Intervista esclusiva a Giuseppe Dalla Torre

di | 1 Ago 2012

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In che cosa si differenzia la vostra Università?

È da premettere che nel sistema universitario italiano i corsi di laurea di primo e secondo livello (laurea triennale e laurea magistrale), nonché le Scuole di specializzazione, sono soggette ad una rigorosa disciplina degli ordinamenti e dei curricula da parte Ministeriale, per cui i percorsi formativi sono inevitabilmente eguali in ogni Ateneo. Le differenze tra Università ed Università attengono, quindi, ai contesti entro i quali i corsi si collocano ed alle peculiarità delle figure professionali che si intendono formare. Nel nostro caso la prima differenza è che la Lumsa tende non solo ad una buona formazione professionale dei propri studenti, ma anche e prima ancora ad una loro educazione umana e civile. In quanto Università cattolica, ancorché aperta a tutti, orienta tutta la propria offerta formativa verso grandi valori che danno senso ad una professionalità concepita non solo come acquisizione di capacità tali da far primeggiare nel mondo del lavoro, ma anche come strumento per contribuire a migliorare la società. Si tratta, in particolare, dei valori della dignità della persona umana e dell’eguaglianza, della solidarietà, della convivenza pacifica, del bene comune. Altra differenza è data dal contesto nel quale i corsi si collocano: numero programmato degli studenti, in modo da favorire un rapporto ideale docente-studente; informatizzazione; servizi bibliotecari facilmente accessibili; reale opportunità per tutti di fare stages e tirocini sia nel corso degli studi sia immediatamente dopo il conseguimento del titolo; grande impulso alla modalità internazionale (la Lumsa risulta a livello nazionale tra i migliori Atenei nei programmi Erasmus).

Qual è la vostra offerta culturale per i Cittadini Italiani nel mondo?
Cattolico significa universale: perciò nel “patrimonio genetico” della nostra Università la dimensione ultraterritoriale, ultranazionale, è ben presente. Non abbiamo programmi specifici di formazione a distanza, fuori dei confini nazionali, perché crediamo fermamente nella immediatezza della relazione personale per una buona formazione ed educazione. E tuttavia l’attenzione agli italiani fuori dell’Italia è presente e forte, soprattutto in alcuni settori nei quali constatiamo un più consistente ritorno in Italia per gli studi universitari, di italiani che vivono all’estero.
Penso in particolare ai corsi relativi all’educativo, sia scolastico che extrascolastico, nonché ai servizi sociali e alla persona. Debbo dire che saremmo molto grati ed assolutamente disponibili per programmi specifici diretti ai cittadini italiani nel mondo. Ogni proposta in tal senso, proveniente dalle associazioni del settore, è benvenuta e sarà attentamente vagliata.

Quali obbiettivi avete per il futuro?
Certamente una più incisiva internazionalizzazione, favorendo specialmente l’accesso ai nostri corsi di studenti stranieri provenienti da alcune aree geografiche che, per ragioni varie, rivestono un particolare interesse per noi: l’Europa dell’est, l’India, la Cina. E poi un ulteriore sforzo verso l’eccellenza, con attenzione ad un’offerta formativa che sia qualitativamente diversa e comunque tale da indurre a scegliere la Lumsa rispetto ad altre Università. Un esempio: i nostri corsi di laurea triennale e magistrale in economia, pur rilasciando un titolo di studio del tutto analogo a quello rilasciato dai corsi omologhi delle altre Università, guardano in particolare verso il cosiddetto “terzo settore”, quello che si colloca tra Stato e mercato, il mondo del non-profit e dell’economia sociale, della cooperazione, che è quello in cui opera la galassia delle istituzioni produttive e di servizio della società civile.
Un mondo che ha una grande tradizione nella realtà italiana, e nel quale l’ispirazione cattolica è molto presente. La nostra aspirazione, poi, è quella di aprirci dal settore propriamente umanistico a settori scientifici più vicini. In questo senso i corsi di psicologia, presenti in Ateneo, potranno essere un valido ponte di passaggio.

Quale spazio occupa la ricerca?
La ricerca qualifica l’istituzione universitaria, tant’è che nelle Università si fa innanzitutto ricerca: poi viene la didattica. Anche da noi la ricerca è un capitolo importante del bilancio economico e sociale. Alla ricerca presiede un apposito organismo, il CARI (Centro di Ateneo per la Ricerca e l’Internazionalizzazione), di recente istituzione proprio con il fine di dare un nuovo impulso. Il Centro, presieduto da un pro-rettore ad esso dedicato, ha un comitato scientifico composto non solo da studiosi interni, ma anche da studiosi esterni esponenti di diversi ambiti di saperi: il prof. Carlo Ossola, italianista; il prof. Bruno Dallapiccola, genetista; il prof. Raimondo Cagiano de Azevedo, demografo. Debbo dire che nell’ambito della ricerca anche la Lumsa soffre, come tutto il sistema italiano sia statale che non statale, di un sottofinanziamento pubblico. Ci impegniamo a ricercare fonti di finanziamento privato, ma è noto che i saperi umanistici hanno maggiori difficoltà nell’intercettare finanziamenti dai privati, perché – ingiustamente – vengono considerati non produttivi. La Lumsa è impegnata comunque nei bandi di finanziamento pubblico nazionale (Prin, ecc.), ed anche in quelli europei.

Vi sono 1300 e più Università cattoliche nel mondo: in che relazioni siete con loro?
Le Università cattoliche sono riunite in una Associazione, la FIUC, che tiene regolarmente incontri di studio su problematiche di comune interesse. La Lumsa fa parte altresì della federazione delle Università cattoliche europee, la FUCE, con la quale, per intuibili ragioni, ci sono rapporti più stretti, soprattutto per quanto attiene all’uniformazione dell’offerta formativa, sul paradigma del Processo di Bologna, ma anche per quanto attiene alla ricerca in campi e su tematiche sensibili dal punto di vista della cultura cattolica.

Quali sono i rapporti con le altre Università laiche?
Nel nostro modo di vedere, quella della scienza è una koinè che non esclude – né può escludere – chiunque faccia seriamente ricerca e formazione. I rapporti sono in re ipsa, così come le acquisizioni sul terreno dei saperi circolano nel sistema universitario e non possono essere tesaurizzate. Detto questo è evidente che i nostri rapporti sono innanzitutto con le Università statali di Roma e con alcune Università del Mezzogiorno, in particolare con quelle siciliane (in Sicilia c’è una sede distaccata del nostro Ateneo). Ma i programmi di internazionalizzazione e di mobilità dei docenti e degli studenti, ci hanno permesso di instaurate ottimi rapporti di collaborazione con Università europee, nord-americane e latino-americane.

Quanto costa frequentare? Quanti iscritti avete?
Le rette sono suddivise in otto scaglioni di reddito e oscillano da un minimo di euro 1.400,00 ad un massimo di 5.900,00. Attualmente abbiamo circa 8.000 iscritti, tra studenti dei corsi ordinari, della scuola di specializzazione, dei corsi di perfezionamento e dei master. Il numero più consistente è ovviamente a Roma: gli altri sono suddivisi nelle sedi periferiche di Palermo, Taranto e Gubbio.

Riuscite a premiare il merito?
Fermo restando che si può – e si deve – aspirare sempre al meglio, credo che nel nostro Ateneo il merito sia riconosciuto e valorizzato. Un solo dato: ogni anno tra i 450 ed i 500 studenti, in quanto capaci e meritevoli, sono esonerati dal pagamento di tasse e contributi. Si tratta di un numero percentualmente significativo, se si guarda al numero totale degli iscritti a corsi ordinari.

Risultati, obbiettivi e difficoltà nella produzione del pensiero innovativo.
Un Ateneo libero e non statale è tenuto, quasi per necessità vitale, ad affrontare molti problemi con una battuta di anticipo e a non aspettarsi soluzioni dall’esterno ma a crearle dal proprio interno. Questo per quanto riguarda il particolare dinamismo che caratterizza le condizioni stesse di vita e di sussistenza di una Università come la nostra. Se poi ci si cala nei contenuti e nei metodi dell’insegnamento e della ricerca, non c’è dubbio che alcuni degli ambiti formativi e di ricerca della Lumsa – particolarmente quelli che riguardano media, marketing e nuove tecnologie, o quelli che esplicano attività di terza missione – orientano più nettamente alla produzione di pensiero innovativo. Tuttavia in qualsiasi ambito, una delle maggiori difficoltà nasce da una formazione scolastica e culturale che favorisce nello studente l’applicazione discontinua e la percezione frammentaria del mondo: si tratta di ricreare un senso critico e una capacità di sintesi che permettano di guardare avanti e liberino la creatività insita in ognuno.

BIOGRAFIA

Nato a Roma il 27 agosto 1943, Giuseppe Dalla Torre dopo gli anni del liceo si è dedicato agli studi giuridici, effettuati presso l’Università di Roma La Sapienza, dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel 1967, e presso la Pontificia Università Lateranense, dove ha approfondito la conoscenza del Diritto canonico con un dottorato (1968). Ha poi iniziato la propria attività scientifica presso l’Università di Modena, divenendo assistente ordinario nell’Università di Bologna. Qui nel 1980 vinse un concorso per diventare professore ordinario. L’Ateneo bolognese lo ha chiamato all’insegnamento nella Facoltà di Giurisprudenza, dove ha tenuto corsi di Diritto ecclesiastico dal 1980 al 1990 e di Diritto costituzionale dal 1987 al 1990. L’approfondita conoscenza dell’utroque iure ebbe peso rilevante nella nomina di Dalla Torre quale segretario della delegazione governativa italiana che partecipò con la delegazione vaticana ai lavori della Commissione paritetica per la revisione del Concordato lateranense (1976-1983). Dalla Torre è l’attuale Presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ed è consultore di alcuni dicasteri pontifici. Il rapporto tra Chiesa e Comunità politica è un tema che Giuseppe Dalla Torre ha sviluppato nei corsi tenuti in diverse Università Pontificie di Roma (Università Lateranense, Urbaniana, Angelicum).
Attuale Rettore della Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, vi insegna Diritto Canonico, dopo avervi tenuto per lungo tempo corsi di Diritto Pubblico e Diritto Ecclesiastico. In ambito accademico ha rivestito gli incarichi di vice presidente del Coordinamento Regionale delle Università del Lazio (CRUL) e di vice presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Della CRUI è attualmente il Decano.
Giurista cattolico, Giuseppe Dalla Torre ha fatto parte dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, di cui è stato Presidente Nazionale ed è membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Prof. Dalla Torre è anche editorialista del quotidiano cattolico italiano Avvenire. È Luogotenente Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.