CANDIDIAMO UN ESORCISTA ALLA REGIONE LAZIO?

di | 1 Ott 2012

Sì, la vicenda dell’allegra gestione dei fondi della Regione Lazio è sbalorditiva.
In primis la condanna della Chiesa, poi la sgomenta tardiva constatazione della Corte dei Conti e soprattutto l’indignazione dei cittadini hanno provocato le dimissioni del Presidente della Giunta regionale del Lazio Renata Polverini. Le colpe dell’interessata? Tante!

La più eclatante: non aver controllato e vigilato sulla giostra di denari pubblici gestiti in Consiglio regionale, come se lei stessa non ne avesse beneficiato come Lista a lei intitolata con la scusa che Consiglio e Giunta non comunicavano.
A tale proposito sarebbe auspicabile quanto prima l’abolizione dell’attuale inadeguato statuto regionale del 2003 che, scritto velocemente e male, ha prodotto un’incredibile separazione, sulla carta – solo sulla carta, fra Giunta e Consiglio, con innumerevoli rivoli e flussi di soldoni da una parte e dall’altra. E gli alti dirigenti capo dipartimento strapagati della Giunta e segretari di Consiglio cosa facevano?
Costoro non informavano la Governatrice e l’impalpabile presidente Abbruzzese? Come se non avesse chiamato a collaborare fronde di personaggi ignoti, compagne di “segretari generali”, sorelle e parenti vari di assessori e politicanti, pagati con soldi pubblici; tanto «quando andrò via verranno con me», ha sostenuto l’affranta governatrice in posa televisiva, e intanto IO PAGO!!! Come recitava Totò.
Del resto il buongiorno si è visto dal mattino, se solo pensiamo che i curricula del “segretario generale” e del “capo di gabinetto” non sono mai stati pubblicati sul sito della Regione! Alla faccia della trasparenza!

E gli altri partiti, opposizione compresa (Pd – IdV e Sel), hanno fatto da “palo” come giustamente li ha definiti Marco Travaglio, macinando e sperperando fiumi di denari pubblici, nascondendosi dietro la sconcertante ipocrisia del chiedere le dimissioni della Polverini solo per autoassolversi, dov’erano? Perché non rifiutarono il sistema delle moltiplicate spartizioni?
Questi censori sono pecorecci almeno quanto tutta questa triste vicenda che nasce, e non dimentichiamolo, per faide interne al Pdl, già note in luglio.

La vicenda laziale non è circoscritta, seguono Campania – Calabria – Sicilia – Molise – Emilia …, insomma il male è la scomposta vocazione delle Regioni a scimmiottare il Parlamento, realizzando indecorosi parlamentini con costosi e fastosi apparati.
La legge istitutiva delle Regioni del 1970 è ormai superata. L’unico elemento ancora da salvaguardare è il decentramento amministrativo e il relativo trasferimento di poteri dallo Stato centrale al territorio. Il resto della legge va rivista integralmente alla luce dell’abolizione delle Province e delle aggregazioni con più comuni, riconducendo il tutto a logiche esigenze sociali, culturali e politiche senza esaltazioni come le attuali che portano un consigliere
regionale a percepire compensi da nababbo tutto in barba alla crisi e alla fame. L’Italia è stanca dei Fiorito e anche dei suoi colorati complici politici, è stanca degli alibi – scaricabarili di presidenti conniventi, è stanca di leggere cifre a 5/6 zeri quando non ce la si fa ad arrivare a fine mese!

Ritornando alla Regione Lazio, perché non candidare un esorcista, visto che ben due Giunte sono anticipatamente saltate, Marrazzo e Polverini? Esorcista a parte (che comunque non farebbe male), sono 12 anni che la Regione Lazio non è guidata da un vero politico: Badaloni conduttore televisivo, idem Marrazzo, Polverini sindacalista Ugl, tutti personaggi estranei alla politica, salvo poi a schierarsi.
Questo perché da tangentopoli in poi, i partiti intimiditi, hanno ridotto e molto spesso abbandonato la formazione politica dei quadri, fatto che li ha ingessati e fatti piegare su logiche di apparente rinnovamento, proponendo le solite facce e facendo oggi le fortune elettorali dei Grillo e dei Renzi.

Indovinate chi ne farà le spese?