CIRIACO DE MITA SINDACO A 86 ANNI, STRAVINCE A NUSCO CON L’80%

Ciriaco De Mita è il sindaco di Nusco, sua città natale collocata in Irpinia. La vittoria di Ciriaco De Mita non e’ stata mai in discussione dai compaesani, anche se l’86enne leader della Dc ai suoi piu’ stretti collaboratori aveva confidato che se si fosse andati sotto l’80% sarebbe stata una sconfitta.
Una campagna elettorale poco social e molto ‘porta a porta’, vecchio stile, vecchio stampo, come i manifesti, comparsi sulle cantonate di Nusco appena una settimana fa. Niente faccione sorridente che si affacciava sul panorama delle campagne elettorali nazionali.
Ha scelto un grande scudo crociato sul fondo blu, il nome per esteso De Mita Luigi Ciriaco e uno slogan che non si leggeva da anni "Vota lista numero 1". A presidiare il seggio, la figlia Antonia che si lancia un grande abbraccio quando arrivano il padre e la madre Annamaria, vestita di rosso, come ai tempi della visita di Raissa Gorbaciova. Qualcuno lo accoglie con l’esclamazione "il nuovo sindaco di Nusco" e De Mita, ironizzando sulle tante critiche alla sua eta’, ribatte pronto "il vecchio sindaco".
E con i cronisti per il commento a caldo sulla vittoria riprende il tono formale per lo stesso concetto. "Voglio ringraziare gli elettori di Nunsco – dice – perche’ un cosi’ largo consenso dimostra che hanno afferrato che la novita’ vera sta nella continuazione della storia. Il nuovo lo si costruisce continuando la storia".
dal sito notizie.virgilio.it
EUROPEE: IN DANIMARCA VINCE IL PARTITO ANTI IMMIGRAZIONE

Il DF ha staccato nettamente i socialdemocratici attualmente al governo, che sono accreditati del 19,1% dei voti e 3 seggi contro i 4 che avevano.
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"Voglio anche inviare le mie condoglianze ai famigliari dell’interprete russo", giornalista e attivista, "ucciso insieme a Rocchelli, Andrey Mironov, e i miei auguri di completa guarigione a William Rogueolon, il giornalista francese rimasto ferito", ha aggiunto.
"Chiediamo alle autorità ucraine che sia accertata rigorosamente la dinamica dell’attacco di cui è rimasto vittima Rocchelli. Nelle prossime ore sentirò personalmente il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Deshchytsia", ha spiegato.

Peccato che i fondi destinati a “lanciare un piano di sviluppo dei percorsi di alta formazione e di sperimentazione di esperienze professionali a valenza formativa in altre realtà nazionali e all’estero, come strumento innovativo per favorire la creazione di opportunità per un qualificato e duraturo inserimento occupazionale all’interno del tessuto produttivo regionale” siano finiti principalmente nelle tasche dei soliti.
Secondo il periodico il progetto era gestito e valutato da persone che hanno ricoperto incarichi con diversi titoli e ruoli all’interno di SEL e che sono vicine all’Assessore Smeriglio, due caratteristiche che si ritrovano anche in chi il bando lo ha vinto.
Gianluca Perilli ha illustrato le motivazioni dei due atti depositati:
“Speriamo che quanto letto e mai smentito dalla Giunta non corrisponda a verità, sarebbe gravissimo che un progetto teso ad aiutare gli studenti sia diventato un pretesto per distribuire i soldi pubblici agli amici. Secondo quanto riportato dalla stampa le decisioni prese dalla commissione sono inadeguate ed espongono l’amministrazione regionale a critiche ed accuse che non servono ad un’Istituzione che gode già di abbondante discredito. Se le notizie fossero vere credo che Zingaretti dovrebbe ritirare immediatamente le deleghe conferite a Smeriglio. Terremo aggiornati i cittadini sugli sviluppi della nostra analisi documentale.”
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Un articolo sull’Espresso fa litigare i vendoliani. Il tesoriere del partito e deputato Sergio Boccadutri, spesso protagonista di retroscena che lo vorrebbero nell’area che pensa alla scissione, in sofferenza per la scelta del partito di sostenere la lista Tsipras alle europee e di irrigidire i rapporti con il Pd, chiede conto al responsabile organizzazione del partito e vice presidente della regione Lazio Massimiliano Smeriglio di quanto rivelato dall’Espresso su alcune nomine.
« Mancia di Sel agli amici » è il titolo del pezzo che ricostruisce come un bando dell’ente regionale per il diritto allo studio, Laziodisu, abbia impiegato, e lautamente retribuito, una serie di professionisti vicini a Sel. Il progetto si chiama “Torno subito”, ed è la mutuazione del progetto ‘Bollenti spiriti’ promosso negli anni passati dalla giunta regionale pugliese di Nichi Vendola: 350 studenti saranno sostenuti dall’agenzia per sei mesi di formazione all’estero in cambio dell’impegno di tornare in regione e spendere qui la loro formazione. Le domande si chiudono il 26 maggio. A gestirle c’è un apposito team, retribuito, come giusto, ma appunto vicino al vicepresidente della regione.
A capo del progetto è infatti Luciano Ummarino, al momento dell’uscita del bando nella segreteria di Smeriglio: per diciotto mesi di lavoro secondo l’Espresso gli sarebbero riconosciuti 106 mila e 705 euro lordi («Le cifre sono minori del 20 o 30 per cento», replicano da Laziodisu, senza però fornire un dato preciso). Ad otto collaboratori “senior” andrebbero invece 70 mila 531 euro. Tra loro Raimondo Sergio Mauricio, segretario della sezione Sel di Portonaccio di Roma, Claudio Novembre candidato alle primarie nel 2012 a Noci, in Puglia, e Lucia Caggiano della redazione di Loop, rivista di area smerigliana. Secondo l’Espresso sarebbero vicini anche i tre “junior” incaricati del front office del progetto, ognuno retribuito 50 mila 833 euro.
Su Facebook Sergio Boccadutri posta il ritaglio dell’articolo e scrive: «Quando è uscito sul Fatto Quotidiano che io ero uno scissionista alcuni compagni giustamente mi chiesero di smentire». Poi aggiunge: «Posso chiedere lo stesso al mio responsabile dell’organizzazione sulle notizie riportate da l’Espresso?». Al telefono con l’Espresso Boccadutri sceglie poi un profilo tutto sommato morbido, ma la polemica c’è: «Della vicenda mi colpisce il fatto che esce un immagine di Sel, a Roma, che nulla c’entra col partito nazionale, che è un partito francescano, che non ha mai avuto risorse». «Sono sicuro che Smeriglio smentirà la ricostruzione dell’Espresso» è la chiosa d’ordinanza.
Sempre all’Espresso Massimiliano Smeriglio replica piccato: «sono esterrefatto che a parlare in questa maniera sia un deputato di un partito dal dna garantista, e che invece asseconda una mentalità grillina». Il clima è da strascico di congresso, del braccio di ferro tra chi voleva sostenere il greco Tsipras e chi il tedesco Schulz. «Io non devo smentire nulla» continua Smeriglio, «a rispondere semmai deve essere l’ente».
Smeriglio ricorda poi come sulle nomine ci sia già un ricorso a Tar di chi è arrivato secondo: «aspetteremo la sentenza, ma il Tar per ora ha deciso di non applicare la sospensiva e mi pare già un buon segnale». «Se avessi voluto lottizzare avrei usato i posti nei cda di nomina diretta che invece abbiamo deciso di abolire», si difende Smeriglio, che poi per ogni altra precisazione rimanda alla nota emessa da Laziodisu.
L’ente rivendica di aver svolto un bando pubblico per le nomine «a cui hanno partecipato 30 candidati». Ed è infatti proprio su quello che il Tar deciderà. L’ente conferma poi che i contratti sono co.co.co della durata di 18 mesi ma indica ritribuzioni inferiori «dal 20 al 30 per cento rispetto a quelle riportate dall’articolo». «Niente a vedere con i compensi dei 36, tra membri del Cda e atipiche figure apicali» rivendica anche Laziodisu, «abolite con il commissariamento predisposto dalla Regione Lazio, e quelle si, da sempre, di diretta nomina politica».
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In Regione Lazio crisi economica e sacrifici non sembrano essere contemplati, almeno per alcune categorie di lavoratori. Con una delibera di fine aprile la giunta regionale ha riconosciuto un’indennità aggiuntiva di circa mille euro al mese a testa a 100 dipendenti delle strutture che fanno capo al segretariato generale. Questo è, secondo quanto sostengono sindacati e Movimento 5 Stelle, l’importo variabile in relazione all’inquadramento professionale del singolo dipendente: complessivamente è di oltre un milione di euro in più all’anno l’aumento di spesa per le casse regionali. Una vicenda che ha spinto i consiglieri regionali 5 Stelle a presentare un esposto alla Corte dei Conti perché, oltre a sembrare inopportuna, la somma potrebbe anche essere illegittima perché i dipendenti sono stati equiparati a quelli destinatari dell’indennità prevista per le segreterie degli organi politici anche se il segretariato generale dovrebbe svolgere funzioni amministrative. “Non ci sarà alcun aumento nelle retribuzioni dei dipendenti del segretariato generale – precisano dalla Regione Lazio – infatti in seguito alla revisione del sistema delle attribuzioni sono state eliminate per il segretariato generale le alte professionalità e le posizioni organizzative con le relative retribuzioni accessorie. Quindi al fine di evitare una disparità di trattamento tra i dipendenti del segretariato generale e delle Direzioni, è stato individuato un trattamento accessorio analogo a quello dei colleghi, suddiviso in fasce di indennità. In questo modo il 95% dei dipendenti mantiene invariata la propria retribuzione, alcuni singoli guadagneranno qualche decina di euro in più e altri in meno, mantenendo così un principio di compensazione. Di conseguenza a fronte di una più corretta armonizzazione delle retribuzioni non vi sarà alcun costo aggiuntivo per la pubblica amministrazione”.
Immagine da www.iltempo.it
dal sito www.ilfattoquotidiano.it
MARO’. “TUTTI INSIEME, NESSUNO INDIETRO” PER MAX E SALVO: CORTEO A ROMA IL14 GIUGNO

Il corteo partirà dalla Bocca della Verità e non avrà alcun connotato politico-partitico: dopo gli annunci di prossima risoluzione del caso avanzati dal governo Monti e dai successivi esecutivi Letta e Renzi, ogni possibile strumentalizzazione politica, secondo gli organizzatori, sarebbe di cattivo gusto, e potrebbe nuocere alla causa dei fucilieri.
In poche ore sono già numerosissime le adesioni all’iniziativa, soprattutto dei gruppi sui social network, che contano centinaia di migliaia di sostenitori della richiesta di immediata liberazione dei marò. Il coinvolgimento del mondo associativo è stato immediato: “Adesso cominciamo a mobilitarci non solo nel gruppo “Siamo tutti marò”, ma solleciteremo le associazioni d’arma locali”: Aldo Casamento è uno dei promotori di una pagina Facebook con undicimila e quattrocento adesioni. Rita Riggio, una delle organizzatrici, spiega così le motivazioni profonde che porteranno in piazza tanti italiani: “Questo evento vuole essere un gesto forte e concreto per far sentire a tutta l’Italia e a tutto il mondo che nessuno di noi mollerà mai, qualunque sia la direzione da intraprendere o gli ostacoli da superare”. Il corteo è parte di un cammino che finora ha consentito di non spegnere mai i riflettori dei media sulla vicenda: “Abbiamo fatto già molta strada insieme e mai una sola volta i nostri sentieri hanno preso direzioni diverse, forti tutti del desiderio di riavere tra noi i nostri fratelli, Massimiliano e Salvatore, ritrovarli nell’affetto dei loro cari, così com’è giusto che sia. Ci faranno cadere tante altre volte ma mai nessuno ci impedirà di rialzarci e di andare avanti, di riprovarci ancora e ancora”. “Questo per Max e Salvo – ha aggiunto la Riggio – perchè non si ripeta mai più per nessuno una simile odissea, per tutti noi… perché la libertà e la giustizia sono un diritto universale di ogni anima su questa terra. Finirà, questo è certo… ma finirà con l’aiuto indispensabile di ognuno di noi. Con la nostra determinazione, i nostri valori e soprattutto con la nostra unione. Grazie alle famiglie dei nostri Fucilieri, grazie a Paola e Tiziana per questo cammino intrapreso insieme, consapevole che ognuno metterà il suo cuore al primo posto”.
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Dopo quel forte atto tutti ci aspettavamo una “riscossa” da parte di un’amministrazione regionale fino a quel momento immobile nel controverso tema della gestione dei rifiuti. All’inizio si pensava che ciò fosse dovuto al commissariamento da parte del Governo, ma finito questo (in concomitanza con gli arresti) ci siamo resi conto che l’assenza, che ancora oggi continua, era forse dovuta alla mancanza di capacità da parte del Presidente Zingaretti e del suo fidato assessore “a disposizione” Michele Civita.
Il periodo di commissariamento, durante il quale le responsabilità venivano rimbalzate dall’assessorato alla struttura commissariale e viceversa, doveva essere sfruttato da parte di Civita per studiare un piano per una gestione virtuosa e innovativa del ciclo dei rifiuti, approfittando dell’uscita di scena del monopolista con buone entrature in Regione.
Naturalmente non è stato fatto niente di tutto ciò.
Un atto che però è stato realizzato e salutato con favore da parte delle associazioni, dei cittadini e nostra è la revoca dell’AIA (Autorizzazione Integrale Ambientale) al sito di Monti dell’Ortaccio rilasciata dall’allora Commissario all’emergenza rifiuti romana, il prefetto Goffredo Sottile, il 27 dicembre del 2012 e revocato con la Determinazione della Regione Lazio n. G02364 del 28/02/2014 dell’Area rifiuti. Questo sito di proprietà di Cerroni era pronto ad ospitare l’immondizia della Capitale nella già martoriata Valle Galeria, in cui è presente la più grande discarica d’Europa (Malagrotta, sempre gruppo Cerroni), una raffineria e l’inceneritore di rifiuti ospedalieri.
Ma non poteva andare tutto liscio, nonostante il presunto indebolimento dell’influenza di Cerroni.
Con un atto che riteniamo provocatorio nei confronti dei cittadini, presentato con un coraggio che, per fortuna, solo poche persone al mondo hanno, la CO.LA.RI. (Consorzio Laziale Rifiuti) ha impugnato la revoca dell’Autorizzazione Integrale Ambientale presentando un ricorso al TAR di Roma.
Appresa questa notizia, Devid Porrello, consigliere del M5S Lazio e membro della commissione ambiente, dichiara:
“La riteniamo una provocazione da parte di chi per decenni ha speculato sull’inefficienza della gestione dei rifiuti del Lazio a discapito della salute dei cittadini e dell’ambiente e dell’erario lasciando una regione in emergenza, grazie anche ad una rete di contatti consenzienti all’interno delle amministrazioni regionali. Ad oggi non ci risulta che la Regione Lazio si sia costituita in processo contro quest’atto presentato dalla CO.LA.RI. Invitiamo Zingaretti e L’Assessore Civita a prendere immediatamente gli opportuni provvedimenti e a difendere nelle aule del tribunale la salute e i diritti dei cittadini della Valle Galeria. Abbiamo anche già predisposto l’accesso agli atti per poter leggere l’informativa mandata dal tribunale alla Regione per renderci conto delle scuse con cui un delinquente vuole riaprire una vicenda che non doveva neanche essere aperta.”
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GRILLO ALL’ATTACCO: SE VINCIAMO NOI ALLE EUROPEE NAPOLITANO SI DOVRA’ DIMETTERE

Immagini dal sito www.liberoquotidiano.it, www.urbanpost.it


Il PD rimane stabile al 34,9%
Forza Italia subisce una flessione dello 0,6% ed è sceso al 19,0%
Movimento5Stelle sale al 21,6 con un +0,2%
NCD-UDC-Ppe decresce dello 0,1%
Lega Nord si attesta al 5,4% con uno + 0,5%
Fratelli di Italia-An si attesta al 4,1% salendo dello 0,3%
Immagine dal sito www.lastampa.it
CODICI: LO CHIEDIAMO AL NUOVO GOVERNO VENGA RIMOSSO ATTILIO BEFERA


La burocrazia danneggia e frena la crescita dell’Italia , rallenta i processi produttivi ma questa volta è la Ue che boccia l’Italia.
Secondo la Ue nel nostro Paese non ci sono investimenti adeguati nell’hi-tec e lo sviluppo sarebbe frenato dalle lungaggini del sistema. Per comprendere al meglio la condizione dell’Italia può venire in aiuto il parametro Tfp,Total factor productivity che valuta i fattori di produttività di un paese. Per la Ue l’Italia non supera nemmeno l’esame del sistema di tassazione.
“C’è la prova che tasse più alte sulle aziende possono ridurre l’imprenditorialità e l’attività di ricerca e sviluppo sfociando in un impatto negativo sul Tfp dell’1%.
Infine i Paesi che spendono nella ricerca e nello sviluppo meno tendono ad esibire più tassi di crescita nel loro Tfp. Quelli che hanno speso meno come l’Italia hanno avuto un minore tasso media di crescita durante il periodo che ha preceduto la crisi.
UCRAINA, NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA: NEL MIRINO IL CAPO DI ROSNEFT
Immagine dal sito www.qn.quotidiano.net

Immagine dal sito www.ansa.it

“Noi non abbiamo notizie di Paolo da mesi” ha commentato la sorella di Dall’Oglio: ”ho letto anch’io questa news, ma confermo che noi non abbiamo notizie”. Intanto le elezioni presidenziali in Siria si terranno il 3 giugno prossimo. Il Presidente Assad punta al terzo mandato. Il gruppo “Amici” della Siria ha definito le elezioni “una buffonata”.
In Siria il conflitto civile è ormai in corso da quattro anni. Sono morti negli scontri 150 mila persone ed oltre un terzo della popolazione è stata costretta a fuggire abbandonando le proprie case.
Immagine dal sito www.repubblica.it