Al punto di partenza

di | 1 Mar 2013

Immagine di Carla Morselli

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Ebbene, dopo aver votato, siamo ritornati al punto di partenza. La risicata vittoria del centrosinistra alla Camera (come nel 2006), l’exploit del Movimento 5Stelle, la rimonta del Pdl, la scomparsa di Futuro e Libertà, la flessione dell’Unione di centro, la conquista del 10% di Lista Civica ai danni di questi ultimi e oltre due milioni di schede nulle e bianche renderanno il Paese ingovernabile come prima e più di prima.

Questa orribile campagna elettorale ha talmente estremizzato le posizioni politiche da rendere impossibile le alleanze necessarie per governare. Uno scenario osceno che ha visto, spesso con la complicità di facinorosi uomini della Segreteria di Stato del Vaticano e della Cei, una commistione fra potere e politica. Comunione e Liberazione e La Comunità di Sant’Egidio stanno perdendo quell’autentica capacità di promozione e di impegno umanitario per correre dietro alla politica. Il clamoroso gesto di rinuncia di Papa Benedetto XVI doveva far capire, a chi ha bisogno di capire, che il potere fine a se stesso non porta mai a nulla di buono.
I tentativi di taluni voraci prelati che hanno pompato a dismisura convegni e seminari nella verde Umbria con le “famose energie del mondo cattolico”, hanno solo dimostrato di essere solo uno sgangherato serbatoio di voti per Monti, che in cambio ha candidato qualche bramoso esponente di quella provenienza.

Invece di volare alto, offrendo realmente l’idea di un Paese migliore con energie sane e attive, si è passati ai soliti standard di bassa qualità di politicanti in carriera. E allora perché ci meravigliamo del grande successo di Grillo?

Un modo per contestare tutto quello che subiamo da decenni: l’indifferenza della casta ai veri problemi di povertà degli Italiani. In tutti questi anni cosa si è fatto per la riforma del lavoro? Per la crescita? Nulla, assolutamente nulla, nemmeno la riforma elettorale! Certo che il disgusto ha portato in trionfo il Movimento 5Stelle, a prescindere da quello che sarà in grado di fare, almeno ci saranno facce nuove. Gli Italiani hanno bocciato Monti perché non hanno creduto alla sua politica di austerità in quanto non ha prodotto nessuna crescita per il Paese, anzi…

Dal momento successivo ai primi risultati elettorali, la stampa statunitense e quella tedesca non fanno che scrivere di “pericolo instabilità economica”, dimenticando quanto scritto fino a qualche settimana fa che ha portato alla demonizzazione ora di Berlusconi, ora di Bersani (non di Grillo che non avevano nemmeno preso in considerazione), cercando di mettere praticamente l’uno contro l’altro.

Brutta, brutta situazione! Se poi pensiamo che le forze politiche appena votate dovrebbero eleggere a breve il Capo dello Stato ci sarà da rabbrividire…