“Tu vuo’ fa’ l’americano”

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   L’autore Francesco Antinucci ha vissuto tanto tempo, per motivi di lavoro, negli Stati Uniti d’America e ancora oggi una parte della sua famiglia vive lì. Questo testo riesce, con grande capacità analitica, a mettere in risalto quello che gli Americani pensano di noi individuandone molte diversità.

L’autore traccia un profilo della realtà americana senza ricorrere ai metodi dello storico, del sociologo, del politologo, ma servendosi di una forma agile di dialogo articolato su quattro temi ritenuti da lui stesso cruciali per lo spirito del Paese.

              

                                                                                                   
Nel dialogo sulla “cittadinanza” mette in risalto il principio di identità che si basa sul carattere storico-etnico della popolazione come in Europa e tutta la differenza tra “noi e loro” nel rapporto tra cittadino e Stato; infatti quello americano è fondato su un principio di identità, secondo il quale l’appartenenza alla nazione non avviene su basi di lingua o di cultura, bensì per adesione a un credo politico-ideologico.
In Italia il rapporto con lo Stato è oppositivo, diffidente. Il dialogo sull’eguaglianza suscita una partecipazione imponente. È un principio che gli americani realizzano grazie a criteri imparziali, molto rigorosi e affidabili per valutare ciò che veramente si è, tanto che sull’”uguaglianza” sono convinti che la parità dei punti di partenza permetta a tutti di farsi valere contando sulle forze medesime. Da qui l’adozione generalizzata nell’organizzazione sociale e specialmente nel sistema scolastico della classificazione degli individui al fine di selezionare i meritevoli.

È dal 1915 che cominciano a svilupparsi strumenti in grado di dare ai ragazzi le opportunità di mostrare le loro abilità intellettuali. I test usati dagli americani sono il SAT (Scholastic Assessment Test), al quale poi si è aggiunto il GRE (Graduate Record Examinatios). Il SAT oggi è stato sottoposto a 805.000 student, mentre il GRE a 670.000. Se si includono tutti gli altri test per la formazione come il TOEFL (Test of English as a Foreign Language) per la conoscenza dell’inglese, si raggiunge la cifra di circa nove milioni.

Nel dialogo sulla filantropia è sottolineata l’attitudine a donare, atto che genera un comportamento etico e individuale e nell’obbligo morale che i ricchi sentono di fronte alla società che ha loro consentito il successo economico. Il dialogo sulla filantropia snocciola cifre astronomiche e per questi personaggi “il restituire” ha il sapore di donare quanto hanno ricevuto.

   Antinucci con il dialogo sulla menzogna mette in risalto la componente etica nel giudizio che qualsiasi cittadino americano utilizza nei riguardi della classe dirigente. Un politico che mente genera un’indignazione pubblica, anche se si tratta di fatti prettamente privati. A noi Italiani un fatto del genere normalmente non ci condiziona più di tanto, fa parte del nostro modo di vivere e di essere. Per gli Americani non evadere il fisco è normale, per noi è differente.

In breve e in sintonia con il titolo del mio articolo di recensione, gli Italiani pur essendo molto diversi dagli Americani, sono attratti da loro, da tutto il loro mondo di usanze e tradizioni, mode e costumi, tendenze che stiamo via via importando acriticamente scendendo quasi sempre nei baratri di un consumismo sfrenato che non ci è proprio. Ci salverà, paradossalmente, la crisi economica che stiamo attraversando. Per una volta: viva la crisi!
 

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