Le Conseguenze di Francesco

di | 17 Mar 2014

Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, presenta un numero unico dedicato interamente a “le conseguenze di Francesco” con il proposito di abbozzare un bilancio di questo primo anno di papato. Lo stile e il linguaggio di papa Francesco hanno sicuramente cambiato il rapporto fra la chiesa e il mondo, nel tentativo di convertire una chiesa introvertita, in una chiesa in uscita, aperta, ispirata. E’ indubbio che la chiesa ha vissuto anni di appannamento della sua immagine, in generale nel mondo, in particolare in alcuni paesi toccati da alcuni scandali. Francesco pescato” alla fine del mondo” è stato caricato di una missione che svolge con gioia . Quale impatto può avere un vescovo che viene da Buenos Aires, dove era incardinato per formazione pastorale e ideologica, una volta immesso in quella dimensione romana che significava per lui una messa in questione? Esiste una chiesa cattolica universale o assistiamo a diverse chiese cattoliche, seppure non formalizzate, che per esperienza e storia sono difficilmente omologabili in uno stesso schema? per esempio una indagine centrata sul tema della famiglia e della morale sessuale , conferma uno iato fra dottrina e pratica, mostra le differenze fra la cultura di paesi molto lontani fra loro; temi come la comunione dei divorziati, il sacerdozio femminile, i contraccettivi sono oggetto di una disputa al centro di un percorso sinodale di cui seguiamo il dibattito . Per un cattolico ugandese la famiglia e la morale sessuale hanno un senso diverso che per un cattolico argentino o spagnolo. Secondo Lucio Caracciolo, l’approccio di Bergoglio ha una capacità geniale di recuperare il senso del vangelo. Papa Francesco introduce un concetto della gerarchia dei principi, anziché discussioni dottrinali, dice, c’è una gerarchia su ciò che la chiesa insegna, che invita a non insistere su questi temi trascurando temi più importanti come la dottrina sociale della chiesa, i poveri, gli emarginati gli esclusi, le periferie. Utilizza una flessibilità verso chi si dedica alla missione per obbedienza, nel diffondere la parola di Dio, ” gettato nel mondo” cercando di inculturarsi senza cedere a forme di sincretismo. Papa Francesco rinnova la fede nella capacità del vangelo di parlare a persone culturalmente diverse. Su questi interrogativi verte l’introduzione al volume mentre, Dario Fabbri ci riferisce la reazione americana al nuovo Papa. Bergoglio in una recente intervista ha sostenuto” l’inglese per me è troppo complesso non si sa mai come pronunciarlo”. Fra l’amministrazione Obama e il Vaticano esistono legami strettissimi, l’apprezzamento di Obama per questo Papa è ambivalente per quanto riguarda la politica interna e la politica estera. Con Benedetto XVI Obama era in contrasto quasi su tutto, dalla bioetica all’ aborto. Il vaticano guidato da Benedetto non si occupava di politica estera se non in maniera eurocentrica , fu in contrasto con l’apertura all’Egitto di Obama. L’amministrazione Obama è piena di cattolici, dal capo di gabinetto Denis Mc Donoug , a Jhon Kerri capo della diplomazia . Obama apprezza Bergoglio. Fra gli intenti politici di Obama vi è la legalizzazione di 11 milioni di clandestini e quello di alzare il reddito minimo dei cittadini americani. Obama cita Bergoglio “come mai non fa notizia se un uomo muore per la strada mentre fa notizia la borsa che perde due punti”. L’opposizione del Papa all’intervento in Siria, accentua quanto esso sia lontano dall’Europa e terzomondista e in che misura si opponga al dominio degli Stati Uniti. Questo Papa guarda ad oriente, come fa pensare il suo atteggiamento verso la crisi Ucraina, a cui ha risposto con un invito al dialogo silenzioso. Lo scorso gennaio nell’incontro fra J. Kerri e Monsignor Parolin , a proposito della Siria e del cambiamento del regime con l’uscita di scena di Al Assad, la posizione del Vaticano è quella per cui l’uscita di Assad non è una condizione essenziale. Quando il 27 marzo Obama sarà a Roma capiremo forse meglio le posizioni di Papa Francesco anche sul fracking che molti in America caldeggiano per sottrarre il paese dal dominio energetico russo .
Gianni Valente traccia un ritratto di questo Papa . Valente cerca di decifrare chi è e da dove viene Bergoglio, gesuita latino americano , come ha vissuto il peronismo e il terzomondismo? Crede che per capire dobbiamo ascoltare quel che fa e che dice fuori dagli ambienti intermediari, che hanno sempre isolato la figura del Pontefice. Due tratti espressi e raccontati da Valente, rispetto all’approccio geopolitico, il primo relativo ad un’intervista con Spadaro di Civiltà Cattolica, a proposito dei gesuiti. Il gesuita é decentrato, il suo centro è Cristo e la sua Chiesa, sentirsi sicuri e sufficienti paralizza , quel che conta è la chiesa; uscire da uno schematismo rispetto a come ci si pone in rapporto ai poteri del mondo. L’enciclica Evangelii Gaudium è la road map dello sviluppo futuro del cammino del pontificato, in essa Papa Francesco sottolinea che il tempo è superiore allo spazio, l’attesa paziente dei compiersi dei processi si sostituisce alla smania del risultato . E’ nell’accompagnare i processi non nell’occupare spazi, nell’abbassarsi a toccare la carne sofferente di Cristo nel popolo, la possibilità di sviluppare energie nuove. Il rapporto complicato fra la Chiesa e la Cina è visto come attenzione a, e non come una partita a scacchi, è l’attesa sui tempi lunghi non su risultati veloci a far cadere antiche incomprensioni e pregiudizi. L’ atteggiamento è quello di un non allineamento automatico con l’occidente: ricorrendo alla preghiera, al rosario, al silenzio, al digiuno senza rivendicare, per esempio dinanzi al problema della Siria, la proposta di Bergoglio sfugge ai clichè, guarda alle minoranze dei cristiani in medio oriente come ad un tesoro da custodire, evitando di appoggiare certi circoli cattolici, evitando ogni islamofobia . Questo libera possibilità per la chiesa di Roma di essere libera sulla scena del mondo. Fabio Alivernini si occupa della lingua e del gergo usati da Papa Francesco. La Tv tedesca qualche tempo fa sosteneva che il Papa celebra in italiano perchè l’italiano è la lingua dei poveri, un’ affermazione che nasconde l’amarezza per la scelta di Ratzinger, quel che è certo è che con Bergoglio l’italiano è lingua franca della chiesa . Il Papa conosce l’inglese e il tedesco ma parla diffusamente l’italiano, non è una scelta strumentale ma politica, parla la lingua dei suoi parrocchiani, il suo modello comunicativo usa anche il dialetto e risulta immediato diretto semplice empatico e spontaneo, stimola l’immaginario della gente: Papa Francesco non fa così, è così. L’autenticità trapela quando pronuncia a braccio le sue omelie, la sua spontaneità non è disorganizzazione della semantica: siamo già abituati ai tre punti della maniera ignaziana di procedere nella retorica. Anche lo stile in internet di Bergoglio funziona perché Bergoglio è autentico. Da un sondaggio è il personaggio più citato e ricercato su internet, su twitter ha 11milioni di followers, vi si esprime in nove lingue, in latino 300.000 studenti lo seguono per esercitarsi ; un sondaggio ha rilevato che la sua credibilità e cresciuta del 20 per cento nel mondo e in Italia del 75 per cento. Bergoglio usa il dialetto lumfardo dicendo che in qualche modo la periferia geografica è periferia esistenziale, con simboli che parlano a tutte le periferie. Il lumfardo era il gergo che veniva parlato dai prigionieri per non farsi comprendere dalla sorveglianza , coacervo di piemontese genovese portoghese passa nel tempo attraverso il tango e l’opera di Borges, Papa Francesco ne caldeggia un antologia di lemmi, parole come balconear (starsene alla finestra, commentare amaramente) o primear, con cui si è espresso nel viaggio in Brasile sono lumfardo. Non stare alla finestra ma partecipare a dimostrazione che la missione è uscire dall’autoreferenzialità: le stesse scarpe lo stesso crocifisso la stessa lingua di Buenos Aires. Ha già in programma due sinodi , per mettere a fuoco che non perde tempo , ma non c ‘è frenesia o angoscia , procedere con pace è la sua forza.
Il tentativo di una rivista come Limes, che vuole essere già nel nome della testata, confine e strada protetta , cammino per affacciarsi oltre il limite,esprime una pluralità di visioni e nello stesso tempo un’attesa che è una speranza di cambiamento . I problemi della povertà e della globalizzazione, della domanda di spiritualità sembrano attendere risposte, Papa Bergoglio diffonde speranza quando dice di tenere la sua attenzione al pensiero secondo, quello che fa riferimento alla presenza dello spirito santo in noi, con le sue grosse scarpe conquista il popolo, con l’attenzione allo spirito innamora la Chiesa, speriamo che la Chiesa e il mondo si innamorino.

Immagini da Repubblica.it