CANCELLIERI: "GIUSTIZIA IN SOFFERENZA PIU’ DI OTTO MILIONI I PROCESSI PENDENTI"
L’allarme del Guardasigilli: "I ritardi pesano sul debito". Promossi però i giudici: "Tra i primi in Europa per efficienza". "L’indulto – dice – darebbe risposte all’Europa, ma è una responsabilità che spetta al Parlamento"
Il sistema giudiziario, in Italia, "continua a essere in sofferenza pur a seguito dei numerosi interventi introdotti negli ultimi anni". Ad ammetterlo è il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, che spiega come "è sotto gli occhi di tutti l’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari". Il 30 giugno 2013, infatti "si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale".
"Ritardi e inefficienze pesano sul debito" – "Le inefficienze della giustizia – ha poi sottolineato nella relazione annuale alla Camera – hanno pesanti ricadute anche sul debito pubblico. I ricorsi per il riconoscimento della responsabilità dello Stato per i ritardi in materia giudiziaria, regolati dalla legge Pinto, costituiscono larga parte del contenzioso seguito dal ministero". "Numero ed entità delle condanne – ha proseguito – rappresentano annualmente ancora una voce importante del passivo del bilancio della Giustizia, la cui eliminazione va posta come prioritario obiettivo".
"Debito ‘Pinto’ ammonta a oltre 387 mln" – In particolare, ha precisato, "l’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del cosiddetto debito Pinto che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro". "Sono circa mille i ricorsi proposti alla Corte Europea dei Diritti Umani per lamentare il pagamento ritardato degli indennizzi, che comporteranno ulteriori esborsi a carico dello Stato", ha sottolineato il Guardasigilli.
"Giudici italiani tra i primi in Ue per efficienza" – "Il sistema è in sofferenza nonostante la risposta offerta dalla magistratura italiana che l’ultimo rapporto della Commissione Ue per l’efficienza della giustizia colloca ai primi posti in termini di produttività". Così il ministro Cancellieri ricordando che "aumentano carichi di lavoro e spazio di azione dei magistrati: da qui traggono origine insoddisfazioni per le lentezze dei giudizi e timori che la sovraesposizione della magistratura possa alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato".
"L’indulto darebbe risposte all’Europa" – Sul tema amnistia-indulto la Cancellieri è chiara: "Spetta al Parlamento la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa".
"Dopo dl 62mila detenuti e metà ingressi" – Facendo un bilancio degli esiti del decreto carceri varato a dicembre, il ministro ha parlato di "primi risultati incoraggianti". "Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326, in progressivo decremento rispetto alla rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056. Si registra inoltre un sostanziale dimezzamento degli ingressi mensili", ha spiegato.
"Non creare alibi per immobilismo" – "L’attuale condizione di difficoltà in cui versa il sistema giudiziario – ha però affermato – non deve far prevalere l’erronea convinzione che le cose non possano migliorare, né costituire un alibi per l’immobilismo. Tutti possiamo contribuire a far sì che l’ottimismo della volontà prevalga sul pessimismo della ragione".

Il sistema giudiziario, in Italia, "continua a essere in sofferenza pur a seguito dei numerosi interventi introdotti negli ultimi anni". Ad ammetterlo è il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, che spiega come "è sotto gli occhi di tutti l’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari". Il 30 giugno 2013, infatti "si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale".
"Ritardi e inefficienze pesano sul debito" – "Le inefficienze della giustizia – ha poi sottolineato nella relazione annuale alla Camera – hanno pesanti ricadute anche sul debito pubblico. I ricorsi per il riconoscimento della responsabilità dello Stato per i ritardi in materia giudiziaria, regolati dalla legge Pinto, costituiscono larga parte del contenzioso seguito dal ministero". "Numero ed entità delle condanne – ha proseguito – rappresentano annualmente ancora una voce importante del passivo del bilancio della Giustizia, la cui eliminazione va posta come prioritario obiettivo".
"Debito ‘Pinto’ ammonta a oltre 387 mln" – In particolare, ha precisato, "l’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del cosiddetto debito Pinto che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro". "Sono circa mille i ricorsi proposti alla Corte Europea dei Diritti Umani per lamentare il pagamento ritardato degli indennizzi, che comporteranno ulteriori esborsi a carico dello Stato", ha sottolineato il Guardasigilli.
"Giudici italiani tra i primi in Ue per efficienza" – "Il sistema è in sofferenza nonostante la risposta offerta dalla magistratura italiana che l’ultimo rapporto della Commissione Ue per l’efficienza della giustizia colloca ai primi posti in termini di produttività". Così il ministro Cancellieri ricordando che "aumentano carichi di lavoro e spazio di azione dei magistrati: da qui traggono origine insoddisfazioni per le lentezze dei giudizi e timori che la sovraesposizione della magistratura possa alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato".
"L’indulto darebbe risposte all’Europa" – Sul tema amnistia-indulto la Cancellieri è chiara: "Spetta al Parlamento la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa".
"Dopo dl 62mila detenuti e metà ingressi" – Facendo un bilancio degli esiti del decreto carceri varato a dicembre, il ministro ha parlato di "primi risultati incoraggianti". "Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326, in progressivo decremento rispetto alla rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056. Si registra inoltre un sostanziale dimezzamento degli ingressi mensili", ha spiegato.
"Non creare alibi per immobilismo" – "L’attuale condizione di difficoltà in cui versa il sistema giudiziario – ha però affermato – non deve far prevalere l’erronea convinzione che le cose non possano migliorare, né costituire un alibi per l’immobilismo. Tutti possiamo contribuire a far sì che l’ottimismo della volontà prevalga sul pessimismo della ragione".
dal sito www.tgcom24.mediaset.it
* * * * * * * * * * * *
* * * * * * * * * * * *
MARO’, L’ITALIA CHIEDE IL RIMPATRIO "INDIA RISPETTI GLI ACCORDI"
(AGI) – Roma, 17 gen. – L’Italia ha presentato una petizione urgente alla Corte Suprema indiana per chiedere che i maro’ Salvatore Girone e Massimiliano Latorre possano rientrare in Italia in attesa del processo. La decisione e’ filtrata al termine di una riunione a Palazzo Chigi della task force sul caso maro’ presieduta dal premier, Enrico Letta, a cui hanno partecipato i ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro. Al termine dell’incontro, a cui erano presenti pure l’inviato speciale Staffan De Mistura e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, il governo italiano ha ribadito in una nota "la propria ferma aspettativa che il governo indiano tenga fede alle assicurazioni fornite, coerenti con le indicazioni della Corte suprema, riguardo al fatto che il caso in questione non rientra tra quelli oggetto della normativa antipirateria".

"Registro con soddisfazione", ha dichiarato Letta, "le espressioni di solidarieta’ provenienti dall’Unione Europea e l’intenzione delle nostre Camere di inviare una delegazione parlamentare per manifestare vicinanza e sostegno ai maro’". Il premier ha assicurato che "il governo proseguira’ la propria azione anche a livello internazionale". Nella riunione De Mistura ha riferito degli ultimi sviluppi, alla luce della decisione del governo italiano di presentare alla Corte suprema, lunedi’ scorso, una petizione urgente, nella quale si sollecita la formulazione da parte indiana del capo d’imputazione. Nel ricorso si ribadisce la ferma opposizione all’eventuale ricorso alla legge sulla sicurezza marittima (SUA Act) e si chiede che i maro’ possano rientrare in Italia in attesa del processo. In un’intervista al Corriere della Sera, la Bonino ha avvertito che, se la Corte suprema di New Delhi procedera’ nei confronti dei due Maro’ italiani con il Sua Act (la legge che prevede la pena di morte, ndr), "tutte le opzioni sono sul tavolo". La titolare della Farnesina e’ entrata nel dettaglio delle ultime iniziative di Roma per fare in modo che si arrivi a un processo promesso gia’ per il luglio 2013 e non ha escluso, in questa direzione, che "altre strade, piu’ politiche, possano essere esplorate oltre a quella di arrestare i colloqui di liberalizzazione commerciale tra Ue e India", come quella di ostacolare le ambizioni di New Delhi per un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. (AGI) .
dal sito www.agi.it
* * * * * * * * * * * *
* * * * * * * * * * * *
Sorrentino trionfa ai ‘Golden Globes’

La felicità del regista: "Emozione grande". E dal palco ringrazia quanti hanno contribuito alla realizzazione del film interpretato da Toni Servillo, aggiungendo: "Grazie Italia, un Paese pazzo ma bellissimo". L’ultimo premio ricevuto da un film italiano ai Golden Globes era andato nel 1989 al ‘Nuovo Cinema Paradiso’ di Giuseppe Tornatore.
"Ho avuto la notizia questa mattina, molto presto, da un messaggio di Paolo (Sorrentino, ndr), ho gioito con lui e, credo, con tutto il cinema italiano". Toni Servillo racconta così, all’Adnkronos, la sua reazione al riconoscimento tributato dalla stampa estera accreditata ad Hollywood.
Un premio considerato tradizionalmente di ottimo auspicio per la corsa all’Oscar che vedrà il 16 gennaio la proclamazione delle nomination per i premi che verranno poi assegnati il 2 marzo. Il film di Paolo Sorrentino, candidato dall’Italia, è dunque in attesa dell’ultimo verdetto prima di quello finale, forte ora sia del Golden Globe sia del riconoscimento agli Efa.
"Qualunque cosa accada – commenta Servillo che, per la sua interpretazione, è stato premiato a Berlino con l’European Film Awards per il miglior attore – non bisogna dimenticare che i Golden Globes sono un premio molto importante. Non facciamo, come accade in Italia, che se non si vince l’Oscar non conta. Con molta semplicità, godiamoci la grande gioia di questo premio molto importante. Siamo tutti molto contenti".
La stampa estera a Hollywood ha inoltre assegnato il riconoscimento per il miglior film drammatico a ’12 anni schiavo’. Per la migliore regia è stato premiato Alfonso Cuarón per ‘Gravity’ e per la migliore sceneggiatura Spike Jonze per ‘Her’. Nella premiazione, tenutasi all’Hilton di Beverly Hills, ‘American Hustle’ ha incassato tre riconoscimenti, come migliore commedia, per la migliore interpretazione femminile in un film non drammatico ad Amy Adams e come migliore attrice non protagonista nella stessa categoria a Jennifer Lawrence.
Il riconoscimento alla migliore interpretazione drammatica femminile è andato a Cate Blanchett per ‘Blue Jasmine’ di Woody Allen e quest’ultimo è andato il premio alla carriera.
Miglior attore in un film drammatico è stato giudicato Matthew McConaughey per ‘Dallas buyers club’ e migliore attore non protagonista, per lo stesso film, Jared Leto. Miglior attore in un film non drammatico Leonardo DiCaprio (FOTO) per ‘The Wolf of Wall Street’.
Il premio per la migliore colonna sonora è andato a Alex Ebert per ‘All is lost’, quello per la migliore canzone originale a ‘Ordinary Love’ degli U2 per ‘Mandela’. I premi per la televisione sono andati alla serie drammatica ‘Breaking Bad’ e a quella brillante ‘Brooklyn Nine-Nine’.
"Ho avuto la notizia questa mattina, molto presto, da un messaggio di Paolo (Sorrentino, ndr), ho gioito con lui e, credo, con tutto il cinema italiano". Toni Servillo racconta così, all’Adnkronos, la sua reazione al riconoscimento tributato dalla stampa estera accreditata ad Hollywood.
Un premio considerato tradizionalmente di ottimo auspicio per la corsa all’Oscar che vedrà il 16 gennaio la proclamazione delle nomination per i premi che verranno poi assegnati il 2 marzo. Il film di Paolo Sorrentino, candidato dall’Italia, è dunque in attesa dell’ultimo verdetto prima di quello finale, forte ora sia del Golden Globe sia del riconoscimento agli Efa.
"Qualunque cosa accada – commenta Servillo che, per la sua interpretazione, è stato premiato a Berlino con l’European Film Awards per il miglior attore – non bisogna dimenticare che i Golden Globes sono un premio molto importante. Non facciamo, come accade in Italia, che se non si vince l’Oscar non conta. Con molta semplicità, godiamoci la grande gioia di questo premio molto importante. Siamo tutti molto contenti".
La stampa estera a Hollywood ha inoltre assegnato il riconoscimento per il miglior film drammatico a ’12 anni schiavo’. Per la migliore regia è stato premiato Alfonso Cuarón per ‘Gravity’ e per la migliore sceneggiatura Spike Jonze per ‘Her’. Nella premiazione, tenutasi all’Hilton di Beverly Hills, ‘American Hustle’ ha incassato tre riconoscimenti, come migliore commedia, per la migliore interpretazione femminile in un film non drammatico ad Amy Adams e come migliore attrice non protagonista nella stessa categoria a Jennifer Lawrence.
Il riconoscimento alla migliore interpretazione drammatica femminile è andato a Cate Blanchett per ‘Blue Jasmine’ di Woody Allen e quest’ultimo è andato il premio alla carriera.
Miglior attore in un film drammatico è stato giudicato Matthew McConaughey per ‘Dallas buyers club’ e migliore attore non protagonista, per lo stesso film, Jared Leto. Miglior attore in un film non drammatico Leonardo DiCaprio (FOTO) per ‘The Wolf of Wall Street’.
Il premio per la migliore colonna sonora è andato a Alex Ebert per ‘All is lost’, quello per la migliore canzone originale a ‘Ordinary Love’ degli U2 per ‘Mandela’. I premi per la televisione sono andati alla serie drammatica ‘Breaking Bad’ e a quella brillante ‘Brooklyn Nine-Nine’.
dal sito www.adnkronos.com
* * * * * * * * * * * *
SHARON, UN "BULLDOZER" TRA LE STRAGI E LA PACE
SHARON, UN "BULLDOZER" TRA LE STRAGI E LA PACE

L’ex primo ministro israeliano, che avrebbe presto compiuto 86 anni, era nato il 26 febbraio 1928 nella cooperativa agricola di Kfar Malal in quello che poi sarebbe diventato lo stato d’Israele, figlio di due appassionati sionisti giunti dalla Russia, Samuil e Vera Schienermann. Ha sempre conservato l’amore per la terra, scegliendo di risiedere gran parte del tempo nel suo ranch nel deserto del Negev, ”I sicomori”. Membro dell’esercito clandestino ebraico della Haganah sotto il mandato britannico, combatté come capo plotone nella guerra del 1948-49 che seguì alla nascita d’Israele e fu gravemente ferito nella battaglia per sollevare l’assedio a Gerusalemme. Lascio’ il servizio militare nei primi anni Cinquanta, ma fu richiamato e ottenne il comando della prima unità di forze speciali dell’esercito, l’Unità 101.
In quegli anni condusse una serie di spedizioni militari punitive, compresa quella del 1953 contro il villaggio di Qibya in Cisgiordania, in cui furono rase al suolo gran parte delle case e uccisi una sessantina di palestinesi. Sharon lascio’ nuovamente l’esercito nel 1973 con il grado di generale, ed entrò in politica contribuendo alla nascita del partito di destra del Likud e facendosi eleggere alla Knesset, il parlamento israeliano. Ma con lo scoppio della guerra dello Yom Kippur il 6 ottobre 1973 tornò al comando di un’unità della riserva. Individuata una breccia fra la seconda e la terza armata egiziana nel deserto del Sinai, attraverò il canale di Suez con una brillante mossa che rappresento’ un punto di svolta nella guerra verso la vittoria israeliana.
Fra il 1975 e il 1977 fu consigliere per la sicurezza del premier laburista Yitzhak Rabin. Quando poi il Likud vinse per la prima volta le elezioni nel 1977, Sharon diventò ministro dell’Agricoltura svolgendo un ruolo di primo piano nel programma di costruzione d’insediamenti ebraici avviato a Gaza e in Cisgiordania. Nel 1982, come ministro della Difesa, fu l’artefice della controversa invasione del Libano, mandando l’esercito fino a Beirut senza esplicitamente avvertire il primo ministro Menachem Begin. L’attacco portò alla fuga del leader dell’Olp Yasser Arafat da Beirut, ma si risolse anche nel massacro di migliaia di palestinesi nei campi profughi libanesi, ad opera delle milizie cristiane. Sharon fu destituito dal suo incarico nel 1983 dopo che una commissione d’inchiesta israeliana lo ritenne indirettamente responsabile del massacro nel campo di Sabra e Chatila.
La carriera politica di Sharon sembrava allora seriamente compromessa, e Arik ricoprì negli anni Ottanta incarichi ministeriali minori. Contrario agli accordi di Oslo con i palestinesi del 1993, Sharon tornò alla ribalta politica nel 1998 quando l’allora primo ministro del Likud Benyamin Netanyahu lo nominò ministro degli Esteri. Poi diventò leader del Likud quando Netanyahu fu sconfitto alle elezioni del 1999. Nel settembre 2000, poco dopo il fallimento dell’incontro di pace di Camp David fra l’allora premier laburista Ehud Barak e Arafat, Sharon si recò sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Quel gesto fu la scintilla, o il pretesto, per l’inizio della violenta stagione della Seconda Intifada.
La distruzione di fatto del processo di pace avviato a Oslo porto’ al crollo della fiducia degli israeliani in Barak. Sharon ottenne una schiacciante vittoria elettorale il 6 febbraio del 2001 promettendo ”sicurezza e una vera pace”. Ma i primi anni del suo governo furono segnati dal duro confronto contro la crescente violenza dell’Intifada e l’ondata di attentati suicidi: Sharon confino’ Arafat nel suo quartier generale di Ramallah e condusse una vasta offensiva militare in Cisgiordania nella primavera del 2002. Rieletto trionfalmente nel 2003, stretto alleato del’allora presidente americano George Bush padre, Sharon e’ stato anche il capo di Governo che ha avviato la costruzione del controverso muro di difesa in Cisgiordania. Ma anche il primo leader del Likud a parlare di un futuro stato palestinese in seguito ad un accordo di pace, che avrebbe portato a ”dolorose concessioni” da parte israeliana. Nel febbraio del 2004, Sharon annuncio’ la sua intenzione di lasciare unilateralmente la Striscia di Gaza. ”Come uomo che ha combattutto in tutte le guerre israeliane, ed ha imparato dalla propria esperienza personale che senza una vera forza non abbiamo possibilita’ di sopravvivere in questa regione che non mostra pieta’ per i deboli, ho anche imparato che la spada non può da sola decidere l’aspra disputa per questa terra”, spiegò in parlamento nell’ottobre 2004.
L’11 novembre, la morte del suo avversario Arafat, seguita dall’avvento del moderato Mahmoud Abbas alla testa dell’Autorita’ nazionale palestinese, aprì una nuova stagione di speranza di pace, sottolineata dal cessate il fuoco di fatto proclamato dai due leader l’8 febbraio 2005 a Sharm el Sheikh, nel solco del piano internazionale per il Medio Oriente della Road Map. Sharon condusse il ritiro unilaterale da Gaza malgrado la forte opposizione dei coloni e di parte del suo partito (fra cui l’attuale primo ministro Netanyahu). Forte del plauso da lui ottenuto sulla scena internazionale, Sharon decise nel novembre 2005 di iniziare una nuova avventura politica, lasciando il Likud e fondando il nuovo partito di centro Kadima (avanti), con esponenti del Likud, personalità indipendenti e laburisti.
L’obiettivo del nuovo partito doveva essere il raggiungimento di un accordo di pace stabile con i palestinesi, per due stati che vivano a fianco in pace e sicurezza. La devastante emorragia cerebrale del 4 gennaio 2006 ha messo fine all’avventura politica di Sharon. In questi anni l’ex premier è stato assistito dai figli Omri e Gilad, che hanno invano sperato in un suo risveglio. Nonno di numerosi nipoti, Sharon aveva perso il figlio maggiore, Gur, nel 1967 ed era due volte vedovo. La prima moglie Margalit morì nel 1962. La seconda , Lily, sorella della prima, morì nel 2000.
In quegli anni condusse una serie di spedizioni militari punitive, compresa quella del 1953 contro il villaggio di Qibya in Cisgiordania, in cui furono rase al suolo gran parte delle case e uccisi una sessantina di palestinesi. Sharon lascio’ nuovamente l’esercito nel 1973 con il grado di generale, ed entrò in politica contribuendo alla nascita del partito di destra del Likud e facendosi eleggere alla Knesset, il parlamento israeliano. Ma con lo scoppio della guerra dello Yom Kippur il 6 ottobre 1973 tornò al comando di un’unità della riserva. Individuata una breccia fra la seconda e la terza armata egiziana nel deserto del Sinai, attraverò il canale di Suez con una brillante mossa che rappresento’ un punto di svolta nella guerra verso la vittoria israeliana.
Fra il 1975 e il 1977 fu consigliere per la sicurezza del premier laburista Yitzhak Rabin. Quando poi il Likud vinse per la prima volta le elezioni nel 1977, Sharon diventò ministro dell’Agricoltura svolgendo un ruolo di primo piano nel programma di costruzione d’insediamenti ebraici avviato a Gaza e in Cisgiordania. Nel 1982, come ministro della Difesa, fu l’artefice della controversa invasione del Libano, mandando l’esercito fino a Beirut senza esplicitamente avvertire il primo ministro Menachem Begin. L’attacco portò alla fuga del leader dell’Olp Yasser Arafat da Beirut, ma si risolse anche nel massacro di migliaia di palestinesi nei campi profughi libanesi, ad opera delle milizie cristiane. Sharon fu destituito dal suo incarico nel 1983 dopo che una commissione d’inchiesta israeliana lo ritenne indirettamente responsabile del massacro nel campo di Sabra e Chatila.
La carriera politica di Sharon sembrava allora seriamente compromessa, e Arik ricoprì negli anni Ottanta incarichi ministeriali minori. Contrario agli accordi di Oslo con i palestinesi del 1993, Sharon tornò alla ribalta politica nel 1998 quando l’allora primo ministro del Likud Benyamin Netanyahu lo nominò ministro degli Esteri. Poi diventò leader del Likud quando Netanyahu fu sconfitto alle elezioni del 1999. Nel settembre 2000, poco dopo il fallimento dell’incontro di pace di Camp David fra l’allora premier laburista Ehud Barak e Arafat, Sharon si recò sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Quel gesto fu la scintilla, o il pretesto, per l’inizio della violenta stagione della Seconda Intifada.
La distruzione di fatto del processo di pace avviato a Oslo porto’ al crollo della fiducia degli israeliani in Barak. Sharon ottenne una schiacciante vittoria elettorale il 6 febbraio del 2001 promettendo ”sicurezza e una vera pace”. Ma i primi anni del suo governo furono segnati dal duro confronto contro la crescente violenza dell’Intifada e l’ondata di attentati suicidi: Sharon confino’ Arafat nel suo quartier generale di Ramallah e condusse una vasta offensiva militare in Cisgiordania nella primavera del 2002. Rieletto trionfalmente nel 2003, stretto alleato del’allora presidente americano George Bush padre, Sharon e’ stato anche il capo di Governo che ha avviato la costruzione del controverso muro di difesa in Cisgiordania. Ma anche il primo leader del Likud a parlare di un futuro stato palestinese in seguito ad un accordo di pace, che avrebbe portato a ”dolorose concessioni” da parte israeliana. Nel febbraio del 2004, Sharon annuncio’ la sua intenzione di lasciare unilateralmente la Striscia di Gaza. ”Come uomo che ha combattutto in tutte le guerre israeliane, ed ha imparato dalla propria esperienza personale che senza una vera forza non abbiamo possibilita’ di sopravvivere in questa regione che non mostra pieta’ per i deboli, ho anche imparato che la spada non può da sola decidere l’aspra disputa per questa terra”, spiegò in parlamento nell’ottobre 2004.
L’11 novembre, la morte del suo avversario Arafat, seguita dall’avvento del moderato Mahmoud Abbas alla testa dell’Autorita’ nazionale palestinese, aprì una nuova stagione di speranza di pace, sottolineata dal cessate il fuoco di fatto proclamato dai due leader l’8 febbraio 2005 a Sharm el Sheikh, nel solco del piano internazionale per il Medio Oriente della Road Map. Sharon condusse il ritiro unilaterale da Gaza malgrado la forte opposizione dei coloni e di parte del suo partito (fra cui l’attuale primo ministro Netanyahu). Forte del plauso da lui ottenuto sulla scena internazionale, Sharon decise nel novembre 2005 di iniziare una nuova avventura politica, lasciando il Likud e fondando il nuovo partito di centro Kadima (avanti), con esponenti del Likud, personalità indipendenti e laburisti.
L’obiettivo del nuovo partito doveva essere il raggiungimento di un accordo di pace stabile con i palestinesi, per due stati che vivano a fianco in pace e sicurezza. La devastante emorragia cerebrale del 4 gennaio 2006 ha messo fine all’avventura politica di Sharon. In questi anni l’ex premier è stato assistito dai figli Omri e Gilad, che hanno invano sperato in un suo risveglio. Nonno di numerosi nipoti, Sharon aveva perso il figlio maggiore, Gur, nel 1967 ed era due volte vedovo. La prima moglie Margalit morì nel 1962. La seconda , Lily, sorella della prima, morì nel 2000.
dal sitowww.adnkronos.com
* * * * * * * * * * * *
* * * * * * * * * * * *
NON E’ DACCA ( Capitale della Repubblica Popolare del Bangladesh) ma Piazza Navona a Roma Capitale della Repubblica Italiana.
NULLA CONTRO I SIMPATICI E SFRUTTATI LAVORATORI DEL BANGLADESH, anzi…..

ma intendiamo mostrare, come possiamo, il degrado di
un mercato natalizio che per colpa di amministratori incapaci offende la storia di Roma in tutte le stagioni dell’anno.
Piazza Navona, come tutto il centro storico
della Città , è ostaggio dei tavolini selvaggi,

Piazza Navona, come tutto il centro storico

della sporcizia, di inadeguati esercizi commerciali temporanei e non.


In poche parole una vergogna!
SINDACO MARINO CHE SI FA?
* * * * * * * * * * * *
* * * * * * * * * * * *
DE BLASIO SI MUOVE IN METRO e, da neosindaco di New York, annuncia: ai ricchi chiederemo di più.
New York: E’ il quarto italoamericano a guidare la Grande Mela e come gli altri non dimentica le sue origini. Bill De Blasio giura così prima a Brooklyn, il quartiere sorto come ritrovo degli emigrati italiani. Dopo la cerimonia informale, quella alla City Hall. Con un gran sorriso, assicura: "Questo è l’inizio di una strada che percorreremo tutti insieme".


Il decreto andrà in Senato il 2 gennaio 2014 e comprende quelle norme essenziali del cosiddetto decreto “salva Roma”.
Va comunque precisato, che il ”salva Roma “, è stato portato in Parlamento per l’eterogeneità di norme , con le quali è stato redatto, così come obbligatoriamente costretti dal rifiuto del capo dello Stato a firmarlo. La mancata approvazione avrebbe apportato danni ai bilanci degli Enti locali ( in particolare al già disastrato bilancio del Comune di Roma ) e i cosiddetti affitti d’oro.
In breve ecco cosa prevede :
-web tax , è stato posticipato al primo di luglio 2014 ;
-sfratti , sono stati sospesi per sei mesi non per tutti ma per chi ha un reddito familiare sotto i 21 mila euro, o con malati, anziani o disabili in famiglia ;
-tabacchi , potrebbe essere deciso alla fine del decreto un aumento dello 0,7% sui prodotti da fumo e loro succedanei ;
-alluvione in Sardegna , ai residenti dei comuni colpiti dall’alluvione saranno concesse delle proroghe negli adempimenti fiscali ;
fondi Ue e lavoro, sarà varata una ripartizione dei Fondi strutturali Ue per 6,2 miliardi con l’assegnazione di 2,2 miliardi a sostegno delle imprese, 700 milioni alle misure a sostegno del lavoro e dell’occupazione,300 milioni per il contrasto alla povertà, 3 miliardi di euro a sostegno delle economie locali;
-emergenze , proroghe per la gestione commissariale della Costa Concordia, incentivi per attivazione impianti alimentati da fonti rinnovabili nelle zone colpite dal sisma in Emilia, sorveglianza delle forze dell’ordine, gestione liquidatoria in favore del Comune di Palermo.
Inoltre dal 1 luglio 2014 sarà possibile la stabilizzazione a carico delle Regioni, dei lavoratori socialmente utili.
Sui Salva – Comuni : quelli che non hanno rispettato il Patto di Stabilità vedranno ridotte le sanzioni previste per tali casi;
sui Bonus mobili : detrazioni fiscali sono concesse per gli arredi degli immobili in ristrutturazione anche se l’importo supera il valore dei lavori ;
sugli Affitti d’oro : le amministrazioni pubbliche potranno recedere dai contratti di locazioni passiva entro il 30 giugno.
Sulla compravendita degli immobili : non saranno più necessarie le dichiarazioni di conformità catastali e l’attestazione di prestazione energetica all’atto di cessione dell’immobile possono essere presentate anche successivamente .
-web tax , è stato posticipato al primo di luglio 2014 ;
-sfratti , sono stati sospesi per sei mesi non per tutti ma per chi ha un reddito familiare sotto i 21 mila euro, o con malati, anziani o disabili in famiglia ;
-tabacchi , potrebbe essere deciso alla fine del decreto un aumento dello 0,7% sui prodotti da fumo e loro succedanei ;
-alluvione in Sardegna , ai residenti dei comuni colpiti dall’alluvione saranno concesse delle proroghe negli adempimenti fiscali ;
fondi Ue e lavoro, sarà varata una ripartizione dei Fondi strutturali Ue per 6,2 miliardi con l’assegnazione di 2,2 miliardi a sostegno delle imprese, 700 milioni alle misure a sostegno del lavoro e dell’occupazione,300 milioni per il contrasto alla povertà, 3 miliardi di euro a sostegno delle economie locali;
-emergenze , proroghe per la gestione commissariale della Costa Concordia, incentivi per attivazione impianti alimentati da fonti rinnovabili nelle zone colpite dal sisma in Emilia, sorveglianza delle forze dell’ordine, gestione liquidatoria in favore del Comune di Palermo.
Inoltre dal 1 luglio 2014 sarà possibile la stabilizzazione a carico delle Regioni, dei lavoratori socialmente utili.
Sui Salva – Comuni : quelli che non hanno rispettato il Patto di Stabilità vedranno ridotte le sanzioni previste per tali casi;
sui Bonus mobili : detrazioni fiscali sono concesse per gli arredi degli immobili in ristrutturazione anche se l’importo supera il valore dei lavori ;
sugli Affitti d’oro : le amministrazioni pubbliche potranno recedere dai contratti di locazioni passiva entro il 30 giugno.
Sulla compravendita degli immobili : non saranno più necessarie le dichiarazioni di conformità catastali e l’attestazione di prestazione energetica all’atto di cessione dell’immobile possono essere presentate anche successivamente .
Sui divieti giornali : sarà proibita l’acquisizione di partecipazione in imprese editrici di giornali quotidiani per i soggetti che esercitano l’attività televisiva in ambito nazionale con ricavi superiori a quelli fissati dalla norma relativa.
Sull’Expo 2015 : per il 2013 sarà attribuito al Comune di Milano un contributo di 25 milioni per le spese di realizzazione di Expo 2015.
Sull’abolizione delle Province : confermate le modalità di riparto del fondo sperimentale di riequilibrio delle province , già adottate , con il decreto del Ministro dell’Interno il 4/5/2012.
Sull’Anas : Il Ministero dell’Economia anticiperà all’Anas le risorse 2013 , per far fronte ai pagamenti dovuti.
Sulle Ferrovie : Norme per la prosecuzione degli interventi sulla rete ferroviaria. Il Mef autorizzato a corrispondere a Trenitalia le somme previste per il 2013 per il servizio pubblico di trasporto ferroviario della regione Sicilia. Fondi anche per la Valle D’Aosta.
Sulla Carta Acquisti : viene rifinanziata con 35 milioni di euro nel 2013.
Sui locali pubblici : I gestori dei locali potranno esercitare il servizio fino al 31 dicembre 2014.Definizione entro il 30 giugno 2014 degli affidamenti non conformi ai requisiti previsti dalla normativa europea.
Sulle infrastrutture : con i fondi Ue si potrà dare avvio alla cantierizzazione di opere pubbliche e creare nuovi posti di lavoro.
Sul cuneo fiscale : da aprile 2014 potranno partire il completamento dei bandi e le erogazioni per quasi 400-450 mila persone nel Nord, nel Centro e nel Sud in stato di povertà. Le risorse nel 2014 saranno di 810 milioni di euro.
Saranno previste assunzioni nel settore pubblico.
Sull’abolizione delle Province : confermate le modalità di riparto del fondo sperimentale di riequilibrio delle province , già adottate , con il decreto del Ministro dell’Interno il 4/5/2012.
Sull’Anas : Il Ministero dell’Economia anticiperà all’Anas le risorse 2013 , per far fronte ai pagamenti dovuti.
Sulle Ferrovie : Norme per la prosecuzione degli interventi sulla rete ferroviaria. Il Mef autorizzato a corrispondere a Trenitalia le somme previste per il 2013 per il servizio pubblico di trasporto ferroviario della regione Sicilia. Fondi anche per la Valle D’Aosta.
Sulla Carta Acquisti : viene rifinanziata con 35 milioni di euro nel 2013.
Sui locali pubblici : I gestori dei locali potranno esercitare il servizio fino al 31 dicembre 2014.Definizione entro il 30 giugno 2014 degli affidamenti non conformi ai requisiti previsti dalla normativa europea.
Sulle infrastrutture : con i fondi Ue si potrà dare avvio alla cantierizzazione di opere pubbliche e creare nuovi posti di lavoro.
Sul cuneo fiscale : da aprile 2014 potranno partire il completamento dei bandi e le erogazioni per quasi 400-450 mila persone nel Nord, nel Centro e nel Sud in stato di povertà. Le risorse nel 2014 saranno di 810 milioni di euro.
Saranno previste assunzioni nel settore pubblico.