Traduzione di Maria Rivas
Intervista a Lugi Mazzella Vice Presidente della Corte Costituzionale
Cosa si muove nel disastro di questa cultura “di un presunto sapere del tutto” determinata dal voler guadagnare dalla cultura, perché la si riduce a prodotto generico ?
R) No , il pesunto sapere e la riduzione del tasso di cultura generale enciclopedica e storica in qualche modo lascia mano più libera a chi poi governa le sorti del mondo, perché non c’è quella attenzione che soltanto la speculazione filosofica, la speculazione del pensiero può determinare . Ripeto io ho fatto una precisazione che soltanto fino a oggi la cultura, quella generale, non si è meritata quei titoli di cui oggi lamenta la perdita, perché abbiamo avuto per il secolo breve, il novecento, una cultura che si è schierata per una parte o per l’altra, per delle idee che hanno avuto delle conseguenze assolutamente criminali, quindi essere colti e sottoscrivere i proclami degli assolutismi significa contraddire l’idea della cultura, che è praticamente la sede in cui dovrebbero essere registrati i dissensi, le incertezze piuttosto che le certezze e le verità proclamate ai quattro venti.

R) Certamente nel momento in cui l’editore deve vendere i libri si preoccupa del target e se abbiamo sempre di più una società incolta, il target diminuisce nel momento in cui dei libri non portano approfondimenti.
Qual è la percentuale autobiografica e quella di interpretazione dei simboli del presente?
R) Ognuno parla in base alle esperienze che ha avuto, però in effetti non c’è autobiografia nel senso che non c’è il racconto della propria vita, né tanto meno dei rapporti avuti, c’è la constatazione di aver osservato delle cose della vita e di riprodurle in iscritto
In che modo questa protagonista fa parte della sua anima ?
R) Vedo la sofferenza che determina un modo di vita di quel tipo.
Fra i relatori di questa presentazione Matteo Palumbo, ordinario di Letteratura Italiana all’Università Federico II di Napoli, Sandro Gros Pietro, editore, Catherine Spaak, attrice , Alessandra Canale in veste di coordinatrice.
Di presentazioni di libri oggi se ne vedono molte, il più delle volte, si assiste ad una progressiva spettacolarizzazione della figura dell’autore, più rare sono quelle che aprono un dibattito su temi del presente. Del resto come parlare di un libro che non si è ancora letto, di cui abbiamo tuttalpiù sbirciato il titolo, l’immagine di copertina e quello che c’è criticato o riassunto nel risvolto.
A volte l’autore è già noto ed è questo il caso Luigi Mazzella Vice Presidente della Corte Costituzionale, che ha pubblicato molto di saggistica, di narrativa e di poesia.
Nel libro la protagonista Jessica Bellanota, ha una vita economica garantita da assegni divorzili di uomini che non ha amato, da cui ha avuto figli che controlla e non ama, sterilizzata verso ogni sentimento o capacità di provare piacere, ha un alter ego nella cognata colta che non smette di criticarla, indirizzandola verso letture di filosofi francesi, senza peraltro tentare di coinvolgerla emozionalmente. Il testo è una metafora della cultura dell’Italia e dell’occidente in genere. E’ difficile concepire una protagonista così aliena da ogni passione, un manichino su cui tutto scivola , in un irreale visione di disgregazione, nell’ignoranza e nell’assenza di ogni possibilità di piacere, nella negazione di ogni erotismo. Il tentativo di rappresentare la donna massa, se di questo si tratta, è gestito attraverso un linguaggio che non scende mai nel concreto dei fatti, la protagonista è incapace di designare le cose con il loro nome, del resto l’aridità e l’ignoranza insieme sono un vano parlare.
Quello di questo romanzo è un punto di vista che presuppone che tutto sia finito da tempo, in un accecamento progressivo che crea uno stereotipo di agghiacciante incapacità di relazione umana.
Questa visione presuppone un dibattito sulla crisi della cultura e sulla incapacità delle strutture che la gestiscono, è cinico pensare che una gestione elitaria sia la soluzione quanto adagiarsi su una vana critica dell’esistente. Riflettere sui danni dovrebbe riscuoterci e indirizzarci verso un cambiamento nei fatti, portarci a rispettare il talento che pure c’è, piuttosto che denigrarlo o occultarlo, difendendo posizioni passate e di potere, che non hanno dato frutto.
La forma culturale e il suo contenuto richiedono cambiamenti, riflessioni sui media e sul mercato che li sostiene.
Ma nel frastuono catastrofista di una crisi spesso si agita più di quello che riusciamo vedere, o forse la necessità di pensare trasformazioni profonde passa attraverso un diverso silenzio un diverso sentire .
Biografia
Lugi Mazzella vive e lavora a Roma. Ha scritto molti saggi, romanzi e poesie.
Dei saggi ricordiamo: Cinquanta proposte di buon governo, Marsilio Editore; Il bello nel cinema, con presentazione di Gillo Pontecorvo, Ed. SEAM; L’irresistibile vento dell’Ovest, Ed. Minerva; Fermo Immagine, con prefazione di Gillo
Pontecorvo, Ed. Minerva; Il Leone e gli Oscar, in italiano e in inglese, con prefazione di Gillo Pontecorvo, Ed. Eagle Pictures (libro-strenna in edizione limitata e numerata); Recondite armonie di riforme diverse, Maggioli Editore; Le utopie possibili, idem; Le probabilità ragionevoli, in Edizione riservata curata dall’Autore; Dall’impegno al distacco, Avagliano Editore; La passione della ragione, idem; Casta… Italia!, idem; Nessun dorma! idem; Le luci spente dell’Illuminismo, idem; La forza e la frode, idem; Il cinema tra irrisione e riflessione, idem; Il dispotismo indulgente, idem.
Tra le opere narrative: Un gioco malandrino di finestre e balconi, Avagliano Editore (Premio Cesare Pavese, Grinzane Cavour); Il chiodo nella sabbia, idem (Menzione speciale Premio Roma); La baia del dubbio, idem (Premio Centro di Pedagogia e Filologia Salvatore Valitutti); La verità dietro l’angolo, idem (Premio Capri 2011).
Infine, tra le poesie e gli aforismi: I pazzi e le smorfie, terza edizione, Genesi Editrice. Primo premio al concorso di poesia Emily Dickinson.
E’ stato insignito del Premio alla Carriera, al concorso i Murazzi di Torino, 2013.