ALITALIA: I SINDACATI NON ACCETTANO I 2251 ESUBERI
Accordo con Etihad non ancora chiuso, assurdo porre problema ruoli.
Muro contro muro per il momento tra Alitalia e Sindacati in merito agli esuberi. Il confronto va avanti ma non è stato ancora definito. I sindacati vogliono approfondire il piano proposto da Ethiad. L’azienda conferma i numeri ma i sindacati avvertono che si ribelleranno mentre vorrebbero una situazione più chiara. I sindacati vogliono capire un pò di più.
Immagine dal sito www.huffingtonpost.it

Muro contro muro per il momento tra Alitalia e Sindacati in merito agli esuberi. Il confronto va avanti ma non è stato ancora definito. I sindacati vogliono approfondire il piano proposto da Ethiad. L’azienda conferma i numeri ma i sindacati avvertono che si ribelleranno mentre vorrebbero una situazione più chiara. I sindacati vogliono capire un pò di più.
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IRAQ: L’ISIS VUOLE IL PETROLIO, BAGHDAD CHIEDE AIUTO MA OBAMA FRENA
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LEGGE ELETTORALE: IL M5S PROPONE IL DEMOCRATELLUM. SINTESI

Inoltre prevede la possibilità per gli elettori non solo di esprimere un voto di preferenza ma anche di penalizzare i candidati sgraditi favorendo in questo modo una più diretta responsabilità degli eletti nei confronti degli elettori.
La governabilità-Il Democratellum favorisce la governabilità senza presentare profili di incostituzionalità. Il suo impianto limita la frammentazione dei partiti e avvantaggia le forze politiche maggiori. Il sistema non richiede coalizioni pre elettorali e cosi evita che i partiti debbano annacquare la propria proposta elettorale a causa di alleanze tattiche obbligate che nell’esperienza italiana si sono rivelate espedienti elettorali incapaci di reggere alla prova del governo del Paese. Non è un proporzionale puro bensì un proporzionale di un sistema. La forza politica che ottiene un 40% di consensi le consente di avere il 50% di seggi.
Immagine dal sito www.ansa.it
La governabilità-Il Democratellum favorisce la governabilità senza presentare profili di incostituzionalità. Il suo impianto limita la frammentazione dei partiti e avvantaggia le forze politiche maggiori. Il sistema non richiede coalizioni pre elettorali e cosi evita che i partiti debbano annacquare la propria proposta elettorale a causa di alleanze tattiche obbligate che nell’esperienza italiana si sono rivelate espedienti elettorali incapaci di reggere alla prova del governo del Paese. Non è un proporzionale puro bensì un proporzionale di un sistema. La forza politica che ottiene un 40% di consensi le consente di avere il 50% di seggi.
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IMMIGRAZIONE, ALFANO PRONTO A BLOCCARE MARE NOSTRUM
Il ministro dell’Interno a Catania con i sindaci, i prefetti e i questori delle zone interessate dall’emergenza sbarchi ha affermato:”O l’Europa si fa carico di un operazione di ricerca dei possibili naufraghi, di salvezza e di intervento umanitario nel Mediterraneo oppure la mia proposta sarà quella di non proseguire l’operazione Mare nostrum”
“Cosi com’è l’operazione Mare Nostrum non può andare avanti: siamo assolutamente certi di avere fatto il bene, ma altrettanto certi che così non si può andare avanti perché il Mediterraneo è una frontiera europea e noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa non di chi vuole venire a Pozzallo, Augusta o Porto Empedocle”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a conclusione del vertice nella prefettura di Catania con i sindaci, i prefetti e i questori delle zone interessate dall’emergenza sbarchi. Il ministro poi ha insisito:”Noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa e quindi o l’Europa si fa carico di un operazione di ricerca dei possibili naufraghi, di salvezza e di intervento umanitario nel Mediterraneo oppure la mia proposta sarà quella di non proseguire l’operazione Mare nostrum”. Alfano ha citato le responsabilità della comunità internazionale e di “tutti coloro i quali hanno creato la instabilità” in Libia mandando a casa il regime di Gheddafi. In merito Alfano, “ovviamente non esprime giudizi”, ma “l’esito finale dopo alcuni anni è l’instabilità di quel Paese, e adesso dal Corno d’Africa vanno tutti a imbarcarsi dalla costa libica”. Secondo il ministro dell’Interno italiano il “conto” presentato dall’instabilità libica “non può esser pagato dalla sola Italia, o la sola Sicilia”. Alfano ha concluso annunciando che “il lavoro che si è sviluppato a Catania sarà replicato, con riunioni periodiche per affrontare in Sicilia il tema dell’emergenza migranti”. Il ministro ha poi annunciato la “costituzione nell’isola di un centro di accoglienza importante per evitare che ci siano sui Comuni enormi pressioni difficili da reggere” e “un’unità di missione al Viminale che avrà a che fare 24 ore su 24 con i sindaci coinvolti dall’emergenza immigrazione”. Perché, ha ricordato Alfano, “quando in una comunità come Pozzallo arrivano 12 mila migranti in un anno e gli abitanti sono 19 mila, oppure quando in una comunità come Porto Empedocle ne arrivano 9 mila, quanto il totale degli abitanti , è evidente che il rapporto diventa del tutto sproporzionato. Ed ecco il motivo per cui noi daremo una grande forza, un grande sollievo a quelle comunità”.

“Cosi com’è l’operazione Mare Nostrum non può andare avanti: siamo assolutamente certi di avere fatto il bene, ma altrettanto certi che così non si può andare avanti perché il Mediterraneo è una frontiera europea e noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa non di chi vuole venire a Pozzallo, Augusta o Porto Empedocle”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a conclusione del vertice nella prefettura di Catania con i sindaci, i prefetti e i questori delle zone interessate dall’emergenza sbarchi. Il ministro poi ha insisito:”Noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa e quindi o l’Europa si fa carico di un operazione di ricerca dei possibili naufraghi, di salvezza e di intervento umanitario nel Mediterraneo oppure la mia proposta sarà quella di non proseguire l’operazione Mare nostrum”. Alfano ha citato le responsabilità della comunità internazionale e di “tutti coloro i quali hanno creato la instabilità” in Libia mandando a casa il regime di Gheddafi. In merito Alfano, “ovviamente non esprime giudizi”, ma “l’esito finale dopo alcuni anni è l’instabilità di quel Paese, e adesso dal Corno d’Africa vanno tutti a imbarcarsi dalla costa libica”. Secondo il ministro dell’Interno italiano il “conto” presentato dall’instabilità libica “non può esser pagato dalla sola Italia, o la sola Sicilia”. Alfano ha concluso annunciando che “il lavoro che si è sviluppato a Catania sarà replicato, con riunioni periodiche per affrontare in Sicilia il tema dell’emergenza migranti”. Il ministro ha poi annunciato la “costituzione nell’isola di un centro di accoglienza importante per evitare che ci siano sui Comuni enormi pressioni difficili da reggere” e “un’unità di missione al Viminale che avrà a che fare 24 ore su 24 con i sindaci coinvolti dall’emergenza immigrazione”. Perché, ha ricordato Alfano, “quando in una comunità come Pozzallo arrivano 12 mila migranti in un anno e gli abitanti sono 19 mila, oppure quando in una comunità come Porto Empedocle ne arrivano 9 mila, quanto il totale degli abitanti , è evidente che il rapporto diventa del tutto sproporzionato. Ed ecco il motivo per cui noi daremo una grande forza, un grande sollievo a quelle comunità”.
dal sito www.rainews.it
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FECONDAZIONE ETEROLOGA, I GIUDICI: “DIRITTO AD AVERE FIGLI E’ INCOERCIBILE”
FECONDAZIONE ETEROLOGA, I GIUDICI: “DIRITTO AD AVERE FIGLI E’ INCOERCIBILE”

sentenza n.162 deposito del 10/06/2014 sul sito della Corte Costituzionale
CARNE BOVINA INFETTA E VENDUTA COME PREGIATA, SEQUESTRI DEI NAS IN TUTTA ITALIA
In tutto 65 indagati tra allevatori, autotrasportatori e veterinari. Sequestri per oltre 4 milioni di euro. Comandante Nas: nessun pericolo di contagio con cottura o congelamento carne. L’operazione è scattata all’alba partendo da Perugia, ma coinvolge gran parte del territorio nazionale, da Verona a Potenza
ROMA – Carne bovina infetta ma con il marchio di qualità. E’ quanto hanno scoperto oggi i carabinieri del Comando per la tutela della salute, che hanno eseguito 78 decreti di perquisizione e sequestro in tutta Italia nell’ambito di un’indagine, denominata ‘Lio’ e condotta dal Nas di Perugia, relativa all’illecita commercializzazione di bovini infetti, con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. Sono in corso sequestri di allevamenti di bovini vivi per un valore stimato di circa 4 milioni di euro. L’operazione riguarda non solo il capoluogo umbro, ma anche altre 21 province in 12 regioni d’Italia: Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L’Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo. Il comandante dei Nas Marco Vetrulli ha rassicurato sul pericolo contagio, scongiurato dalla cottura o dal congelamento della carne. Dagli accertamenti è emerso che venivano vendute come pregiate, talvolta anche chianine, carni in realtà di animali di razze meticce. I militari hanno ricostruito la filiera dei trasferimenti dei bovini da una regione all’altra. Dopo i primi 500 capi abbattuti sono ora in corso accertamenti sanitari su altri 100 animali rintracciati con la documentazione risultata irregolare.
La prima fase dell’indagine ha portato alla scoperta di un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive alcune trasmissibili all’uomo. Gli animali, nati in aziende dell’Italia meridionale e insulare, venivano avviati alla macellazione grazie all’intermediazione di due aziende, una perugina e una aretina, nonchè di allevatori e medici veterinari che riuscivano a far eludere i controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. Al termine di questa prima fase (inizio 2013) sono state sequestrate 4 aziende agricole e 500 bovini vivi che sono stati abbattuti e distrutti, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro. Nella seconda fase delle indagini i militari hanno ricostruito minuziosamente la vasta organizzazione criminale in cui erano a vario titolo coinvolti 56 allevatori, 3 autotrasportatori e 6 medici veterinari delle Asl del centro-sud (Perugia, Arezzo, L’aquila, Foggia, Potenza e Matera) dediti alla falsificazione di passaporti e marche auricolari che permetteva di introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate dai documenti.

ROMA – Carne bovina infetta ma con il marchio di qualità. E’ quanto hanno scoperto oggi i carabinieri del Comando per la tutela della salute, che hanno eseguito 78 decreti di perquisizione e sequestro in tutta Italia nell’ambito di un’indagine, denominata ‘Lio’ e condotta dal Nas di Perugia, relativa all’illecita commercializzazione di bovini infetti, con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. Sono in corso sequestri di allevamenti di bovini vivi per un valore stimato di circa 4 milioni di euro. L’operazione riguarda non solo il capoluogo umbro, ma anche altre 21 province in 12 regioni d’Italia: Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L’Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo. Il comandante dei Nas Marco Vetrulli ha rassicurato sul pericolo contagio, scongiurato dalla cottura o dal congelamento della carne. Dagli accertamenti è emerso che venivano vendute come pregiate, talvolta anche chianine, carni in realtà di animali di razze meticce. I militari hanno ricostruito la filiera dei trasferimenti dei bovini da una regione all’altra. Dopo i primi 500 capi abbattuti sono ora in corso accertamenti sanitari su altri 100 animali rintracciati con la documentazione risultata irregolare.
La prima fase dell’indagine ha portato alla scoperta di un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive alcune trasmissibili all’uomo. Gli animali, nati in aziende dell’Italia meridionale e insulare, venivano avviati alla macellazione grazie all’intermediazione di due aziende, una perugina e una aretina, nonchè di allevatori e medici veterinari che riuscivano a far eludere i controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. Al termine di questa prima fase (inizio 2013) sono state sequestrate 4 aziende agricole e 500 bovini vivi che sono stati abbattuti e distrutti, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro. Nella seconda fase delle indagini i militari hanno ricostruito minuziosamente la vasta organizzazione criminale in cui erano a vario titolo coinvolti 56 allevatori, 3 autotrasportatori e 6 medici veterinari delle Asl del centro-sud (Perugia, Arezzo, L’aquila, Foggia, Potenza e Matera) dediti alla falsificazione di passaporti e marche auricolari che permetteva di introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate dai documenti.
dal sito www.repubblica.it
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LIBIA: IL PREMIER MIITIG HA ACCETTATO LA SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA RITENENDOLA INCOSTITUZIONALE
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LIBIA: IL PREMIER MIITIG HA ACCETTATO LA SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA RITENENDOLA INCOSTITUZIONALE
Immagine dal sito www.qn.quotidiano.net
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IL PD AVANZA AL NORD MA PERDE PADOVA E PAVIA. LIVORNO A GRILLO
Crolla l’affluenza: alla chiusura dei seggi era al 49,9% contro il 70,61% di due settimane passate.

L’onda lunga di Renzi un pò si arresta sotto i colpi dello scandalo Mose di Venezia. Nel secondo turno delle amministrative il M5S si prende la rivincita a Livorno e Civitavecchia. A Padova si impone la Lega. Il Pd tiene a Modena e Bari. A Pavia soccombe l’astro nascente Cattaneo. A Pescara il Pd ha largamente battuto il centrodestra. Il centro sinistra è andato forte a Cremona e lo stesso è avvenuto a Bergamo con l’elezione a sindaco di Giorgio Gori. Nel nord ovest il centro destra ha perso ovunque e il Pd ha fatto sue Vercelli, Verbania e Biella.
Immagine dal sito www.ilvelino.it
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CHE PASTICCIO IN CASA RAI: IN ONDA LO SCIOPERO A META’

L’11 giugno andrà in onda lo sciopero dimezzato. Uno sciopero a metà. Senza l’adesione dell’Usigrai, storico sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, l’agitazione contro il prelievo di 150 milioni del governo Renzi dalle casse della Rai contenuto nel decreto Irpef si conferma una protesta velleitaria e anacronistica.
La Tv pubblica è da sempre il microcosmo in cui si affermano tendenze e schieramenti che agiscono nel Paese. Ma mentre un tempo li anticipavano, stavolta li riproducono. Anche in Rai si ripete la divisione tra coloro che propendono per la volontà di riforma e i conservatori che, in forza di posizioni vetero-ideologiche, vogliono tutelare vecchi schemi e vecchie formule. Se, capeggiata da qualche conduttore come Giovanni Floris, la Rai doveva essere l’ultima trincea anti-renziana, ora appare chiaro che la battaglia contro il premier e la necessità della spending review è persa.
La decisione dell’Usigrai, arrivata già nella sera di giovedì, e ribadita dal comunicato di ieri, è giunta «dopo il voto a larghissima maggioranza delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d’Italia». In particolare, pur esprimendo contrarietà alla vendita delle quote di RaiWay (l’azienda dei ripetitori del segnale) per compensare i tagli imposti dal decreto, il sindacato dei giornalisti mostra soddisfazione perché finalmente sono stati messi a tema questioni sollevate dall’Usigrai come l’anticipo della concessione di servizio pubblico di due anni, la lotta all’evasione del canone e la riduzione del controllo di partiti e governi sulla Rai. Una presa di posizione che ha influenzato le scelte degli aderenti all’Usigrai è stata quella di Giuseppe Giulietti, storico leader del sindacato e fondatore di Articolo 21, che nei giorni scorsi aveva sostenuto che soffermarsi sullo sciopero significava «affrontare i problemi della Rai partendo dalla coda». «Ora vediamo», si legge nella nota diffusa ieri, «se il governo è in grado di tenere il passo della sfida riformatrice o sono solo annunci».
Nell’attesa di saperlo, numerosi apprezzamenti per la decisione dell’Usigrai giungono da esponenti del Pd (Vinicio Peluffo, capogruppo in Vigilanza, Marina Sereni, vicepresidente della Camera, Paola De Micheli e Camilla Fabbri, senatrice e membro della Vigilanza). Molto meno fiduciose sull’esito del dibattito restano le altre sigle sindacali (Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal) che ribadiscono l’adesione alla protesta di mercoledì. «Lo sciopero dei giornalisti è scongiurato, non il nostro. Non sono la stessa cosa», ha affermato a margine di un convegno Luigi Angeletti della Uil. «Vogliamo che il governo costringa la Rai a tagliare gli sprechi. Ma non siamo d’accordo che riduca le potenzialità dell’impresa. Renzi è bravo a spiegare che togliere 150 milioni significa ridurre i privilegi, ma non è così. Perché si potrebbe indebolire la Rai e lasciare inalterati i privilegi», ha concluso Angeletti. Ma questo, com’è noto, non è compito del governo quanto degli amministratori che gestiscono le risorse aziendali. Il taglio di 150 milioni su 1700 di entrate dal canone può essere uno stimolo a ridurre gli sprechi nelle 22 sedi regionali, a cominciare dalla logistica esorbitante per proseguire con la razionalizzazione delle edizioni dei tg. Infine, pur in presenza dei 700 prepensionamenti disposti nel 2013, un discorso a parte meriterebbero assunzioni e promozioni di dirigenti e manager apicali. Sarà la (s)volta buona? MC
dal sito www.ilgiornale.it
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VODAFONE: DA ALCUNI GOVERNI ACCESSO DIRETTO A DATI UTENTI

Vodafone fornisce i dati relativi al numero di richieste di dati pervenute in modo legale alla compagnia.
L’Italia spicca con 600 mila richieste contro le 99 della Tanzania, le 76 mila dell’Ungheria, le 49 mila della Spagna e le 6000 mila dell’Albania. In merito a tutto ciò servono delle regole chiare e comuni per tutti i paesi che fanno parte dell’Europa affinchè queste regole limitino queste attività al minimo.
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BCE: TASSI AL MINIMO STORICO. ANNUNCIATI DUE NUOVI INTERVENTI PER CREARE LIQUIDITA’ NEL SISTEMA E DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE.

Scende ancora lo spread tra Btp e Bund sulla scia delle misure decise dalla Bce. Il differenziale segna quota 145 punti con il rendimento che ritocca il minimo al 2,81%.
Immagine dal sito www.economia.ilmessaggero.it
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MOSE DI VENEZIA: INCHIESTA DELLA PROCURA CON 35 ARRESTI E UN CENTINAIO DI INDAGATI
Il sindaco di Venezia agli arresti domiciliari. Chiesta la custodia per l’ex governatore del Veneto Galan.

Bufera giudiziaria sul Mose. Politici e funzionarti sono finiti nell’inchiesta dei magistrati che stanno indagando nell’inchiesta su presunte tangenti e fatture false legate agli appalti della maxi opera che proteggerà Venezia dalle acque alte. Ciò che inquieta è il coinvolgimento trasversale di soggetti diversi, non solo imprenditori e politici ma anche pezzi del sistema dei controlli a dimostrazione di come la corruzione riesca a pervadere ambiti più vari.
Il modo in cui il Mose è stato realizzato , senza gara , la crescita di aziende fuori controllo, il rapporto tra politica e imprese ha portato a questa situazione. Il dominus che doveva controllare i lavori era a libro paga secondo l’accusa.
Immagine dal sito www.ilsole24ore.com
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VISCO: ITALIA PUO’ SFRUTTARE LA FLESSIBILITA’ DELLE REGOLE EUROPEE CON LE RIFORME
L’Italia potrà sfruttare la flessibilità delle regole europee se saprà mettere a fuoco un piano molto credibile di riforme strutturali. Nelle sue considerazioni il governatore Visco ha riconosciuto che gli sgravi fiscali approvati di recente dal governo Renzi potranno aiutare i consumi ma ha messo in risalto che per una vera ripresa serve un duraturo aumento dell’occupazione.
Immagine dal sito www.ilsole24ore.com
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VISCO: ITALIA PUO’ SFRUTTARE LA FLESSIBILITA’ DELLE REGOLE EUROPEE CON LE RIFORME

Da qui la necessità di un progetto riformatore che cambi il corso delle aspettative e rafforzi la dinamica degli investimenti , dell’occupazione e dei consumi. Solo una strategia convincente di riforme strutturali potrà consentire all’Italia di sfruttare i “margini di di flessibilità” consentiti dalle regole Ue. Secondo il Governatore l’Italia ha già ottenuto risultati importanti nell’aggiustamento della finanza pubblica che hanno reso possibile intraprendere azioni di sostegno alla crescita come i pagamenti dei debiti della Pa e la riduzione del cuneo fiscale. Infine aggiunge il Governatore che le riforme strutturali renderanno le nostre economie più resistenti agli shock futuri ma richiedono tempo per dare pieni frutti ma nel frattempo per dare spinta all’economia servono investimenti.
Immagine dal sito www.it.reuters.com
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PRIVACY: IL GARANTE DETTA ALLE PA LE REGOLE DELLA TRASPARENZA SUL WEB
L’Autority traccia le linee guida affinchè la Pa non calpesti i diritti fondamentali dei cittadini.
I numerosi dati che i siti della Pa si apprestano a pubblicare dovrà rispettare la privacy dei cittadini. I fini della trasparenza e dell’anticorruzione non dovranno calpestare i diritti fondamentali dei cittadini. E ciò che ha tracciato il garante della privacy in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le linee guida riflettono il decreto legislativo n.33/2013 in vigore dal mese di aprile scorso. Riguardano dati e documenti che le Pa devono mettere on line per finalità di trasparenza e anticorruzione .Il garante tutela i diritti della privacy in due modi: limitando sia il tipo di dati pubblicabili sia la modalità di pubblicazione. Le Pa sono tenute a pubblicare solo dati esatti e aggiornati e contestualizzati e obbligatori per legge.
E’ sempre vietata la pubblicazione di dati sulla salute e sulla vita sessuale mentre i dati sensibili (etnia, religione, appartenenza politica)possono essere diffusi solo laddove indispensabile al perseguimento delle finalità di rilevante interesse pubblico. In merito ci saranno diversi dibattiti in quanto l’attuale normativa lascia molto a desiderare. Le norme sono alla ricerca di un nuovo equilibrio. Trasparenza e privacy sono i temi su cui si gioca il futuro della cittadinanza nella società digitale.

I numerosi dati che i siti della Pa si apprestano a pubblicare dovrà rispettare la privacy dei cittadini. I fini della trasparenza e dell’anticorruzione non dovranno calpestare i diritti fondamentali dei cittadini. E ciò che ha tracciato il garante della privacy in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le linee guida riflettono il decreto legislativo n.33/2013 in vigore dal mese di aprile scorso. Riguardano dati e documenti che le Pa devono mettere on line per finalità di trasparenza e anticorruzione .Il garante tutela i diritti della privacy in due modi: limitando sia il tipo di dati pubblicabili sia la modalità di pubblicazione. Le Pa sono tenute a pubblicare solo dati esatti e aggiornati e contestualizzati e obbligatori per legge.
E’ sempre vietata la pubblicazione di dati sulla salute e sulla vita sessuale mentre i dati sensibili (etnia, religione, appartenenza politica)possono essere diffusi solo laddove indispensabile al perseguimento delle finalità di rilevante interesse pubblico. In merito ci saranno diversi dibattiti in quanto l’attuale normativa lascia molto a desiderare. Le norme sono alla ricerca di un nuovo equilibrio. Trasparenza e privacy sono i temi su cui si gioca il futuro della cittadinanza nella società digitale.
Immagine dal sito www.repubblica.it
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DIVORZIO BREVE-381 I SI DELLA CAMERA. ORA LA PAROLA PASSA AL SENATO

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