Netanyahu: «Tregua con Hamas non è in agenda»…


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"Dopo l’ultimatum di Peres, altri attacchi di Israele hanno provocato 14 morti. Il bilancio delle operazione aeree contro Hamas sale a 73 vittime. Oggi riunione OnuDopo l’ultimatum di Peres, altri attacchi di Israele hanno provocato 14 morti. Il bilancio delle operazione aeree contro Hamas sale a 73 vittime. Oggi riunione Onu"

«La tregua con Hamas non è in agenda». Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlando ai membri della commissione affari esteri del Parlamento. Per ora, quindi, niente cessate il fuoco. Intanto ieri notte tre differenti raid aerei israeliani nella notte nel sud della Striscia di Gaza hanno provocato 14 morti, di cui 13 nella città di Khan Yunes. A Khan Yunes un primo raid ha colpito una stalla uccidendo sei persone e ferendone altre. Più tardi in un altro attacco, dove sono state colpite due abitazioni, sono morti tre donne e quattro bambini. Infine, un ultimo raid ha interessato il campo profughi di Nusseirat, con la morte di una persona. In tre giorni le operazioni aeree contro Hamas hanno provocato 73 vittime e 550 feriti: il presidente palestinese Abu Mazen ha definito la situazione a Gaza un vero genocidio. Intanto Israele sta iniziando le operazioni di schieramento di carri armati lungo il confine con la Striscia.

Lanci di razzi contro Israele

Proseguono anche i lanci di razzi contro Israele. Malgrado l’ultimatum del presidente israeliano Shimon Peres, che martedì aveva avvertito che se i razzi non cesseranno Tel Aviv estenderà l’intervento e l’operazione terrestre potrebbe diventare inevitabile. Il confronto tra Hamas e Israele, insomma, sta prendendo i contorni di una guerra vera e propria. Il premier Benjamin Netanyahu ha affermato:«Intensificheremo ulteriormente gli attacchi contro Hamas e le organizzazioni del terrore a Gaza». Nella terza notte di scontri l’aviazione israeliana ha colpito 322 obiettivi nella Striscia, secondo quanto riferisce il portavoce dell’esercito Peter Lerner. Nella mattinata di mercoledì le sirene sono risuonate a Tel Aviv per segnalare l’arrivo di razzi, mentre il sistema di difesa antimissili Iron Dome ha intercettato un razzo da Gaza sopra Bat Yam.

L’Egitto

Le autorità egiziane hanno riaperto giovedì il valico di Rafah per consentire l’evacuazione nel Sinai egiziano dei palestinesi feriti nella Striscia di Gaza nei tre giorni di combattimenti con Israele e agli ospedali egiziani è stato ordinato di tenersi pronti ad accogliere feriti.

Ban Ki-Moon: «Gaza sul filo del rasoio»

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà in mattinata, dalle 10 (le 16 in Italia), una riunione d’urgenza a porte chiuse sulla situazione a Gaza, ha reso noto la presidenza di turno del Consiglio. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, ha telefonato ai leader israeliani e palestinesi, affermando che «Gaza è sul filo del rasoio» e «la situazione sempre più grave sta diventando una spirale che va verso il basso e potrebbe rapidamente sfuggire al controllo di chiunque». Il leader dell’Onu ha telefonato anche al presidente dell’Egitto, Abdel-Fattah el-Sissi, ai leader dell’Arabia Saudita e del Qatar, nonché al segretario di Stato Usa John Kerry, chiedendo a loro di fare pressioni sugli israeliani e palestinesi affinché ritornino all’accordo sul cessate il fuoco del novembre 2012 e riprendano i negoziati di pace. El-Sissi e l’emiro del Qatar, ha riferito Ban, hanno assicurato di aver chiesto alle due parti di mantenere la moderazione e hanno confermato che stanno lavorando su un cessate il fuoco. La nuova ondata di violenze, ha detto Ban, aumenta il rischio di un’altra guerra vera e propria.

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