dal sito www.corriere.it
"Proposta di Kerry per il cessate il fuoco. Tel Aviv, razzi contro l’aeroporto
Bombardamenti di Israele sulla Striscia: colpite trenta abitazioni"
Bombardamenti di Israele sulla Striscia: colpite trenta abitazioni"
Le sirene di allarme tornano a suonare a Tel Aviv, dove quattro razzi sono stati intercettati da parte del sistema di sicurezza Iron Dome. E altri tre sono stati lanciati contro l’aeroporto. Sempre nella mattinata di venerdì i bombardamenti aerei di Israele hanno colpito 30 abitazioni a Gaza, uccidendo il leader dell’ala militare della Jihad islamica, Salah Hassanein, e due suoi figli. A Gerusalemme, la polizia israeliana ha schierato migliaia di uomini delle forze di sicurezza dentro e attorno alla Città Vecchia, in previsione di eventuali proteste dopo la preghiera musulmana del venerdì. La diplomazia intanto è al lavoro per fermare la violenza a Gaza, dopo che giovedì è stata colpita una scuola dell’Onu a Beit Hanoun, provocando 15 morti. Apertura di Hamas sul cessate il fuoco, mentre il gabinetto di sicurezza israeliano si riunisce alle 15 per discuterne.
Superiore a 800 intanto il numero dei palestinesi morti finora nell’offensiva israeliana nella Striscia. Uccisi anche 34 israeliani, dei quali 32 erano soldati, e un cittadino thailandese.
Bombardamenti
Il portavoce della polizia palestinese Ayman Batniji ha riferito di intensi combattimenti fra i soldati israeliani e gli uomini di Hamas nel centro e nel nord della Striscia. Le forze armate israeliane hanno confermato di avere colpito decine di bersagli, compreso un sito di Hamas, ma non hanno dato dettagli.
Già nella notte, almeno due palestinesi sono rimasti uccisi e duecento feriti negli scontri avvenuti a Qalandiya, durante una marcia di protesta tra Ramallah e Gerusalemme Est. Il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto donazioni di sangue e l’Organizzazione mondiale della sanità l’apertura di un corridoio umanitario a Gaza per consentire l’evacuazione dei feriti e la consegna di medicinali.
Razzi contro l’aeroporto
Hamas ha anche annunciato di aver lanciato tre razzi contro l’aeroporto internazionale di Tel Aviv. La notizia arriva il giorno dopo quello in cui le compagnie aeree americane e alcune di quelle europee hanno ripreso i voli verso e dallo scalo, dopo una sospensione di due giorni. «Alle 11:45 (le 09:45 in Italia, ndr) le Brigate Qassam hanno bombardato l’aeroporto Ben Gurion con tre razzi M75», ha dichiarato il braccio armato di Hamas. Martedì le autorità dell’Ue e americane avevano ordinato la sospensione di tutti i voli commerciali, perché un razzo era caduto vicino alle piste. Di fatto Israele era rimasto così chiuso al mondo esterno e il suo isolamento era stato salutato come una grande «vittoria» dal Movimento di Resistenza Islamica.
Trattative per la tregua
Sul fronte della diplomazia, il segretario di stato americano John Kerry ha presentato alle parti una bozza di cessate il fuoco. Fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano arabo «Al-Hayat» che Hamas ha acconsentito, in linea di principio, alla proposta di Kerry ma ha chiesto garanzie sul rilascio dei detenuti e l’estensione dei diritti di pesca. «Cessate il fuoco o tregua umanitaria, il nome non importa, ma bisogna fermare immediatamente gli attacchi a Gaza e arrivare a un accordo sulle richieste palestinesi entro cinque giorni al massimo», dichiara poi ad Aki – Adnkronos International, Wasel Abu Yousef. Nel frattempo, un funzionario della Difesa israeliano, in condizione di anonimato, fa sapere all’Ap che il gabinetto di Sicurezza israeliano si riunirà per valutare sia la strada della tregua, sia l’eventuale espansione delle operazioni sulla Striscia.
Il ministro degli Esteri turco Ahmed Davutoglu ha annullato una visita in Francia ed è partito per il Qatar dove discuterà di una possibile tregua tra Israele e Hamas a Gaza.
La proposta di Kerry
Tra i punti avanzati da Kerry – e che prevedono l’attiva partecipazione dell’Autorità nazionale palestinese – c’è il fatto che durante la tregua di una settimana le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia. Questo sarebbe uno dei temi più contestati da parte palestinese. Durante il cessate il fuoco, le parti si incontrerebbero al Cairo per confrontarsi tramite la mediazione egiziana. Gli Stati Uniti, il segretario generale dell’Onu e l’Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali. Per Israele, il disarmo dei razzi di Gaza e dei tunnel. Per Hamas, la fine del blocco e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le operazioni.
Superiore a 800 intanto il numero dei palestinesi morti finora nell’offensiva israeliana nella Striscia. Uccisi anche 34 israeliani, dei quali 32 erano soldati, e un cittadino thailandese.
Bombardamenti
Il portavoce della polizia palestinese Ayman Batniji ha riferito di intensi combattimenti fra i soldati israeliani e gli uomini di Hamas nel centro e nel nord della Striscia. Le forze armate israeliane hanno confermato di avere colpito decine di bersagli, compreso un sito di Hamas, ma non hanno dato dettagli.
Già nella notte, almeno due palestinesi sono rimasti uccisi e duecento feriti negli scontri avvenuti a Qalandiya, durante una marcia di protesta tra Ramallah e Gerusalemme Est. Il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto donazioni di sangue e l’Organizzazione mondiale della sanità l’apertura di un corridoio umanitario a Gaza per consentire l’evacuazione dei feriti e la consegna di medicinali.
Razzi contro l’aeroporto
Hamas ha anche annunciato di aver lanciato tre razzi contro l’aeroporto internazionale di Tel Aviv. La notizia arriva il giorno dopo quello in cui le compagnie aeree americane e alcune di quelle europee hanno ripreso i voli verso e dallo scalo, dopo una sospensione di due giorni. «Alle 11:45 (le 09:45 in Italia, ndr) le Brigate Qassam hanno bombardato l’aeroporto Ben Gurion con tre razzi M75», ha dichiarato il braccio armato di Hamas. Martedì le autorità dell’Ue e americane avevano ordinato la sospensione di tutti i voli commerciali, perché un razzo era caduto vicino alle piste. Di fatto Israele era rimasto così chiuso al mondo esterno e il suo isolamento era stato salutato come una grande «vittoria» dal Movimento di Resistenza Islamica.
Trattative per la tregua
Sul fronte della diplomazia, il segretario di stato americano John Kerry ha presentato alle parti una bozza di cessate il fuoco. Fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano arabo «Al-Hayat» che Hamas ha acconsentito, in linea di principio, alla proposta di Kerry ma ha chiesto garanzie sul rilascio dei detenuti e l’estensione dei diritti di pesca. «Cessate il fuoco o tregua umanitaria, il nome non importa, ma bisogna fermare immediatamente gli attacchi a Gaza e arrivare a un accordo sulle richieste palestinesi entro cinque giorni al massimo», dichiara poi ad Aki – Adnkronos International, Wasel Abu Yousef. Nel frattempo, un funzionario della Difesa israeliano, in condizione di anonimato, fa sapere all’Ap che il gabinetto di Sicurezza israeliano si riunirà per valutare sia la strada della tregua, sia l’eventuale espansione delle operazioni sulla Striscia.
Il ministro degli Esteri turco Ahmed Davutoglu ha annullato una visita in Francia ed è partito per il Qatar dove discuterà di una possibile tregua tra Israele e Hamas a Gaza.
La proposta di Kerry
Tra i punti avanzati da Kerry – e che prevedono l’attiva partecipazione dell’Autorità nazionale palestinese – c’è il fatto che durante la tregua di una settimana le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia. Questo sarebbe uno dei temi più contestati da parte palestinese. Durante il cessate il fuoco, le parti si incontrerebbero al Cairo per confrontarsi tramite la mediazione egiziana. Gli Stati Uniti, il segretario generale dell’Onu e l’Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali. Per Israele, il disarmo dei razzi di Gaza e dei tunnel. Per Hamas, la fine del blocco e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le operazioni.
Iran, manifestazioni in 700 città
Gli echi della guerra a Gaza, intanto, arrivano in Iran. Le tradizionali manifestazioni per l’ultimo venerdì del Ramadan saranno quest’anno particolarmente estese per la protesta contro l’offensiva israeliana a Gaza. La televisione di Teheran ha precisato che sono previsti raduni in oltre 700 città. A Teheran molti manifestanti hanno sfilato verso l’università portando striscioni con scritte «Morte a Israele» e «Morte all’America».