RENOIR – LA VIE EN PEINTURE
L’esposizione, attraverso una selezione di dipinti, pastelli e disegni, ripercorre la carriera del grande Maestro francese mettendo in evidenza il ruolo dell’artista nella storia dell’arte moderna. Il pubblico avrà la possibilità di ammirare importanti lavori, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, provenienti da prestigiose realtà museali internazionali tra cui la National Gallery of Art di Washington, il Columbus Museum of Art (Ohio), il Centre Pompidou di Parigi e il Palais des Beaux Arts di Lille. Durante il suo percorso artistico, durato circa sessant’anni, Renoir realizzò un numero sorprendente di quadri: oltre cinquemila, ovvero l’equivalente delle opere di Manet, Cézanne e Degas messe insieme. Conosciuto dal grande pubblico come uno dei fondatori dell’Impressionismo, in realtà Renoir non può essere considerato un artista totalmente devoto ad un’unica corrente e ad un unico stile ma piuttosto alla rappresentazione e celebrazione della bellezza, elemento costante in tutta la sua produzione artistica. Fino al 16 dicembre 2012 a Pavia, Scuderie del Castello Visconteo.
UMORE PERMANENTE
I Servizi Educativi della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, in collaborazione con il Rotary Club “Altavallesina Grottefrasassi” e il Comune di Arcevia, hanno aderito il 6 ottobre scorso alla 8^ edizione della “Giornata del Contemporaneo”, iniziativa nazionale promossa dall’AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani), con il sostegno della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee. Il Rotary Club e il Comune di Arcevia, metteranno a disposizione del pubblico fino al 30 giugno 2013, presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona, l’opera vincitrice della XIX edizione del Premio Internazionale di Scultura “Edgardo Mannucci”, tenutosi ad Arcevia dal 26 maggio al 31 luglio scorsi. Presentata la scultura Umore Permanente, realizzata dalla giovane artista Federica Tortorella dell’Accademia delle Belle Arti di Torino. Il prestito dell’opera vincitrice del Premio Mannucci nell’ambito di questa iniziativa ha lo scopo di valorizzare e rendere fruibili le realizzazioni di giovani talenti presso una prestigiosa istituzione museale, molto frequentata dal pubblico scolastico e che pertanto potrà offrire numerose occasioni di avvicinamento dei giovani all’arte contemporanea.
UNO SCRIGNO ROVERESCO. L’ULTIMA ACQUISIZIONE DELLA GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE
Le collezioni della Galleria Nazionale delle Marche si arricchiscono di una nuova importante opera. Prosegue così quella linea di costante incremento del patrimonio artistico che ha caratterizzato la vita del museo, fin dalla sua istituzione nel 1912 (della quale ricorre quest’anno il centenario). Fu Luigi Serra, agli albori della sua storia, a volere il Palazzo quale contenitore di capolavori e per ciò reperì dipinti, arredi, armi; Paolo Dal Poggetto, più recentemente, e in maniera anomala rispetto a certa tradizione italiana, ha potuto colmare, tramite acquisizioni e donazioni, numerosi ‘vuoti’ tra le epoche e gli artisti, che testimoniano oggi pienamente storia ed evoluzione della cultura artistica di Urbino e delle Marche. Lo “Scrigno roveresco”, di straordinaria fattura e qualità, e di assoluta rarità, è da considerarsi strettamente legato alla città di Urbino e ai suoi signori, con ogni probabilità parte di quell’ingente numero di manufatti che arredavano le dimore di corte, malauguratamente dispersi dopo la devoluzione del Ducato alla Santa Sede nel 1631. Fino al 7 gennaio 2013 a Urbino, Galleria Nazionale delle Marche- Palazzo Ducale di Urbino.
I COLORI DELLE EMOZIONI. IL COLLEZIONISMO DI GIUSEPPE OTTAVIO ELISEO E MICHELE PRAITANO PER CAMPOBASSO E IL MOLISE
Prosegue a Palazzo Pistilli, nel centro storico di Campobasso, la mostra "I Colori delle Emozioni". Nelle rispettive ricerche collezionistiche Eliseo e Praitano manifestano attenzione verso la pittura napoletana e italiana a partire dal Sei-Settecento. La mostra vuole essere testimonianza della sensibilità culturale dei due collezionisti, del loro amore per l’arte e della loro generosità verso la propria terra: è giunto dunque il momento di ammirare ciò che Eliseo e Praitano hanno voluto dedicare al Molise. L’esposizione è divisa in quattro sezioni: Barocco in "miniatura" e Paesaggi romantici; L’Attrazione del Vero; Alla ricerca di un’identità. Pittori tra Parigi, Napoli e il Molise… e "allo specchio"; Dipinti che guardano e forme che si sfaldano, tra classicità e modernità. Fino al 31 dicembre 2012.
NON SOLO MEDIOEVO. LA GIPSOTECA DEL CASTELLO DI BARI DAL CINQUANTENARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA ALLA RIAPERTURA
E’ stata inaugurata il 20 dicembre 2011 la Gipsoteca del Castello svevo di Bari e ha restituito alla fruizione la straordinaria raccolta di calchi tratti dai più celebri monumenti pugliesi, realizzati per allestire il padiglione regionale dell’Esposizione Etnografica di Roma del 1911. Nel corso della visita alla Gipsoteca, il pubblico potrà seguire inoltre un affascinante percorso multimediale. Fino al 31 dicembre 2012.
SUPERURBANO. RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE
Il Laboratorio Urbano Partecipato SIAMO TUTTI TUFI presenta la mostra “SUPERURBANO. RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE”, organizzata a Padova tra ottobre 2011 e febbraio 2012 a cura della Fondazione Barbara Cappochin e dall’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Padova nell’ambito della Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin”. La Mostra racconta 19 esperienze di Rigenerazione Urbana in giro per il mondo. Queste narrazioni audiovisive sono esempi virtuosi di trasformazioni esemplari, assunti a modello di quella che dovrà essere la città del futuro: Sostenibile, Intelligente, Inclusiva. L’inedito e suggestivo contesto degli ipogei gravinesi accoglie, reinterpretandola, la scenografia ideata da Michele De Lucchi (AMDL), Andrea Boschetti e Alberto Francini (Metrogramma). Fino al 6 gennaio 2013 presso gli Ipogei del Seminario Vescovile di Gravina in Puglia (Ba).
ANTONIO SANFILIPPO – GLI ANNI SESSANTA. IL COLORE DEL SEGNO
A più di vent’anni di distanza dalle ultime grandi personali siciliane di Erice e Taormina, a trenta dalla mostra di Gibellina e dopo l’ampio omaggio tributatogli dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) di Roma nell’anno della sua scomparsa, Antonio Sanfilippo (1924-1980), uno dei più grandi interpreti dell’Astrattismo in Italia, torna in Sicilia con una mostra alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dal titolo “Antonio Sanfilippo | Gli anni Sessanta. Il colore del segno”. Un tributo al maestro siciliano attraverso un lungo e puntuale lavoro di studio e ricerca con il quale viene presentata un’esposizione ricca di spunti e contributi: in mostra un nucleo consistente dei lavori che Sanfilippo inviò alla Biennale di Venezia del 1966, oltre a numerose opere documentate in importanti mostre degli anni Sessanta in Italia e all’estero, oggi di proprietà di musei pubblici e di collezionisti privati. Un’indagine che mette in luce il tempo della piena e più colma maturità di Sanfilippo: quegli anni Sessanta nel corso dei quali l’artista venne individuato in Italia e all’estero come una delle personalità fondative dell’arte astratta italiana. Fino al 13 gennaio 2013 ad Agrigento, FAM, Fabbriche Chiaramontane.
LA RESURREZIONE DI LAZZARO
Prosegue fino al 25 novembre 2012 la mostra de "La Resurrezione di Lazzaro", uno dei più importanti dipinti eseguiti in Sicilia da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che sarà esposto al Museo Interdisciplinare “Maria Accascina” a Messina, a conclusione di un restauro durato sette mesi all’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro del Ministero per i Beni e le attività Culturali. La Resurrezione di Lazzaro – commissionato da Giovan Battista Lazzari nel 1608 e collocato nella cappella di famiglia nel 1609 – torna permanentemente a Messina, accanto all’altro capolavoro di Caravaggio: l’Adorazione dei Pastori. In mostra anche numerosi pannelli didattici che illustrano le varie fasi del restauro eseguito in accordo con il Museo Regionale di Messina, e realizzato grazie all’Associazione Culturale Metamorfosi.
MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI CHIUSI + 110
PROROGATA AL 30 APRILE 2013. L’esposizione inaugurata il 21 agosto 2011 per festeggiare i 110 anni di “vita” dell’edificio che ospita il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, in provincia di Siena, è stata ulteriormente prorogata. L’edificio rappresenta uno dei rari esempi in Toscana, e più in generale in Italia, di costruzione appositamente progettata, tra fine ‘800 e inizio ‘900, per ospitare un Museo. La maggior parte delle sedi museali di quel periodo, infatti, sono ex conventi, edifici storici o, comunque, costruzioni nate con altri scopi e solo in un secondo momento destinate ad accogliere antichità o beni artistici. Il Museo fu realizzato seguendo un progetto museografico che destinava gli spazi in funzione delle Collezioni archeologiche formatesi a Chiusi fin dagli inizi del 1800.
FRANCESCO GUARDI NELLA TERRA DEGLI AVI
In occasione del terzo centenario della nascita dell’artista veneziano, la Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia autonoma di Trento con la collaborazione del Castello del Buonconsiglio ricorda il pittore di origini trentine con la mostra “Francesco Guardi nella terra degli avi. Dipinti di figura e capricci floreali” presso Sala Grande e Sala Specchi del Castello del Buonconsiglio. Fino al 6 gennaio 2013.
AUREA UMBRIA. UNA REGIONE DELL’IMPERO NELL’ERA DI COSTANTINO
Ricorrono 1700 anni dal regno di Costantino il Grande (306-337 d.C.) e l’Umbria moderna riflette su una pagina della propria storia: la concessione fatta alla città di Hispellum del nome di Flavia Constans per dimostrare la sua fedeltà alla famiglia imperiale. Nel corso di tre secoli (III-VI d.C.), grazie alla riorganizzazione promossa da Costantino, l’Impero espresse infatti una forte vitalità, prima della devastante guerra greco-gotica promossa da Giustiniano. Prosegue fino al 9 dicembre 2012 la mostra Aurea Umbria. Una regione dell’Impero nell’era di Costantino. La mostra, allestita presso il Palazzo Comunale di Spello (Perugia), si propone di raccontare la vita in Umbria durante questi secoli, attraverso un cospicuo insieme di materiali archeologici, che spaziano dalle manifestazioni dell’arte ufficiale (ritratti e iscrizioni) e dalle espressioni della vita delle aristocrazie (mosaici, arredi) agli oggetti della quotidianità dei ceti medi e subalterni.