L’essenziale apparente
Il pittore Pier Augusto Breccia e lo scultore Massimo Scarfagna espongono nella Chiesa di San Giacomo a Orvieto fino al 16 Giugno. Il titolo della mostra “Spazi e colori del sacro” si compone di una scelta di opere che sono una testimonianza sul tema del sacro e dell’eucaristia. L’esposizione è promossa dal Comune di Orvieto e dalla Curia Vescovile, fra gli eventi del Giubileo Eucaristico Diocesano.
Al centro dello spazio espositivo su una lunga tavola sono poste quindici sculture in legno d’olivo, di cipresso, di cedro del Libano: sono mani che reggono un calice, adombrano l’ultima cena e gli apostoli, sul fondo una scultura rappresenta il Cristo.
Alle pareti otto grandi dipinti di Breccia, la cui pittura ermeneutica ci ha abituato a una ricerca in cui le forme sono giochi interiori che si svuotano, si riempiono, si rovesciano, si moltiplicano, fra città improbabili e spazi simbolici, mentre l’arte si fa linguaggio poetico e naviga fra la ricerca del senso e il mistero. I simboli si addensano, si librano, tracciano cifre verso lo spazio profondo dello spirito, formulando una percorso che non trova riposo al suo gioco. Il racconto dell’ultima cena fatto dall’arte incanta nella concretezza delle sculture dello Scarfagna, quanto nelle forme tutte interiori della pittura di Breccia.
Uscendo, la facciata del Duomo raddoppia la possibilità di lettura della storia sacra, come un’immensa pagina tutta da riguardare, fra le sculture e i mosaici illuminati dal tramonto; i turisti e i visitatori stanno con la faccia in su, meravigliati da una visione che richiede a tutta questa luce la penombra della riflessione.