Trama del documentario “Toxic” (2009) di Francesca Romana del Sette: malattie mai riscontrate affliggono senza cura l’umanità e le probabili cause sono da imputare al “tossico” che abbiamo attorno.
L’ambiente è messo a dura prova dalle sostanze chimiche prodotte che contaminano tutto fino ad uccidere.
Il primo approccio per capire come difendersi sta nel prendere coscienza. Il documento-inchiesta di “Toxic” si articola in una trentina di interviste con malati, ricercatori, associazioni, enti cercando di far emergere il vero volto della realtà italiana.
Della serie la realtà supera la fantasia, oggi non sappiamo se una sindrome come la sensibilità chimica multipla sia una malattia. Vuoi per un parlarne poco per “strani interessi non meglio identificati”, vuoi per le storiacce di taluni medici facinorosi finiti in deplorevoli cronache di costume, vuoi per l’uso massiccio e facile di costosi integratori (e anche qui insistono sospetti interessi farmaceutici), vuoi per la supponenza di una inadeguata informazione, “di parte e non” e spesso “autoreferenziale”, vuoi per facili diagnosi dove tutto è mcs o stress, queste persone, non so se chiamarli “malati affetti da mcs”, non sanno come fare sia per vivere che curarsi.
E’ anche vero che molte persone, nella loro ignoranza e per pigrizia o rifugio psicologico, pensano di avere sintomi da mcs, in realtà un medico serio potrebbe diagnosticare una banale allergia e aiutarla a superare, ma condizionati da una certa “moda da mcs facile” si mettono letteralmente in mano a medici cialtroni che trasformano le incertezze dei presunti malati in certezze solo per spillargli denari e propinare loro senza nessun criterio scientifico integratori pressoché inutili e tanto tanto costosi. Queste persone entrano nel tunnel della ricerca del biologico: dal detersivo al pane, facendosi letteralmente turlupinare da “tecniche discutubili del commercio biologico” e spendendo patrimoni per essere letteralmente presi in giro (ultima stranezza è la singolare concomitanza tra la presunta pericolosità dei campi elettromagnetici prodotti dai computer fissi e portatili e la produzione in essere di una multinazionale di presunti schermi anti radiazioni). Comunque
in Italia la mcs non è riconosciuta come malattia.
Il fiorire di interrogazioni parlamentari, di tavoli di lavoro governativi con esperti, di iniziative di enti locali hanno costituito e costituiscono una valida opera di sensibilizzazione del grave problema del riconoscimento della mcs come malattia sia a livello sociale che economico.
Per cercare di fornire una corretta informazione a persone che soffrono, il numero ci interessa poco, pubblichiamo in allegato il resoconto pubblico prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità, al cui servizio <Malattie rare> dobbiamo riconoscere una grande serietà e disponibilità a collaborare, nel quale si fa il punto della questione.
Allegati (vedi in "Documenti")