Gli Eventi culturali. Mostre ed eventi in Italia e nel mondo

dal sito www.beniculturali.it del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
 
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MICHELANGELO PISTOLETTO "ANNO1, IL PARADISO SULLA TERRA"

   A Parigi il museo del Louvre dà carta bianca a Michelangelo Pistoletto e con il maestro italiano avvia un ciclo di mostre dedicate al contemporaneo. Da giugno invece sarà la reggia di Versailles ad aprirsi a un altro maestro della contemporaneità, anche lui italiano, anche lui legato indissolubilmente all’arte povera: Giuseppe Penone. Due luoghi simbolo dell’arte e della grandeur francese si aprono agli esponenti dell’unico movimento artistico del secondo Novecento italiano che abbia saputo parlare al mondo. Un percorso tra passato, presente e futuro, un interrogare il tempo per guardare innanzitutto al domani, a quella rinascita umanitaria che Pistoletto invoca da tempo con forza e tenacia inesauribili. Il passato, lo sguardo retrospettivo, è rappresentato dal patrimonio museale stesso, il presente sono invece i visitatori catturati in quegli specchi che tanta parte hanno svolto nell’opera di Pistoletto, e poi c’è il futuro a cui il maestro guarda attraversi il simbolo del Terzo Paradiso, che realizzerà in forma monumentale appositamente per il Louvre. Nel titolo della mostra "Anno 1, il paradiso sulla terra", c’è l’invocazione a una nuova era, al tempo di una trasformazione umana, sociale, culturale, politica, di cui il maestro s’è reso promotore e che è stata celebrata nel mondo intero il 21 dicembre 2012 con installazioni e performances, specialmente nella Cour Napoleon del Louvre. Il giorno della rinascita, il Re-Birth Day. Fino al 3 settembre 2013.

I MACCHIAIOLI 1850-1874. IMPRESSIONISTI ITALIANI?

   Nella seconda metà del XIX secolo, tra i tavoli del caffè Michelangiolo a Firenze, i Macchiaioli, un gruppo di pittori tra le cui fila non militano soltanto esponenti toscani ma anche artisti provenienti da svariate città italiane da Venezia a Napoli, danno vita a un movimento che si oppone alle convenzioni accademiche. Chi sono veramente i Macchiaioli il cui nome è intraducibile in lingua francese? Il nome "macchiaioli", usato per la prima volta in senso dispregiativo in un articolo sulla Gazzetta del Popolo del 1862 in cui i pittori toscani sono accusati di ridurre il quadro a un semplice abbozzo, fu successivamente adottato dal gruppo stesso. Questi artisti, rompendo con il classicismo e il romanticismo imperanti e rinnovando così la cultura pittorica italiana, donano alla stessa un nuovo respiro. Questi artisti sono pertanto considerati come i promotori della pittura moderna italiana. Il museo d’Orsay, che si prefigge di mostrare la magnificenza della pittura della seconda metà del XIX secolo, aveva il dovere di far conoscere al suo pubblico uno dei movimenti più poetici di questo periodo e che presenta molte affinità con le ricerche plastiche condotte dagli artisti impressionisti. Questo tipo di pittura esercitò un influsso fondamentale sui registi italiani del calibro di Luchino Visconti e Mauro Bolognini che trovarono in questo genere un’ispirazione iconografica e un linguaggio particolare dell’immagine. Fino al 22 luglio 2013 Parigi, museo dell’Orangerie. La mostra sarà altresì presentata a Madrid, presso la Fondazione MAPFRE, dal 20 settembre 2013 al 5 gennaio 2014.

CAPOLAVORI A CHIASSO

   All’interno del filone relativo alla “grafica storica”, il M.A.X. Museo di Chiasso (Svizzera) fino al 12 maggio 2013 propone una mostra dedicata alle matrici incise dai grandi maestri dell’arte grafica italiana nel periodo storico compreso fra il Rinascimento e il Novecento. I preziosi “rami” provengono dall’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, la più grande collezione pubblica al mondo di matrici incise. Matrici e stampe originali: da Marcantonio Raimondi (1480 ca.-1534) a Carla Accardi (1924). La mostra ha l’obiettivo di presentare la produzione grafica dalle prime espressioni rinascimentali fino alla contemporaneità, attraverso la lettura del “segno” inciso sulla matrice, ripercorrendo così la storia delle tecniche calcografiche. Dal tratto inciso realizzato a bulino si passa all’acquaforte, alla puntasecca e all’acquatinta nelle loro molteplici declinazioni. La selezione di quarantadue matrici, in alcuni casi affiancate dalle stampe, vuole così documentare l’incisione italiana, dal Cinquecento ai nostri giorni, attraverso le opere di artisti molto significativi.

MANET. RITORNO A VENEZIA

   Manet. Ritorno a Venezia è il titolo della mostra che la Fondazione Musei Civici di Venezia ospiterà fino al 18 agosto 2013 nelle monumentali sale di Palazzo Ducale: un’esposizione di un’ottantina circa tra dipinti, disegni e incisioni, progettata con la collaborazione speciale del Musée D’Orsay di Parigi, l’istituzione che conserva il maggior numero di capolavori di questo straordinario pittore. La mostra nasce dalla necessità di un approfondimento critico sui modelli culturali che ispirarono il giovane Manet negli anni del suo precoce avvio alla pittura. Questi modelli, fino a oggi quasi esclusivamente riferiti all’influenza della pittura spagnola sulla sua arte, furono diversamente assai vicini alla pittura italiana del Rinascimento, come dimostra l’esposizione veneziana nella quale il pubblico può ammirare, accanto ai suoi capolavori, alcune eccezionali opere ispirate ai grandi tableaux della pittura veneziana cinquecentesca, da Tiziano a Tintoretto a Lotto in particolare. Come è ben noto, gli studi su Manet, il grande precursore dell’Impressionismo, si sono per lungo tempo concentrati sull’idea di una sua diretta discendenza dall’opera pittorica di Velázquez e di Goya, vedendo proprio nell’ispanismo non solo l’unica fonte della sua modernità, ma anche la ragione e lo stimolo per il suo rifuggire dai “ritorni” alla tradizione accademica. Un approccio per così dire progressista, che non tiene però conto della passione di Manet per l’arte italiana della Rinascenza, che fu una fascinazione e un legame davvero intenso, di cui dà piena dimostrazione l’esposizione veneziana, che mette finalmente in luce il suo rapporto stringente con l’Italia e la città lagunare.

LUIGI GHIRRI. PENSARE PER IMMAGINI

   Oltre 300 scatti, soprattutto vintage prints, in una grande antologica per raccontare un maestro indiscusso della fotografia in Italia. È la mostra Luigi Ghirri. Pensare per immagini, al MAXXI di Roma fino al 27 ottobre 2013, organizzata dal MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione e curata da Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio. Nata dalla collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi, che custodisce molti dei documenti originali del suo archivio (fotografie, menabò, libri, cataloghi e negativi), la mostra racconta i diversi profili di questa complessa e poliedrica figura di artista. Un percorso nell’opera del fotografo emiliano (1943-1992) attraverso i suoi inconfondibili scatti ma anche menabò di cataloghi, libri della sua biblioteca privata, riviste, recensioni, collezioni di fotografie anonime, cartoline e dischi, per raccontare la sua collaborazione con gli artisti concettuali degli anni Settanta, i suoi riferimenti culturali e artistici, il suo interesse per la musica e i suoi rapporti con musicisti come i CCCP e Lucio Dalla. Un Ghirri non solo fotografo, ma anche editore, curatore, teorico e animatore culturale, in costante dialogo con architetti, musicisti, scrittori e artisti.
 

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