Gli eventi culturali. Mostre ed eventi in Italia e nel mondo
San Paolo del Brasile si appresta ad accogliere una grande mostra dedicata al Rinascimento italiano – I maestri del Rinascimento. Capolavori italiani – che dal 13 luglio al 23 settembre, presso il Centro Cultural Banco do Brasil, presenterà al pubblico brasiliano e internazionale la straordinaria ricchezza dell’arte italiana nel momento del suo massimo splendore, attraverso 57 capolavori, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private, di 50 tra i più grandi maestri del Rinascimento. L’esposizione, che avrà una seconda sede a Brasilia, dal 12 ottobre 2013 al 5 gennaio 2014 sempre presso il centro cultural Banco do Brasil, è curata da Cristina Acidini, insieme a Giovanna Damiani, Maria Rosaria Valazzi, Alessandro Del Priori, Stefano Petrocchi, Marcello Toffanello e Marco Bona Castellotti a cui si devono i saggi introduttivi delle 6 sezioni dedicate: Firenze, Roma, Urbino, Ferrara, Venezia e Milano e l’Italia del Nord.
"Les Promesses de l’art" est le titre du nouveau programme de résidence d’artiste lancé par l’Institut Culturel Italien, qui vise promouvoir la jeune créativité italienne en faisant découvrir au public français de jeunes talents italiens dans le domaine de l’art, de l’architecture, de la musique, de la photographie, du cinéma et de la littérature. Tous les mois, l’Institut accueille un(e) artiste italien(ne) dans les locaux prestigieux de l’Hôtel de Galliffet mettant à sa disposition des espaces, des contacts, des relations. En retour, l’artiste s’engage à présenter et à exposer au public l’œuvre ou le projet artistique qu’il aura réalisés pendant son séjour parisien.
DAL VATICANO A CASERTA: VANVITELLI E I SUOI ANGELI
Il 3 luglio alle ore 11,30 presso la Cappella Palatina della Reggia di Caserta, si inaugurerà la mostra “Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi angeli”, organizzata dalla Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento diretta da Paola Raffaella David in collaborazione con il Centro Europeo per il Turismo e Cultura presieduto da Giuseppe Lepore e grazie alla sensibile disponibilità del Presidente della Fabbrica di San Pietro in Vaticano Cardinale Angelo Comastri. L’evento si pone, dopo le tante polemiche che hanno investito la Reggia in questi ultimi giorni, come momento di condivisione nella consapevolezza dello straordinario ruolo che il Complesso vanvitelliano svolge per il territorio e nella convinzione che sia sempre possibile un dialogo produttivo tra enti impegnati per la valorizzazione di uno stesso contesto ambientale. In mostra, ospiti graditi a Caserta due grandi angeli – dipinti dal modenese Giacomo Zoboli, tra il 1742 e il 1748, come cartoni per i mosaici della cappella di Santa Maria della Colonna, una delle sette cappelle privilegiate della Basilica di San Pietro – dialogheranno, muti, con quelli in marmo e stucco che ornano la Cappella Palatina, uno degli ambienti più straordinari della Reggia progettata e realizzata in massima parte da Luigi Vanvitelli alla metà degli anni cinquanta del secolo XVIII per Carlo di Borbone. E fu proprio il Vanvitelli – che all’epoca di Zoboli era architetto della Fabbrica di San Pietro, ed in gioventù si era impegnato come cartonista al Vaticano – a collaudare in una fase intermedia, il 22 settembre del 1747, il lavoro dell’artista modenese per la cappella di Santa Maria della Colonna. Un evento eccezionale questo della mostra, che per la prima volta mette in stretta connessione, attraverso la figura del grande Vanvitelli, una delle sedi più prestigiose del potere dinastico e temporale e la sede della Chiesa cattolica. Nell’occasione saranno esposti numerosi e preziosissimi paramenti sacri conservati in Reggia – pianete e dalmatiche in dotazione alla Cappella Palatina o probabilmente provenienti dalle residenze reali del territorio come San Leucio e Carditello. Sarà riaperto al pubblico il piccolo Museo degli Argenti annesso alla Cappella Palatina e resi percorribili il loggiato al primo piano e la tribuna reale. Nel corso della preparazione della mostra ci sono state due interessanti scoperte. La prima: un quadro raffigurante i lavori in corso nella cava di Castronovo di Sicilia che fornì una serie di colonne per la Cappella Palatina. Il dipinto, inedito, denota nei personaggi una mano assai vicina a quella di Antonio Joli. Ritrovato in condizioni di grave degrado in uno dei depositi della Reggia, è stato sottoposto ad intervento di restauro nell’ambito dei laboratori della Soprintendenza. Nello stesso laboratorio, inoltre, era depositata una testa di putto in marmo bianco di Carrara, rinvenuta nella canna fumaria di uno dei camini della Soprintendenza. La scultura sembra molto vicina a quelle presenti nella Cappella ed anzi è ipotizzabile che possa trattarsi dell’originaria testa di uno dei due putti del Portale d’accesso, realizzati da Gaetano Salomone, reso acefalo dopo il bombardamento del settembre del 1943.
Grazie al generoso sostegno di Intesa Sanpaolo, si rinnova l’appuntamento con Brera mai vista, un ciclo di esposizioni da anni organizzate da questa Soprintendenza su opere conservate nei depositi della Pinacoteca di Brera. La presente edizione, la ventinovesima, mostra al pubblico per la prima volta due nuove acquisizioni: l’Annunciazione e la Fuga in Egitto di Francesco Capella (1711-1784), acquistate per la Pinacoteca di Brera dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2011, su segnalazione dell’Ufficio Esportazione della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. Si tratta dei modelli preparatori di due grandi tele che si conservano nel santuario della Beata Vergine del Miracolo a Desenzano al Serio (Bg), commentati nel catalogo-dossier a cura di Amalia Pacia, edito da Skira.
Una storia in immagini per raccontare l’Aida del nuovo secolo nell’allestimento proposto da La Fura dels Baus. L’opera, in scena per il Festival Lirico 2013, celebra il Centenario della prima rappresentazione del 10 agosto 1913 di Aida di Giuseppe Verdi nell’anfiteatro scaligero. La mostra proposta da Fondazione Arena di Verona svela uno sguardo curioso e inedito della messa in scena dal backstage al debutto. Gli scatti sono realizzati dallo studio fotografico Ennevi.
IL RINASCIMENTO SUONA GIOVANE. SECONDA EDIZIONE
Dopo il successo tributato alla prima, sperimentale, edizione del 2012, torna nell’ambito della manifestazione Villa d’Este di notte, Il Rinascimento suona giovane, il festival di Musica Antica dedicato agli studenti dei Dipartimenti di musica antica dei Conservatori Statali di Musica. L’iniziativa, che vedrà i giovani musicisti esibirsi in alcuni degli spazi più rappresentativi di Villa d’Este, icona del Rinascimento italiano, anche quest’anno si inserisce in una più ampia offerta culturale mirata a rappresentare uno spaccato quanto mai ampio e rappresentativo di uno dei momenti culturalmente più felici per il nostro Paese, con l’esposizione, nelle sale dell’appartamento superiore, della mostra Cacce principesche. L’arte venatoria nella prima età moderna. Dal 5 luglio al 13 settembre, tutti i venerdì sera si alterneranno diversi ensemble musicali, con una programmazione che dal Cinquecento spazierà fino ad alcuni grandi rappresentanti della musica settecentesca. Con il titolo Concerti e racconti sul Rinascimento, presentiamo tre serate speciali che vedranno il connubio di musica e parole, con un percorso che si svilupperà intorno a diverse tematiche: Pico della Mirandola, la Vertuosa Compagnia, primo sindacato dei musicisti, fino al divertente confronto tra diversi aspetti del Rinascimento, dalle corti alla strada.
IL TEMPO IN UNA STANZA. L’orologeria trentina del ‘700
Si potranno ascoltare i rintocchi di antichi orologi il prossimo 5 luglio alle 18.00 nella Torre della biblioteca a Castel Thun, gli stessi suoni che, allo scoccare dell’ora e dei quarti, risuonavano nelle sale del maniero e delle principali residenze trentine nel corso del Settecento. Simbolo di grande prestigio fino dal XVI secolo, l’orologio divenne un ambito e diffuso elemento d’arredo proprio nel XVIII secolo, quando in Val di Non, a Trento e a Rovereto si distinsero importanti botteghe, sostenute da una raffinata committenza nobiliare. Una pagina importante dell’orologeria europea fu scritta a Mocenigo di Rumo, non troppo distante dal castello dei Thun, nel laboratorio di Bartolomeo Antonio Bertolla, indiscusso protagonista di quella stagione, mentre a Brez lavorava il meno noto, ma abile, Giorgio Lorenzon. La collocazione periferica di queste botteghe, che rivaleggiavano con quelle di Trento e Rovereto, dove si distinguevano Giuseppe Dominici e Peter Hochögger, è legata alla presenza di importanti famiglie che, abitando i numerosi castelli distribuiti lungo la valle, offrivano sicuri e ramificati canali di committenza, aperti ad un gusto sobrio, ma aggiornato. Fra di loro primeggiavano proprio i Thun, che impreziosirono le sale delle loro residenze con preziosi esemplari realizzati da Bertolla, Dominici e Lorenzon. Il fascino per la tecnologia e l’interesse per la meccanica erano prioritari nel motivare le scelte della committenza, rispetto all’innovazione delle forme, che mantengono una loro costante e riconoscibile solidità, talvolta impreziosita da casse elegantemente intarsiate e scolpite. La loro funzione è spesso affidata a meccanismi complessi, con diverse tipologie di suoneria e carillon, presenza di indicazioni astronomiche e di calendari, che rendono questi esemplari veri e propri emblemi sociali, simboli di lusso, prestigio e modernità.
OMAGGIO A MARCELLO AVENALI 1912 – 1981

Roma Capitale dedica alla figura di Marcello Avenali, artista romano del ‘900 che della capitale fece il centro della sua lunga attività, un’esposizione al terzo piano del museo che mette in mostra i tre dipinti donati nel 2012 dall’Archivio Marcello Avenali alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale: Ritratto di Anna (1933), olio su tavola e immagine di assorta contemplazione interiore che rimanda alla cultura artistica del Novecento; Villa Borghese (1938), veduta romana di intensa tensione lirica ed espressiva che denota la successiva adesione dell’artista alla Scuola Romana; Angelina (1953), olio su tela che introduce un rinnovamento profondo del suo linguaggio espressivo, essendo già presente, pur nella forza del colore, quel delicato momento di transizione dalla figurazione all’astrazione che interessa il percorso artistico di Avenali, e in genere la pittura italiana, alla metà del secolo XX.

La sua ricerca si concentra da sempre su tematiche sociali, politiche e culturali proprie dalla storia americana, dal movimento per i diritti civili alla musica rock del sud, ma è anche legata alle tragedie politiche e sociali che attraversano la società contemporanea. Di recente si è inoltre interessato alla storia italiana, in particolare alle vicende del movimento anarchico attivo in Italia alla fine del XIX secolo.
In mostra disegni di grandi dimensioni legati alla storia americana, realizzati tra il 2001 e il 2004, come Bobby Seale, Co-funder of the Black Panther Party for Self-Defense, Standing on our Head, Standing Upside Down e Upside Down Flag with Cattle, e la grande istallazione Propaganda of the Deed (2011): una serie di busti di anarchici, incompiuti e in marmo bianco, posti davanti a drappi neri e accompagnati da contenitori esplosivi su cui sono incise alcune loro celebri citazioni, per raccontare la vita di un territorio -quello di Carrara- e il suo sfruttamento.