Integralismo e provocazioni
Il cortometraggio, definito “disgustosto e deplorevole” dal segretario di Stato Hillary Clinton, viene considerato uno dei possibili motivi scatenanti l’ira del mondo islamico, portando poi al tragico evento dell’11 settembre 2012.
Una data sicuramente storica e memorabile per il mondo americano, l’attaccatto alle “Twin Towers”, che quest’anno si è rivelato un giorno ancor più doloroso dopo la notizia dell’attentato al consolato americano di Bengasi e la relativa morte dell’ambasciatore Chris Stevens e due marines.
Sicuramente una reazione del tutto esagerata e spropositata se davvero il motivo scatenante sarebbe la pellicola di Sam Bacile (pseudonimo di un americano con origine copte), poiché non sarebbe assolutamente normale sacrificare la vita di tre persone solo per vendicare le “offese” mosse nei confronti di Maometto (definito dal presidente egiziano Mohamed Morsi una linea rossa intoccabile), anche perché il governo americano non ha nulla a che vedere con la progettazione e relativa circolazione del cortometraggio.
Bisogna però sottolineare che i musulmani sono sempre stati un popolo pronto a vivere la propria fede religiosa in maniera molto forte, ma un atto di violenza simile non è assolutamente giustificabile. Lo stesso papa Benedetto XVI, in Libano proprio in quei giorni, ha condannato qualsiasi atto di fondamentalismo definendolo solo falsificazione del messaggio religioso.
In un primo momento non vi erano certezze della presenza di Al Queda dietro tutti gli scontri e tensioni in Medioriente, certezze che però sono state confermate in seguito alla divulgazione di veri e proprio messaggi di incitazione, da parte di Al Qaeda nei confronti dei musulmani, a continuare nell’operazione di assedio e distruzione di tutte le ambasciate americane.
Si tratta di un vero e proprio pericolosissimo effetto contagio che sta coinvolgendo il mondo islamico e non solo. Si registrano scontri a Sidney in Australia e addirittura anche in Giappone.
E dopo il “video blasfemo” che mostrava Maometto in atteggiamenti molto spinti presentandolo dunque agli occhi del mondo in un’immagine tutt’altro che religiosa, ad aggravare la situazione e aumentare le tensioni, nonché il numero di morti e feriti, sono arrivate alcune vignette satiriche pubblicate da una rivista francese ad opera di Charlie Hebdo, che ritraggono ancora una volta il profeta dell’Islam.
Continuano in Medioriente episodi anti-occidentali con bandiere americane e immagini di Obama bruciate, slogan contro il presidente americano “Obama Obama we love Osama” (con chiaro riferimento ad Osama Bin Laden), e non bisogna dimenticare gli assedi a gran parte delle ambasciate occidentali, nonchè l’incendio a Tripoli del “Kentucky fried chicken”, nota catena di fast food americani.
I venerdì di preghiera, venerdì sacri per i musulmani, si stanno trasformando sempre di più in venerdì di rabbia e dolore.