SOVRANITÀ NAZIONALE (CONTROLLATA)

di | 1 Gen 2013

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Quando parliamo di sovranità nazionale, lo facciamo con un tale impeto e solennità che veniamo trascinati da un’emotività quasi risorgimentale. Prendiamo una partita di calcio vinta dalla nostra nazionale o di talune vittorie sportive, ecco, lì si dà il massimo del patrio entusiasmo.

Poi ce ne scordiamo e digeriamo naturalmente le ingerenze di altri Stati mascherate da preoccupazioni per il bene comune. Prendiamo il caso del recente meeting del Partito popolare Europeo a Bruxelles. La Germania e gli Usa hanno fatto capire che vedrebbero bene come Presidente del Consiglio italiano ancora Mario Monti per proseguire il risanamento economico, preferendolo al “rieccolo ingombrante” Silvio Berlusconi; questa come la vogliamo chiamare se non ingerenza?

Non desideriamo farne una questione di tifo politico, ma neanche passare da spettatori ebeti innanzi ad una poco chiara quanto subdola arroganza di Altri sul nostro Paese. Vogliamo ancora parlare di quanto è successo in Grecia dove addirittura il Governo Tedesco avrebbe accondisceso all’utilizzo di alimenti e farmaci scaduti da far acquistare al 60% del costo ai cittadini? Vogliamo parlare delle misure economiche imposte al Portogallo che stanno portando l’economia di quel paese al collasso? E potremmo proseguire ancora…

Se è vero quanto contenuto dall’art. 1-5 della Costituzione Europea: “L’Unione rispetta l’uguaglianza degli Stati Membri davanti alla Costituzione e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali […]”, allora perché il nostro Governo non ne chiede l’applicazione di questo principio cardine?
È come se il Presidente del Consiglio italiano affermasse che il Presidente del Parlamento Tedesco è da preferire alla Signora Merkel alla guida della Germania. Il vero problema è che l’Italia non conta nulla in Europa e nel Mondo e la vicenda dell’ingiusta prigionia dei nostri Marò ne è la prova lampante, nonostante il permesso di venire in Italia per le festività natalizie.

Non bisogna uscire dall’Europa o rigettare l’euro, ma puntare i piedi e farsi rispettare Come Stato Fondatore dell’Unione Europea. Certo, la persona di Monti è più gradevole e sobria di Berlusconi, ma finora non abbiamo visto granché di positivo per il Paese.
La nostra economia è depressa e i pesanti tagli sono stati fatti, finora, solo ai danni delle famiglie, salvaguardando i politici e il corrotto sistema degli enti locali e gli apparati commerciali della Chiesa esentati persino dall’Imu; per non parlare della mancata legge elettorale e delle tante riforme annunciate e mai portate a termine per non dispiacere ai Berlusconi, ai Bersani e ai Casini.

Dov’è Monti? A Bruxelles per prendere la patente internazionale da “presidente italiano gradito” direttamente dalle mani della Merkel, con un incredibile Berlusconi che prima lo sostiene poi lo fa cadere per chiedergli poi di fare il candidato dei moderati italiani. Poi, mi si consenta, un senatore a vita segretario di un partito, nella nostra storia repubblicana non s’era visto così facilmente. Chi è nominato senatore a vita ha tra i meriti istituzionali la terzietà dalla politica. Ma dove si è mai cacciata la Politica? Ora presso Palazzo Chigi si svolgono le riunioni di Monti come capopartito.

Una considerazione sui ministri di Monti: eccetto la Cancellieri, la Fornero e Di Paola, gli altri, per quel poco o niente che hanno fatto, sono a disposizione per candidarsi non smentendo il vecchio andante andreottiano “il potere logora chi non lo ha”; anzi sbracciando e organizzando parate e sfilate poco affollate su temi triti e ritriti.
Non si comprende ancora tutto il parossismo nell’entusiasmo di Casini su Monti, dai sondaggi che vedono sempre più assottigliato il consenso al suo partito, direi che sia entusiasmo di conservazione del potere. In quanto a certe esternazioni di cardinali titolati, la Chiesa dovrebbe mantenere quell’equilibrio della distanza dalla politica che la illumina da millenni.

Quanto a Berlusconi, oltre a forzare una risposta di impegno a Monti, non credo si candiderà perché isolerebbe ancora di più il PdL e allontanerebbe l’alleanza con la Lega di Maroni. Non ci resta che indignarci e chiedere al Presidente Napolitano di guidare lui il prossimo Governo; almeno lui ne ha l’autorevolezza, altri onestamente non ne vedo! Oppure l’altra soluzione sta nel chiedere all’Europa un commissario straordinario, una sorta di viceré (magari tedesco e mulatto) che gestisca il nostro Paese, così saremo democraticamente colonizzati completamente.

Chiedo scusa ai lettori e formulo gli auguri più sinceri per un 2013 di speranza.