Niente di più, niente di meno

Sapendo lo schianto del dolore da cui ci si tiene a giusta distanza, quella che forse ci consente di governarlo, lasciando che la pietà ci lasci ancora umani alla sera, oltre il giorno.
Così avviene la mimesi nelle stanze fatte di parole di Elio Pecora, parole precise per fatti quotidiani, dove tutti siamo vicini a lui nella metro, dinanzi morte della madre, in società, al telefono, o nel proprio corpo.
nido- cella- recinto.
Abito in cui bastarsi
Da non potersi assentare un’istante.
Gabbia d’ossa e di arterie
Di dove assistere al mondo.
Simmetrie (Mondadori 2007)pure affama, affatica…
solo un altro patto,
una nuova misura. Per seguitare. Per altre misure.
passato, dimenticato il trauma,di nuovo in una delicata salute.
E per uscirne devo abbandonarti.
Dodici poesie d’amore (Frullini ed.)In un paese a parte
Dove senza progetti
E nessun arte,
tutto si fa distante .
la sentenza ridotta a un’opinione,
stride la derisione,
un eccesso di sarcasmo,
indecente lo spasmo
che arrossa gli occhi
e ammala il piloro.
Attenti al coro!…
Tutto da ridere (Empiria)
Ritrovare verità instabili e la fatica di vivere, passata attraverso un tempo difficile: il presente.
Poeta raro della riflessione e di quel buon senso che consente lo sguardo sul dramma umano, capace spontaneamente di ritmo, armonia e canto.