Nell’Immagine il Presidente Giorgio Napolitano e la Signora Clio lasciano il Palazzo del Quirinale
Per capire che cosa sta per succedere, è opportuno partire da un bilancio molto sintetico. Certamente il presidente Napolitano ha esercitato i poteri che la Costituzione gli attribuisce al suo massimo grado. Qualche volta, lo ha fatto anche fuoriuscendo dalla Costituzione, quindi esercitando poteri che chiamerei extra costituzionali, ma non anti costituzionali. Per alcuni questo è motivo di rimprovero a Napolitano. Sbagliano poiché Napolitano è stato costretto ad esercitare al massimo i suoi poteri, a causa della debolezza dei partiti e degli schieramenti politici, ma anche dall’ignoranza e dall’incapacità dei dirigenti politici. Costoro non dovrebbero dimenticare mai di essere andati a pregarlo, quasi in ginocchio, comunque, travolti dall’ignominia, di accettare un secondo mandato.
(Elaborazione Immagine di Carla Morselli)
Il fatto che Napolitano abbia assunto il ruolo di garante attivo e interventista in maniera tanto esplicita ha rappresentato sicuramente un’ancora di salvataggio in un momento estremamente delicato, ma anche uno sbilanciamento (se così si può chiamare) delle singole competenze istituzionali, tanto da far pensare ad una forma di governo semi presidenziale, probabilmente contro la sua volontà. Napolitano non è un semipresidenzialista, ma un rigoroso parlamentarista. E’ anche un proporzionalista che avrei voluto si esprimesse in maniera più critica della pasticciata legge elettorale formulata e riformulata da Renzi, evidentemente interessato a trovare i meccanismi che meglio servano alla preservazione del potere da lui acquisito anche contro la minoranza del suo stesso partito. Proprio perché la crisi istituzionale italiana è tutt’altro che superata, forse la soluzione semipresidenziale, che necessita un sistema elettorale di tipo francese, maggioritario in collegi uninominali, si sta, direi finalmente, affacciando al di qua delle Alpi.

Quanto al rimprovero che, con molta superficialità costituzionale e nessuna conoscenza comparata, con pervicacia degna di miglior causa, Berlusconi ripete, accusando Napolitano di avere sospeso la democrazia nel caso del passaggio tra Berlusconi e Monti, è tutto sbagliato. Napolitano nel luglio 2011 si preoccupava di capire che cosa stava succedendo mentre saliva a livelli inusitati e pericolosissimi lo spread tra i buoni del Tesoro italiano e quelli tedeschi. Quindi, molto opportunamente e giustamente, Napolitano stava preparando una soluzione alternativa, rapida e incisiva. Il governo Monti fu effetto della sua preveggenza, non l’esito di un inesistente complotto, ma la conseguenza della sua capacità di analisi politica. Napolitano non ha commesso “errori” nel corso del suo mandato. Naturalmente, molto delle valutazioni, alcune davvero strampalate, che abbondano in questi giorni, dipende dalle preferenze politiche e dalle interpretazioni. Da un punto di vista personale (ma, me lo si permetta, anche “scientifico”), non avrei fatto pressioni sul CSM. Non avrei candidato attraverso il Parlamento un giudice costituzionale come Luciano Violante. Avrei voluto che fosse maggiormente motivata e non effettuata in maniera troppo frettolosa la sostituzione di Letta con Renzi.
Quanto alle doti richieste al futuro Presidente, direi che deve essere qualcuno che conosce bene la Costituzione e che sa applicarla e imporla in maniera coerente e raffinata. Quindi, non può essere qualcuno che è arrivato lì per caso, soltanto perché ha un po’ di popolarità oppure perché ha un basso profilo e non disturberà nessuno, in particolare, non darà fastidio né a Renzi né a Berlusconi. I candidati alla Presidenza non devono rappresentare nessun partito, anche se una dignitosa carriera politica e parlamentare, magari non condotta in maniera bellicosa, è molto utile. I candidati devono avere anche una statura europea. Non devono soltanto essere (ri)conosciuti in Europa, ma devono essere apprezzati. Infine, è assolutamente imperativo che abbiano un’idea di nazione e un’idea di Europa le più simili a quelle che Napolitano ha formulato e ha perseguito nei suoi nove lunghi anni alla Presidenza della Repubblica. Altrimenti, saranno guai per tutti, anche per lo stesso malaugurato Presidente eletto, ambizioso, ma non all’altezza del compito, destinato a sprofondare nella impopolarità e nell’irrilevanza. Non sono affatto sicuro che gli italiani se lo meritino un Presidente apprezzabile e capace come è stato Napolitano. Ho la certezza che l’Italia ne ha bisogno.
Immagine dal sito www.quirinale.it