recepiti dal Rapporto annuale da lei presentato, ma un passaggio della relazione ci ha colpito particolarmente: quello sui giovani. Ce ne vuole parlare?
Il tema dei giovani e, di conseguenza, quello della scuola sono ambiti di importanza strategica straordinaria sui quali l’Inail vuole intervenire. Per una ragione molto semplice: gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani, e diffondere la cultura della prevenzione a partire dai banchi di scuola è una risorsa essenziale per potere contare in futuro su professionisti attenti e scrupolosi non solo nel tutelarsi, ma nell’esigere le tutele che spettano loro di diritto in materia di salute e sicurezza. Per questo l’Istituto vede nel ministero della Pubblica istruzione uno dei partner privilegiati coi quali lavorare, e per questo sono numerosi i progetti che abbiamo attuato – uno per tutti, il progetto “Silos” – e che hanno coinvolto in modo attivo gli allievi di istituti di ogni ordine e grado del Paese. Non sto parlando, dunque, soltanto delle risorse che l’Inail stanzia per la rimozione delle barriere architettoniche: interventi comunque importanti poiché consentono la predisposizione di istituti “strutturalmente” più sicuri. Sto parlando, ancora una volta, di un’autentica “educazione” alla prevenzione che, in un piano di medio e lungo termine, darà risultati straordinari nel contenimento del fenomeno infortunistico. Infine, voglio segnalare un progetto in fase di sviluppo destinato a rivestire un ruolo essenziale nel collegamento tra mondo del lavoro, istruzione e istituzioni: la Scuola superiore per la prevenzione, un’operazione che darà vita a un sistema formativo di eccellenza nel contesto nazionale e connotato da un elevato standard di qualità, dove la formazione è integrata con la comunicazione, l’informazione e la diffusione delle conoscenze”.
BIOGRAFIA
Nato a Busto Arsizio il 31 maggio 1963, Marco Fabio Sartori è Presidente dell’Inail dal 2008.
Laureato in Scienze politiche, con tesi in Storia dei movimenti sindacali, Sartori è stato deputato nella XI e XII legislatura e ha svolto l’attività parlamentare nella XI Commissione Lavoro, di cui è diventato presidente durante la XII legislatura. Relatore della legge di Riforma delle pensioni (n. 335/8 agosto 1995) e di altri importanti provvedimenti legislativi, nel settembre 1995 è stato a Pechino in rappresentanza della Camera dei Deputati alla Quarta conferenza mondiale delle donne. Capo segreteria del ministero del Welfare ed esperto presso il Gabinetto del ministro, Sartori è stato componente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (dal 2002 al 2006) e vice commissario nella procedura di amministrazione straordinaria Volare – Air Europe Airlines (dal 2004 al 2005). Dal 2002 è consigliere di amministrazione di Italia Lavoro spa, di cui nel 2005 è diventato presidente.