RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

di | 7 Mar 2012

Da: AMICA [mailto:amica@infoamica.it]
Inviato: venerdì 2 marzo 2012 14:17
A: redazione.italianitaliani@gmail.com
Oggetto: Richiesta di RETTIFICA

Sono a chiedere per nome e per conto dell’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale la rettifica dell’articolo sulla Sensibilità Chimica Multipla, che è gravemente lesivo per l’immagine della malattia e dei malati stessi.

https://www.italianitalianinelmondo.com/2010/notizie.php?id=657&s=1

Si conclude, infatti, dicendo che la MCS non è riconosciuta. Questo è falso: la MCS è riconosciuta come rara da ben tre regioni, cioé Puglia, Basilicata e Lazio e una ragione, le Marche, assicura fondi per la tutela dei malati anche senza aver riconosciuto la patologia.
Tra l’altro il parere del Consiglio Superiore di Sanità è stato aspramente criticato per la sua faziosità e incompletezza al punto che riferiva di un parere dell’OMS che è del tutto inesistente come abbiamo avuto conferma dalla dirigente stessa dell’OMS, dott.ssa Maria Neira.
Tale parere è invenzione di medici consulenti dell’industria e pubblicata da Anonimo su rivista di fondazione finanziata dall’industria.
Purtroppo il vostro articolo non fa altro che contribuire alla cattiva informazione in merito alla malattia, generando confusione nell’opinione pubblica.
I malati non vanno alla ricerca di prodotti biologici per una fissazione psicologica, come avete suggerito. Ciò è gravemente insultante da parte vostra è come dire che pazienti paralizzati sono troppo pigri e dunque usano la sedia a rotelle.
Per i malati di MCS, che soffrono di una carenza dei sistemi di disintossicazione enzimatica delle sostanze chimiche (come hanno dimostrato i ricercatori italiani in un prezioso studio del 2010), i profumi, detersivi, mobili trattati, plastiche, ecc. sono barriere chimiche al pari delle barriere architettoniche per gli invalidi motori.
Chiediamo, pertanto, che tale articolo venga corretto adeguatamente o rimosso dal vostro sito entro 10 giorni dal ricevimento della presente.

Distinti saluti.

Lucietta Chiafalà
Presidente di AMICA

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Diffida della falsa conoscenza, è peggiore dell’ignoranza.
                                                                                       George Bernard Shaw
Risposta del Direttore

Gentile Signora Chiafalà,

non mi capacito proprio della sua perentoria invettiva contro l’articolo scritto dal nostro Massimo Micheli. Con coscienza, l’articolista ha ricordato una verità incontrovertibile: lo Stato Italiano non riconosce ancora la mcs  come una malattia.
Non lo sostiene Micheli, bensì le istituzioni sanitarie del nostro Paese. E a tale proposito la prego di rileggersi l’intervista apparsa sul nostro Portale  nell’ottobre 2011 alla Vostra Vicepresidente Silvia Bigeschi, la quale afferma testualmente:

"Nel nostro Paese la MCS è inserita nelle “Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati” grazie ad un accordo del 2001 tra stato regioni e province autonome, ma ancora non gode di un riconoscimento ufficiale a livello nazionale."
 
In merito alle considerazioni del nostro articolista, non solo le condivido, ma sono state intese come ulteriore premura nei confronti di molte persone. Da quando in qua invitare ad aprire meglio gli occhi sulle cose terrene è ritenuto offensivo? Ci vuole ben altro per chiedere di rimuovere un articolo.

Abbiamo ricevuto molte comunicazioni di posta elettronica di indignazione, ma solo di aderenti alla Sua Associazione e ne abbiamo ricevute altre di condivisione dell’articolo.
Inoltre, prima di chiedere di censurare, lei ha letto l’intervista alla Bigeschi?
Delle due l’una: scrivere con obiettività o riportare i vostri comunicati come dispacci? La Redazione ed io propendiamo esclusivamente per l’obiettività, da sempre!
La prego, non vorrei pensare che l’articolo del Micheli, vista la reazione, possa aver scatenato una così forte vostra fibrillazione.
Non solo non vogliamo offendere le persone ma desideriamo essere al loro servizio: non avremmo pubblicato l’intervista con la vostra Vicepresidente se solo fossimo condizionati da voleri perversi.
Piuttosto Presidente, mi permetto suggerirle una maggiore  serena disponibilità al dialogo che farebbe bene, molto bene alla vostra nobile causa per il riconoscimento di quanto reclamate. Chiudersi in difesa e invocare censure allontanerebbe il consenso.
 

Luciano Tommaso Gerace