Brilla Monti sulla scena internazionale

Mentre gli inviati di giornali grandi e piccoli al seguito di Monti si ostinano quasi ossessivamente a chiedere al nostro Presidente del consiglio di che fine farà l’articolo 18 e dei destini del governo, Monti tiene la scena con grande dignità e brillantezza.

Estremo paradosso italico perché tutti i Capi di stato e di governo dei principali Paesi del mondo si incontrano in sud Corea per affrontare la cruciale questione del “controllo” dell’energia nucleare. Tema complicato e pericoloso, di stringente attualità, dopo il disastro giapponese, la sempre più azzardata provocazione dell’Iran che mette a rischio la sicurezza di Israele, con possibili reazioni “avventate” del governo di Tel Aviv, sempre più riottoso di fronte alla cautela dello stesso governo americano.

Ma una minaccia non meno incombente è legata alla situazione del nord Corea dopo la morte “dell’amato leader”, celebrato dal successore – nipote carissimo del defunto dittatore – con un imponente raduno di massa di oltre un milione di nord coreani costretti a subire una feroce dittatura con il non invidiabile primato di una povertà spaventosa e di un esercito il più numeroso del mondo. Ovviamente anche l’Italia e tutta l’Europa ne sono fortemente interessati.

Il mondo – fortunatamente – privo da tempo di una potenza egemone nei termini tradizionali, vede con analoga preoccupazione, Cina compresa, questi pericoli e questi gravi rischi che potrebbero causare danni a tutta la comunità internazionale. Prezioso dunque il viaggio asiatico del nostro Presidente del consiglio e non solo per i suoi risvolti economici. Da tempo non si verificava una presenza così dignitosa e qualificata del nostro Paese nelle relazioni internazionali.

Significativo l’incontro con Obama il quale, di sua iniziativa ha voluto incontrare il nostro Capo di governo. Le stesse immagini televisive dicono del carattere estremamente informale e molto cordiale con il presidente Usa che ha voluto complimentarsi con Monti per l’azione di risanamento e di sviluppo dell’Italia e anche per il rilancio non solo economico ma di ruolo e responsabilità politica che tutta l’Europa è chiamata a svolgere in misura crescente.

Non meno importante l’incontro con il Presidente indiano con il quale Monti ha discusso della condizione dei nostri due marò e dell’altro italiano rapito e ancora in mano ai ribelli maoisti auspicando reciprocamente una soluzione positiva. Non saremo certo noi a negare l’importanza, specie in questa fase, di discussioni e sollecitazioni per investimenti che potrebbero contribuire al superamento della crisi. Non credo che gli interlocutori di Monti saranno angosciati – come in casa nostra – per la riforma dell’articolo 18, meglio di quella piccola parte che riguarda i cosiddetti licenziamenti economici.

Cominciano in qualche misura a rendersene conto anche i politici di casa nostra, che non potranno non apprezzare il rovesciamento totale della consolidata prassi non solo di Andreotti, ma di tutti i Presidenti della cosiddetta prima Repubblica, in genere sempre contrari "a tirare politicamente le cuoia”.
 

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