Preoccupa –prosegue Bottalico – l’aumento della povertà assoluta, per dimensione, quasi cinque milioni di persone coinvolte, con un incremento di circa un terzo dell’incidenza rispetto al 2011, e per intensità, aggravando la forbice delle diseguaglianze.
La situazione peggiore è per le famiglie, specie al Sud, con il capo famiglia disoccupato, ma anche il Nord non è salvo, si registra un aumento della povertà assoluta anche tra impiegati e dirigenti, ed addirittura tra le famiglie che dispongono di redditi da lavoro e di pensione. L’immagine disegnata dai dati Istat è quella di un Paese unito nella povertà e nell’impoverimento delle famiglie.
Occorre dunque – conclude il presidente delle Acli – frenare la perdita di posti di lavoro, attraverso un piano industriale capace di rilanciare la produzione in Italia e di valorizzare le professionalità, ed occorre intervenire sul piano fiscale con nuove detrazioni per dare ossigeno alla capacità di spesa delle famiglie, prima che i numeri del disagio sociale, ed in particolare quelli relativi alla povertà assoluta, risultino ingestibili politicamente e per sboccare la dinamica dei consumi, a cui sono appese le possibilità di ripresa”.