La Politica che non c’è…

di | 1 Lug 2012

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Che si arrivasse a tanto non è di per sé sorprendente. Spartizione e lottizzazione sono da troppo tempo un segnale inequivocabile della degenerazione – al centro e in periferia – della politica e della crisi profonda dei partiti ridotti a sistema partitocratico autoreferenziale: a destra e a sinistra, purtroppo.

Alla Rai in particolare, in barba e a spese dei cittadini, tutto è lottizzato, non solo i vertici. Una dirigenza squalificata e scaduta anche giuridicamente, resta a galla comunque, proseguendo imperterrita in totale contrasto con quella che dovrebbe essere la sua natura e missione di servizio pubblico. Quanto accaduto del resto a Milano e a Roma, praticamente nelle stesse ore, ne è terrificante conferma. Le nomine per le commissioni di garanzia e lo stato di impotenza o di indifferenza compromissoria dei partiti – ciascuno attento a garantirsi uno spazio, una presenza per condizionare a vantaggio della propria parte e continuare a spartire – esprimono solo tracotanza e purtroppo non fanno più scandalo.

Come in Rai, così a Milano o in Parlamento. Palazzo Madama nega l’arresto del senatore De Gregorio accusato di riciclaggio per le vicende esemplari di Lavitola mentre con analoga alleanza Lega-Pdl il consiglio regionale lombardo respinge la richiesta di dimissioni del presidente Formigoni, attore incontrastato delle cronache di questi giorni, per le sue vacanze esotiche e le gite in panfilo tra le scogliere sarde, tutto pagato dal suo amico Daccò in carcere da mesi per truffa e intrallazzi vari.

Questo è purtroppo lo stato in cui i partiti hanno ridotto la politica, campo di lotta o di accordi sottobanco per la sopravvivenza purchessia, senza alcun pudore e senza legittimazione.
Che senso ha lamentarsi di Grillo, quando la sua protesta è alimentata proprio da simili comportamenti? Del resto non mancano irresponsabili – anche Stefano Fassina e non solo Giuliano Ferrara – che vorrebbero elezioni anticipate e mandare a casa Monti il prima possibile.