Gli eventi culturali. Mostre ed eventi in Italia e nel mondo

dal sito www.beniculturali.it del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

LE REPUBBLICHE DELLE DONNE
Giovedì 30 gennaio 2014, alle ore 17.30, si presenta nelle sale dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, in via di San Michele 18 a Roma, Le Repubbliche delle Donne di Sebastiana Papa, un libro fotografico che narra – attraverso immagini, citazioni e testi – i periodi di permanenza trascorsi dall’autrice in monasteri femminili di tutto il mondo e di ogni credo. Il libro che viene edito oggi segue fedelmente i contenuti di un menabò realizzato da Sebastiana Papa e mai pubblicato. I testi e le didascalie sono state composte dall’autrice; gli interventi redazionali si sono limitati alla correzione dei refusi e dei riferimenti bibliografici, lasciando inalterate citazioni e traslitterazioni. Le fotografie provengono dai negativi originali, conservati presso l’ICCD a seguito della donazione dell’intero archivio di Sebastiana Papa voluto dagli eredi nel 2006.
Un piccolo saggio dei materiali fotografici dell’archivio Papa sarà visibile nelle sale espositive dell’Istituto fino al 28 febbraio. La mostra Fotografie in monastero. Una selezione dall’archivio Papa dell’ICCD, a cura di Maria Lucia Cavallo, offre trentacinque fotografie provenienti dall’archivio, di medio e grande formato, presenti solo in parte nel volume. Le immagini, quasi tutte stampate sotto il controllo della stessa fotografa, restituiscono in misura fedele il suo lavoro, offrendo una testimonianza inedita e più diretta del suo modo di operare, di rendere e far conoscere le proprie fotografie.
Il volume Le Repubbliche delle Donne pubblicato nella collana Collezioni dell’ICCD, in collaborazione con la casa editrice Postcart, ed è stato realizzato grazie al sostegno finanziario della Provincia di Roma.
Programma presentazione del volume
giovedì 30 gennaio 2014, ore 17.30
Introducono
Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario di Stato
Laura Moro, direttrice dell’ICCD
Cecilia D’Elia, già assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma
Intervengono
Claudia Pajewski, fotografa
Nazario dal Poz, fotografo e docente di fotografia
Federica Giardini, docente di filosofia presso l’Università di Roma Tre
Saranno presenti le curatrici del volume

Roma, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
Via di San Michele, 18
30 Gennaio 2014 – 28 Febbraio 2014


Spinario. Storia e fortuna
La mostra prende avvio dall’osservazione approfondita, attenta e ravvicinata dell’opera in bronzo esposta nella Sala dei Trionfi, giunta in Campidoglio con la donazione dei Bronzi Lateranensi fatta da Sisto IV nel 1471.
La statua in bronzo dello Spinario, giunta in Campidoglio nel 1471 in occasione dell’istituzione dei Musei Capitolini, rappresenta uno dei massimi capolavori della scultura antica, che ha conosciuto un’ininterrotta fortuna nell’evo antico come in quello moderno. La mostra ai Musei Capitolini vuole presentare un ampio panorama del tema “Spinario” e del suo successo, riunendo le repliche e le rivisitazioni antiche e moderne esposte oggi nei più importanti musei italiani e stranieri. Verranno così esposti bronzetti, disegni e quadri ispirati allo Spinario che ne tracceranno il successo ottenuto nel corso dei secoli, ininterrotto sino ai giorni nostri.


Roma, Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio, 1
05 Febbraio 2014 – 25 Maggio 2014

EVAN GORGA. IL COLLEZIONISTA

PROROGATA FINO AL 4 MAGGIO 2014
Con l’allestimento della mostra “Evan Gorga. Il collezionista” la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma inaugura la nuova ala del Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps acquisita dallo Stato nel 2008.
Risulta così completato il percorso di visita di questa sede del Museo Nazionale Romano che ospita la sezione di storia del collezionismo del Cinquecento e Seicento. I nuovi spazi consentiranno al pubblico di non ritornare sui propri passi al termine della visita, bensì di effettuare un percorso circolare tanto al piano terra, quanto al primo piano del museo. Oltre a quest’ala del palazzo che si affaccia sullo splendido cortile in cui sono stati riconosciuti gli interventi di Baldassarre Peruzzi e Antonio da Sangallo il Vecchio, l’area espositiva si arricchisce di altre tre sale che affiancano il salone Mattei. Queste compongono il cosiddetto Appartamento della stufa, situato al primo piano e affacciato direttamente su piazza di Sant’Apollinare. In totale, la superficie espositiva del museo acquista ulteriori 415 mq2.
L’evento nell’evento è segnato dalla mostra “Evan Gorga. Il collezionista”, che resterà aperta dal 19 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014. Per la prima volta viene presentata una ricca selezione dell’articolata ed eclettica raccolta di archeologia del tenore Evangelista Gorga (1865-1957), acquisita dallo Stato nel 1950, e da allora conservata presso il Museo Nazionale Romano. Gorga raccolse una miriade di oggetti moderni e antichi che avrebbero dovuto formare, secondo le sue intenzioni, “il museo di tutti i tempi”, o come scrisse ancora lui stesso:
“il Museo Enciclopedico, che comprende tutto lo scibile, dall’Arcaico ai giorni nostri”. Alla ricerca di documenti originali si è affiancata l’investigazione della singolare figura di Gorga – attivo nel mercato antiquario romano tra
la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento – testimoniando così un tipo di collezionismo molto diverso da quello delle grandi famiglie rinascimentali del Cinque-Seicento, raccontato dalle prestigiose collezioni di Palazzo Altemps.
La mostra presenta una selezione di circa 1800 oggetti, solo una minima parte tra le centinaia di migliaia di pezzi conservati, ed è allestita nei due grandi saloni della nuova ala.
Sculture antiquarie acquistate dallo Stato da collezioni private contemporanee sono, invece, esposte per la prima volta nelle sale dell’Appartamento della Stufa, insieme a una scultura raffigurante Artemide, concessa in prestito dal museo Boncompagni Ludovisi. Questi ambienti del museo erano originariamente destinati a ospitare la residenza del duca Roberto Altemps e di sua moglie Cornelia Orsini. La denominazione “della stufa” appare già nei documenti cinquecenteschi. Infatti, uno degli ambienti era dotato di un impianto di riscaldamento, di cui oggi sono visibili tubature e tiraggi al di sotto del piano pavimentale. La sala, inoltre, è affrescata con dipinti originali di fine Cinquecento.
La mostra, curata da Alessandra Capodiferro direttrice del museo, nasce nel solco degli studi condotti da Mariarosaria Barbera che nel 1987 assunse la cura scientifica della collezione Gorga su incarico dell’allora
soprintendente Adriano La Regina, e sfociarono nel primo volume interamente dedicato alla raccolta (1999, ed. Electa).
Adesso soprintendente per i beni archeologici di Roma, così si esprime Mariarosaria Barbera nell’introduzione al nuovo volume pubblicato in occasione della mostra: “Nel 1999 (…) ricorrevo alla parola “sgomento”, riferita alla disparata congerie di materiali costituenti la raccolta, così come alla constatazione del sistematico e disastroso smembramento della stessa.(…) La parola cui ricorro, in questo caso, è “soddisfazione”: alla ricognizione e alla selezione dei materiali, per la maggior parte inediti (e certo ancora resta da scoprire) si è affiancata la ricerca di documenti originali, rinnovando
l’intento di porre nella giusta luce la singolare figura del collezionista (…) e di valorizzare la ricca ed eclettica “collezione di archeologia” pervenuta ormai molti decenni fa nel Museo Nazionale Romano”.
Il nuovo studio scientifico sulla collezione Gorga, che ha richiesto due anni di ricerche, è compendiato nel volume edito da Electa “Museo Nazionale Romano. Evan Gorga la collezione di archeologia”.
Sul tema del collezionismo, sulle sue differenti forme e manifestazioni, sulle motivazioni e sulle pulsioni che spingono al collezionismo in genere, verrà organizzato un ciclo di conferenze.

Roma, Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps
Piazza di S.Apollinare, 46
19 Ottobre 2013 – 4 Maggio 2014

Mostri. Creature fantastiche della paura e del mito
Con “Mostri. Creature fantastiche della paura e del mito”, torna una grande mostra al Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo, dopo il percorso di rinnovamento degli allestimenti delle collezioni permanenti perseguito negli ultimi anni. L’esposizione, attraverso più di cento reperti archeologici, indaga i miti della tradizione classica che hanno influenzato l’arte moderna e contemporanea, e il cinema in particolar modo.
In continuità con l’evento del 2011, intitolato “Usciamo a riveder le stelle”, sul tema della scultura ideale raffigurante gli dei e gli eroi, quest’anno si approfondisce l’aspetto complementare: per ogni eroe c’è sempre un mostro da affrontare, simbolo dei lati oscuri dell’animo umano.
L’allestimento si ispira a un labirinto, la forma più antica del viaggio iniziatico che ogni eroe deve affrontare per accedere a una consapevolezza superiore.
Straordinari prestiti dai musei di tutto il mondo – Atene, Berlino, Basilea, Vienna, Los Angeles e New York – cui si aggiungono i prestigiosi reperti giunti da numerose collezioni di archeologia di musei italiani, consentono di restituire un ampio panorama dell’iconografia delle creature fantastiche presenti nelle culture antiche. Grifi, Chimere, Gorgoni, Centauri, Sirene, Satiri, Arpie, Sfinge, Minotauro, Tritone, Pegaso, Scilla e l’Idra di Lerna sono rappresentati su oggetti di tipologie diverse: sculture, terrecotte architettoniche, vasellame, armi, affreschi e mosaici di diversi ambiti culturali e cronologici, dall’Oriente alla Grecia al mondo etrusco, italico e romano.
L’esposizione, promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma in collaborazione con Electa, è curata da Rita Paris, direttore del Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo, ed Elisabetta Setari.
I mostri degli antichi racconti, al pari degli dèi, costituiscono da sempre un termine di confronto per gli esseri umani, lungo un percorso che ha permesso all’uomo di costruire la propria identità.
Da questa riflessione prende spunto la mostra, che affronta per aree tematiche l’iconografia di ciascun tipo di creatura fantastica e ne illustra l’evoluzione nel corso del tempo.
A riprova dell’inesauribile fonte d’ispirazione rappresentata nel tempo da queste creature, insieme ai reperti archeologici sono esposte tre tele: di Alberto Savinio Creta, dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, il cui soggetto è un minotauro con testa di giraffa; lo splendido olio Medusa, di anonimo fiammingo della prima metà del XVII secolo proveniente dalla Galleria degli Uffizi, un tempo attribuito a Leonardo da Vinci, e, dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, la tela del Cavalier d’Arpino Perseo libera Andromeda, con una pregiata rappresentazione di Pegaso.
Il cinema, forma artistica che più di tutte subisce il fascino delle paure legate alla dimensione del quotidiano e incarnate dalle figure mostruose, presterà alla mostra due testimonial d’eccezione: Scott Ross, pioniere degli effetti speciali a Hollywood, e Shane Mahan, specialista della creazione di mostri meccatronici sul grande schermo.
Venerdì 20 dicembre incontreranno gli studenti dell’Istituto per la cinematografia e la TV “Roberto Rossellini”, e sabato 21 alle ore 11.00 terranno una conferenza presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
In occasione dell’inaugurazione, la facciata di Palazzo Massimo su Piazza dei Cinquecento si vestirà di effetti speciali con le animazioni laser realizzate da Hyperreality, mettendo in scena il confronto tra i Mostri e gli Eroi. Gli esseri primordiali metteranno in crisi la fiducia dell’uomo nel predominio naturale della razionalità, mentre ombre e luci tenderanno a integrarsi, alludendo alla complessità dell’animo umano e all’intelligenza creativa come risorsa.
Le animazioni mitologiche saranno proiettate anche nel cortile interno del Museo per tutta la durata della mostra, per stimolare la riflessione sul significato antropologico degli antichi reperti.
Alla mostra si accompagna il catalogo edito da Electa. Come un dizionario riccamente illustrato, repertorio ragionato in cui ciascun mostro è spiegato a partire dalle fonti letterarie e attraverso le sue principali immagini, il volume approfondisce il significato della persistenza di queste figure mitologiche nella cultura moderna e contemporanea.
I saggi affrontano le iconografie cariche di una forte valenza simbolica, e raccontano la fortuna che arrise a queste creature fantastiche.

Roma, Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo
Largo di Villa Peretti 1
20 Dicembre 2013 –1 Giugno 2014


GIOVANNI PASCOLI, NASCE IL PORTALE CON 60.000 AUTOGRAFI
Da giovedì 23 gennaio sarà ufficialmente in rete il portale pascoliano (www.pascoli.archivi.beniculturali.it), promosso dalla Soprintendenza Archivistica della Toscana in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa. Il battesimo del portale avverrà giovedì con il convegno ”Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte. L’archivio in rete” che si terrà a Pisa, nella sede della Scuola Normale.
L’archivio Pascoli, composto di oltre 60.000 documenti, è stato interamente digitalizzato grazie ad un progetto sviluppato e diretto dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana. Si è trattato di un intervento molto complesso che ha richiesto l’intreccio di competenze diverse, sia di tipo archivistico che letterario. La descrizione informatizzata delle carte, collegata alla loro riproduzione digitale, ha prodotto un nuovo e affidabile patrimonio di informazioni che apre grandi possibilità di ricerca e di approfondimento agli studiosi e a quanti vorranno avvicinarsi all’opera e alla figura del poeta.
Manoscritti e carteggi pascoliani sono racchiusi nello scrigno di una casa che e’ documento anch’essa. Si tratta di un felice esempio di integrazione di beni culturali di natura diversa, che si corrispondono in una suggestiva rete di richiami. Il portale si propone di ricomporre e mettere in relazione, in nome dell’unitaria vocazione a memoria pascoliana, il patrimonio presente a Castelvecchio rendendo disponibili in rete non solo l’archivio ma anche la biblioteca e gli oggetti della casa museo. Il portale inoltre intende inoltre fornire strumenti di approfondimento quali una completa bibliografia pascoliana, nonché suggerire percorsi tematici e materiali multimediali, per avvicinare anche i non specialisti alla figura e alla produzione poetica di Giovanni Pascoli.
Il poeta e la sorella Maria scelsero di abitare dal 1895 nella casa di Castelvecchio, in provincia di Lucca, tentando di ricostruire quel ‘nido’ familiare distrutto a causa dell’assassinio del padre a San Mauro di Romagna. Alla morte di Giovanni, nel 1912, Maria volle che la casa rimanesse intatta, facendone una sorta di ‘sacrario’ dedicato alla memoria del fratello. Per volontà di Maria tutto il patrimonio pascoliano di Castelvecchio è poi divenuto proprietà del Comune di Barga.
L’archivio conservato a Castelvecchio costituisce una fonte primaria per chiunque voglia ricostruire e comprendere le ragioni, personali e biografiche ma anche intellettuali e relazionali, della vicenda umana ed artistica del Pascoli.
Due anni fa il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha ritenuto che il miglior modo di commemorare Giovanni Pascoli nel centenario della sua morte fosse quello di dedicare un intervento importante e duraturo all’archivio pascoliano: da qui ha preso le mosse il progetto di digitalizzazione e informatizzazione dell’archivio Pascoli e di costruzione di un portale pascoliano promosso e sviluppato dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana, in collaborazione, per la parte informatica, con la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ora il portale a giorni e’ pronto per la consultazione in rete.
fonte dati: www.agenziaradicale.com

LA MEMORIA RITROVATA. TESORI RECUPERATI DALL’ARMA DEI CARABINIERI

Il Palazzo del Quirinale, per rendere omaggio al lavoro dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, accoglie ancora una volta una grande mostra incentrata sul recupero di capolavori che scavi clandestini e furti vari avevano sottratto alla comunità scientifica e all’ammirazione del pubblico.
Dopo la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” del 2007 che celebrava il rientro in patria di decine di opere d’arte acquisite illegalmente da quattro grandi istituzioni museali americane, dopo la presentazione nel 2013 della famosa “Tavola Doria” attribuita da molti a Leonardo da Vinci e finalmente rientrata in patria dopo un esilio di oltre settant’anni, ecco esposti – dal 23 gennaio al 16 marzo 2014, nella mostra La memoria ritrovata. Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri – oltre un centinaio di capolavori che coprono più di due millenni della storia d’Italia, collocati nell’ala occidentale del Palazzo, e in particolare in due sale della Galleria di Alessandro VII Chigi, tornate al loro antico splendore dopo la riscoperta delle pitture di Pietro da Cortona.
La mostra è promossa dalla Presidenza della Repubblica in collaborazione con il Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e organizzata da Civita.
L’esposizione si articola in due sezioni. Nella Sala degli Scrigni, nella Sala di Ercole e nella Sala degli Ambasciatori sono esposte opere che vanno dal VI secolo a.C. (si tratta della testa di leone recuperata dagli uomini dell’Arma e oggi assegnata al Museo Nazionale di Villa Giulia) al Settecento (con in particolare un’Adorazione dei Magi di Francesco Solimena).
Nella Sala di Augusto il visitatore potrà ammirare una serie di urne funerarie, insieme a una parte del corredo, provenienti da uno scavo effettuato in occasione della costruzione di una moderna abitazione a Perugia. Le ruspe hanno raggiunto e sventrato un mausoleo etrusco risalente al III-I secolo a.C. che apparteneva alla grande famiglia etrusca dei Cacni. Le urne con le raffigurazioni di scene ispirate al mondo greco sono per la maggior parte dei capolavori assoluti.
Le raffigurazioni del sacrificio di Ifigenia, della lotta tra Pelope ed Enomao, delle centauromachie suscitano la nostra ammirazione e rappresentano una delle più importanti scoperte degli ultimi trent’anni nel campo dell’etruscologia.
La mostra è stata l’occasione per condurre un intervento di restauro sulle urne funerarie che è stato realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e reso possibile anche grazie al contributo dato dalla vendita della Carta Civita che dà spazio alla cultura e sostiene l’arte; la manifestazione inoltre conclude il programma delle iniziative di valorizzazione e promozione svolte per i festeggiamenti dei 25 anni di attività di Civita.

Roma, Palazzo del Quirinale
23 Gennaio 2014 – 16 Marzo 2014


 

 
 
 
 
 

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