Dialogare per non uccidere

di | 1 Set 2014

Come si è visto nelle registrazioni tv di decapitazioni e ricatti ai familiari degli ostaggi, crudeltà senza confini vengono commesse in una guerra che non rispetta alcun principio dell’Onu o della Croce Rossa, come invece avveniva nella prima guerra mondiale di cento anni fa. Per l’Europa in particolare si fa più stringente la sfida culturale e civile sui grandi temi della dignità di ciascuna persona, della libertà – a cominciare da quella religiosa – del dialogo e del confronto tollerante e pacifico tra le diverse culture senza tentazione alcuna di egemonia e di superiorità.
Un tale approccio è urgente dopo la scoperta di centinaia di immigrati di seconda e terza generazione che, anche a causa di difficoltà economiche e di mancanza di lavoro, abbracciano il radicalismo islamista e volano verso la lotta armata sotto la bandiera nera del califfato, in odio spietato contro l’occidente. L’Europa più degli stessi Usa ha il dovere di promuovere forti rapporti di collaborazione e dialogo con l’Islam moderato, indispensabile per pacificare l’intera regione e favorire intese e sviluppo. L’occasione del vertice dei governatori delle banche centrali negli Usa, pur esprimendo un clima di convergenza e di volontà di collaborazione, ha però confermato le differenti condizioni delle situazioni economiche al di qua e al di là dell’Atlantico. Difficile immaginare, a breve, un innalzamento del valore del dollaro tale da favorire con tassi più alti un qualche deprezzamento dell’euro con benefici per l’economia del nostro continente.
Neanche la Bce potrà fare miracoli. Draghi non ha escluso interventi non convenzionali, ma ha soprattutto ha insistito sull’importanza di politiche riformatrici da parte dei governi europei. Spetta ad essi, secondo il responsabile della banca di Francofore, procedere in modo più efficace e spedito sulle riforme a cominciare dal mercato del lavoro, dal fisco e dai tagli selettivi indispensabili per ridurre le spese improduttive e drenare risorse per l’occupazione e la crescita. Sono tutte questioni presenti all’agenda di Renzi: scadenze molto più impegnative del catino di acqua gelata che il presidente del Consiglio si è versato sul capo, ovviamente di fronte alla tv.

Immagine dal sito www.abruzzoindipendent.it