Adly Mansour, indicato ieri dai militari egiziani come presidente ad interim, ha prestato giuramento come presidente della Suprema Corte costituzionale, di fatto insediandosi come capo dello stato. Mansour era stato destinato alla guida della Corte a maggio e ha assunto l’incarico il 30 giugno, sostituendo il giudice Maher el-Beheiry. Nel corso della cerimonia di insediamento, Mansour ha giurato di "rispettare la costituzione, la legge e lo stato di diritto".

Nel Paese la tensinoe resta altisssima: almeno 14 persone sono rimaste uccise negli scontri che si sono verificati nella notte in varie città dell’Egitto tra sostenitori e oppositori di Mohamed Morsi, deposto dall’Esercito e trasferito nella notte al ministero della Difesa.
Otto delle 14 vittime -secondo l’ultimo bilancio della tv satellitare al-Jazeera- sono morte negli scontri registrati nella città di Marsa Matrouh, nel nord del Paese. Vittime anche a Alessandria, Minya, nell’Egitto meridionale, e Fayoum, a sud del Cairo.
Tra i 14 morti, stando a fonti della sicurezza egiziana citate dall’emittente, ci sono anche due agenti delle forze di sicurezza. Le violenze sono scoppiate dopo l’annuncio ieri sera da parte dell’Esercito della destituzione di Morsi, dell’abolizione della Costituzione, dell’affidamento pro-tempore della presidenza al capo della Corte Costituzionale Adli Mansour e della prossima formazione di un governo tecnico che guidera’ l’Egitto verso le elezioni. L’annuncio, del capo di Stato Maggiore delle Forze Armate e ministro della Difesa, generale Abdel Fattah al-Sisi, ha avuto la ‘benedizione’ del leader dell’opposizione Mohamed ElBaradei, di al-Azhar, la piu’ autorevole istituzione dell’Islam sunnita, e del papa copto Tawadros.
Oggi il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon ha espresso "preoccupazione" per gli avvenimenti in Egitto, auspicando il rapido rispristino di "un governo civile secondo i principi democratici". "L’intervento dei militari negli affari di uno Stato è preoccupante", ha detto Ban, secondo quanto ha riferito un suo portavoce a New York. Il mondo, ha proseguito, osserverà con attenzione i prossimi passi dell’Egitto "con la speranza che gli egiziani superino in modo pacifico le difficoltà che affrontano oggi e trovino una base comune per procedere lungo il cammino della transizione".