I consiglieri del Lazio lavorano 5 giorni al mese

di | 18 Mar 2015

 

dal sito www.iltempo.it

Rapporto Uil/Eures: negli ultimi due anni risultati deludenti della Pisana. E le spese (tagliate) restano le più alte del Paese. Ecco tutti i numeri

I consiglieri regionali del Lazio lavorano, in media, 5 giorni al mese. L’ha calcolato uno studio preparato dalla Uil, in collaborazione con l’Eures. Il dossier, che è il secondo dell’Osservatorio sui costi della politica, ha sommato il tempo che gli eletti alla Pisana hanno passato in assemblea e nelle commissioni negli ultimi due anni. La conclusione non lascia scampo ai politici nostrani: «Le giornate lavorative di ciascun consigliere regionale dell’attuale legislatura complessivamente stimate sarebbero 127, a fronte delle circa 440 giornate lavorative di un comune cittadino in due anni (ovvero un rapporto di 1 a 3,5)».
Stupiti? Indignati? Eppure, nella legislatura precedente lavoravano ancora di meno. Sempre secondo il rapporto, nei primi due anni di attività dell’era Polverini i giorni di lavoro dei consiglieri sono stati 76.
Complessivamente, valutando «la durata effettiva di ogni singola seduta (rilevata analizzando l’orario di inizio e di fine seduta e sottraendo la durata delle interruzioni), emerge un tempo complessivo di Consiglio pari 28.848 minuti (481 ore)» nei due anni di attività dell’assemblea eletta nel 2013. «Naturalmente – precisa il rapporto – il lavoro dei consiglieri non si limita alla presenza alle sedute (alle quali peraltro non sempre partecipano per tutta la loro durata, risultando in diverse votazioni "non raggiunto" il numero legale dei presenti), ma si esplica nell’attività politica e legislativa (attraverso la redazione delle mozioni e delle proposte di legge), nell’attività di controllo e di indagine (attraverso le interrogazioni o le interpellanze), nell’attività amministrativa, nonché nell’attività all’interno delle diverse Commissioni, pur ricordando che ogni consigliere può giovarsi in queste attività dell’ausilio di un collaboratore esterno».
I consiglieri del Lazio hanno lavorato meno nel secondo anno di legislatura. Nel 2014 è stato registrato un calo del numero delle sedute consiliari, da 27 a 13.
Rispetto all’era Polverini, durante questi due anni l’assemblea ha approvato meno norme ma più velocemente. «A fronte di un numero di atti presentati significativamente inferiore (1.612 contro 2.003 registrati nei primi 2 anni della legislatura Polverini), il numero di quelli approvati risulta molto superiore (506 contro 384), registrando conseguentemente un indice di efficienza (atti approvati/presentati) decisamente più elevato (31,4% contro 19,2%)».

LE COMMISSIONI Durante i due anni della legislatura Zingaretti, si sono riunite mediamente (tra sedute e audizioni) 59 volte, ovvero poco più di una volta ogni 2 settimane (la frequenza mensile media si attesta a 2,6). La Commissione Cultura (con 97 riunioni in 2 anni), e la Commissione Bilancio (con 87 riunioni) registrano la maggiore operosità, visto che si sono riunite circa una volta a settimana. All’opposto un minore impegno istituzionale si registra nella terza Commissione – Vigilanza sul pluralismo dell’informazione – e nella seconda – Affari comunitari – che in 2 anni hanno avuto rispettivamente 20 e 26 riunioni (pari soltanto a una volta al mese). Leggermente inferiore alla media risulta anche la frequenza delle riunioni della prima Commissione – Affari Costituzionali (57), che a fronte di un significativo impegno rilevato nella prima annualità – con 45 tra sedute e audizioni – nel corso del secondo anno di legislatura si è riunita soltanto 12 volte.

I COSTI Anche qui ci sono sorprese perché se è vero che il Consiglio regionale attuale costa molto meno rispetto a quello dell’era Polverini (complice anche la diminuzione dei consiglieri), resta al secondo posto della classifica dei più costosi d’Italia. Fa peggio soltanto la Campania. Nel Lazio la spesa è passata da 49,9 a 21,8 milioni di euro, soprattutto perché sono stati ridotti i contributi per il funzionamento dei gruppi consiliari (-14,8 milioni di euro) e le retribuzioni dei rappresentanti di Giunta e Consiglio (-13,3 milioni). Eppure ll Lazio, con una spesa per gli organi istituzionali (retribuzione consiglieri, assessori e loro uffici, contributi ai gruppi e vitalizi) pari a 74,8 milioni durante l’anno in corso e un costo pro capite di 12,74 euro, supera di molto tutte le altre grandi Regioni. La Toscana spende 18,8 milioni, il Veneto 52,8, la Lombardia 63,7 milioni di euro. Rispetto a loro, il Lazio è pure meno produttivo: meno sedute di consiglio e meno leggi. «Già lo scorso anno – spiega il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri – avevamo evidenziato la scarsa attività del Consiglio regionale, ma la situazione è addirittura peggiorata e assistiamo oggi a una diminuzione non solo delle ore, ma anche della produttività».
Insomma, aggiunge Bombardieri, «diamo atto al presidente Zingaretti di aver avviato una politica di spending review dovuta anche alle direttive nazionali, ma continuano a rimanere eccessivamente elevati i costi delle collaborazioni, delle strutture, dell’acquisto di beni e servizi e, non ultimo, i costi dei vitalizi degli ex consiglieri che paradossalmente polemizzano ancora parlando di diritti acquisiti».

Immagini dal sito www.ilfattoquotidiano.it