Cattivi maestrini…

di | 1 Ago 2012

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Uno dei più prestigiosi giornali americani, il “Washington Post”, in questi giorni ha messo in risalto un grande difetto italiano. Ha titolato un articolo: ”Nepotismo e corruzione minacciano il futuro dell’Italia”. Duro attacco del quotidiano americano: l’Italia sempre inefficiente e caratterizzata da un sistema economico fortemente limitante.

Serve una rivoluzione politica e culturale: ”resta determinante la mancanza di senso civico, dove è diffusa l’evasione fiscale. E’ un Paese dove nessuno si aspetta che l’altro sia onesto”. Un’analisi negativa dove è la cultura italiana stessa a minacciare il futuro economico dell’Italia. Pur prendendo coscienza di ciò che nel nostro Paese non va, non possiamo accettare passivamente critiche datate e ingarbugliate, spesso slogan, da chi non conosce l’Italia o la conosce solo per simboli. In particolare gli americani non possono certo erigersi a modello di “compiuta perfezione”, considerando la preponderante disaffezione dei cittadini alla politica e la solita pesante ingerenza delle lobbies nelle elezioni presidenziali con grandi scandali qua e là che investono personaggi di rilievo.

Ma davvero il modello culturale italiano è così negativo così come viene descritto? O si tratta di una semplificazione ordita da organi di stampa internazionale ritenuti talmente autorevoli da condizionare le deboli politiche nazionali.
Se la stampa italiana avesse lo stesso peso internazionale e si mettesse a pontificare sulle malefatte di banchieri e politici stranieri negli ultimi 10 anni, pensiamo al più grande crack della storia della finanza: il fallimento della Lehman Brothers (multinazionale finanziaria tanto decantata e inneggiata da Financial Times e Washinton Post, guarda caso…), queste testate eviterebbero analisi folkloristiche e grossolane del modello culturale italiano, anche se il logoro ritornello “Italiani – mafia – pizza e mandolino” fa comodo, molto comodo all’estero.

Siamo coscienti che esiste la mafia e il nepotismo, siamo coscienti di tutto e di più, ma le situazioni per quanto critiche e negative possano essere, non si superano in un decennio quando i difetti di una certa cultura sono ben radicati storicamente come nella fattispecie. Per superare gli aspetti critici, sicuramente l’aspetto culturale risulta decisivo e noi, come Italiani, possiamo parlare di cultura nonostante la crisi economica e con certezza supereremmo questo impasse. Certamente serve tempo.

I peccati che il giornale americano mette in rilievo, viene fatto intendere che appartengono solo al nostro Paese; questo non può essere accettato perché distorto, né tanto meno condiviso in quanto sono convinto ad esempio che la mafia, in forme diverse, esiste dappertutto, così come il nepotismo e la raccomandazione.
Sicuramente occorrerà puntare sui giovani e sull’occupazione passando attraverso una concezione della qualità della vita lavorativa che metta in luce anche il merito.