Gli eventi culturali. Mostre ed eventi in Italia e nel mondo

di | 1 Apr 2015

 Opera di Tamara de Lempicka

DONATELLO E LA SUA LEZIONE. Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento
Padova ricorda questo momento nodale della sua storia artistica con una serie d’importanti mostre e iniziative, promosse da differenti Istituzioni e in diverse sedi, sotto il titolo comune di “Donatello e Padova”.
Nella mostra ai Musei Civici, la lezione del Maestro rivive in uno straordinario percorso che dai capolavori di Donatello – un’elegantissima Pietà con Angeli e le Marie in marmo e la copia di uno dei rilievi della base del monumento al Gattamelata, un’inedita Crocifissione bronzea, che vedono l’intervento del suo allievo padovano Bellano, e i fondamentali calchi ottocenteschi con i rilievi dell’altare del Santo – conduce alla scoperta di preziose sculture in bronzo e terracotta degli artisti che continuarono e svilupparono la sua rivoluzione proprio a Padova.
Testimonianze dell’altissima qualità raggiunta da Bartolomeo Bellano, Andrea Briosco detto il Riccio e Severo da Ravenna sono riunite per la prima volta agli Eremitani, mentre l’influenza del nuovo linguaggio rinascimentale nelle oreficerie sacre risplende nel vicino Palazzo Zuckermann, dove prosegue la mostra, con gli straordinari manufatti del Tesoro del Santo.

DONATELLO SVELATO
Capolavori a confronto
Padova, Museo Diocesano

DONATELLO AL SANTO DI PADOVA
Padova, Museo Antoniano e Basilica del Santo
(percorso didattico)

GIOIELLERIA CONTEMPORANEA. OMAGGIO A DONATELLO
Premio Internazionale Mario Pinton – seconda edizione
Padova, Oratorio di San Rocco
9 maggio- 26 luglio


Padova, Musei Civici agli Eremitani e Palazzo Zuckermann
dal 28 Marzo 2015 al 26 Luglio 2015


100 Scialoja. Azione e Pensiero

In occasione del Centenario della sua nascita (1914-2014), la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’Accademia di Belle Arti di Roma e la Fondazione Toti Scialoja organizzano una mostra dedicata ad uno dei maggiori artisti italiani del secondo Novecento, nazionale e internazionale, Toti Scialoja
Esposte alcune opere di Scialoja dei primi anni Quaranta – piccole tele dalla evidente sensibilità espressionista, molto vicine alla temperie internazionale di matrice soutiniana e alla pittura tonalista romana degli anni Venti-Trenta – e gli ultimi grandi teleri inediti della fine degli anni Novanta, passando per la famosa serie delle Impronte della seconda metà degli anni Cinquanta, con l’inizio dell’avventura verso “l’Azione”, come lo stesso artista la definisce, nel periodo in cui è emotivamente e stilisticamente attratto dall’espressionismo astratto americano.
Sarà esposta per la prima volta la “Macchina a pettine”, una delle cinque originali macchine sceniche di Scialoja create per l’opera di Rosso di San Secondo, Il ratto di Proserpina, andata in scena nel 1986 per il cartellone teatrale delle “Orestiadi di Gibellina”. Per l’occasione, la macchina sarà appositamente restaurata dagli artigiani di Gibellina che furono i suoi originari realizzatori, a quasi trenta anni dalla prima messa in scena, e ridipinta dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, in un cantiere aperto allestito direttamente al MACRO.
Nella sezione dedicata alla scenografia saranno anche trasmesse alcune puntate delle serie televisive RAI “Le fiabe dell’albero” (1974) e “Fantaghirò” (1975). Per l’occasione l’Accademia di Belle Arti di Roma ha realizzato un documentario dedicato a Scialoja.

Roma, MACRO
dal 28 Marzo 2015 al 06 Settembre 2015
L’arte di Francesco. Capolavori d’arte e terre d’Asia dal XIII al XV secolo
dal 31 marzo al’11 ottobre 2015 alla Galleria dell’Accademia di Firenze , in mostra la produzione artistica di matrice francescana che racconta l’opera evangelizzatrice dell’Ordine in Asia Orientale fra Duecento e Quattrocento. Fra gli artisti presenti Nicola Pisano, Giunta Pisano, Andrea Della Robbia, il Maestro dei Crocifissi. Le opere esposte ricostruiscono gli stretti rapporti fra Europa e Asia in un’epoca in cui il viaggio era ancora considerato un’avventura irta di pericoli.

Firenze, Galleria dell’Accademia
dal 31 Marzo 2015 al 11 Ottobre 2015

Italiani a tavola 1860 – 1960. Storia fotografica dell’alimentazione, della cucina e della tavola in Italia
La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso presenta una mostra che, nell’anno dell’Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” dedicato al tema dell’alimentazione, racconta, attraverso preziosi originali fotografici, cento anni (1860 -1960) di tradizioni, abitudini, gesti pubblici e privati, luoghi e occasioni degli italiani a tavola; un documento sull’enogastronomia italiana e sulla cucina d’Italia, sulla produzione alimentare e il suo commercio relativi ad ogni regione, provincia, città grande o piccola che sia.
La macchina fotografica è la prima e vera macchina del tempo, capace di fissare l’attimo fuggente sia della grande storia come di quella famigliare e privata. Non c’è situazione, gesto, volto che sia sfuggito ai fotografi, professionisti o amatoriali. Tutto con la fotografia è registrato e trasmesso attraverso il tempo e quindi conservato negli archivi delle maggiori istituzioni come nei cassetti di ogni famiglia. Le fotografie sono quindi una testimonianza indiscutibile dell’identità alimentare italiana, che è identità culturale, fatta di memorie storiche, di ricordi famigliari, di riconoscimenti sociali. Nelle fotografie degli italiani a tavola ritroviamo i segni riconoscibili della sua storia alimentare, le differenze e le condivisioni di modi e comportamenti, di ricette e di gusti, di gesti conviviali, che hanno segnato il cammino dell’alimentazione italiana, sia regionale che nazionale, dalla metà del secolo XIX a tutto il XX e quindi a questa prima parte del XXI.
La storia della cucina in Italia, della sua produzione alimentare e del suo gusto, che è piacere e storia insieme, è conservata per sempre nelle immagini fotografiche di questa raccolta, proveniente dall’Archivio Manodori Sagredo, già protagonista di numerose mostre e cataloghi, promossi sia dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sia per la ricerca e la didattica scientifica e universitaria. Si tratta di una serie di immagini fotografiche, che vanno dal 1860 circa ai giorni nostri, nelle quali appaiono scene d’osteria dell’Ottocento come banchetti nei ristoranti dei grandi alberghi della nuova Italia, tavole imbandite per riunioni politiche o per festeggiare matrimoni e anniversari, scampagnate o colazioni all’aperto in montagna o al mare, il cibo scarso nelle città italiane segnate dalla Seconda Guerra Mondiale, i brindisi degli artisti in trattorie storiche e quelli degli innamorati, le balie e le mamme che danno da mangiare ai bimbi e le tavole modeste dei collegi, quanto quelle disciplinate delle caserme militari, i tavoli all’aperto delle gelaterie e delle pizzerie. E ancora: i forni e i fornai, i pescatori con il pesce nelle barche e le pescherie, i contadini che trasportano frutta e verdura in città, prima su carri e poi su furgoni, i negozi che espongono i prodotti a buon mercato e quelli più esclusivi, dalle antiche “pizzicherie” e “norcinerie” alle pregiate pasticcerie, ai ristoranti alla moda come alle “fraschette” dei Castelli Romani o i “bacari” a Venezia.
Le regole del cucinare e le sue ricette, il disporre la tavola, sia povera che fastosa, il portare o lo stare a tavola e quindi tutta la storia della cucina dell’alimentazione in Italia è visibile e riconoscibile nelle immagini fotografiche, le sole che legano il mondo dei ricordi all’esperienza contemporanea.
La storia d’Italia, come insegnò il grande Pellegrino Artusi con il suo capolavoro La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, passa per la cucina e la tavola.
Le Fotografie Storiche
Oltre cento fotografie condurranno i visitatori in un viaggio lungo la penisola, con una doverosa tappa Veneta e veneziana, dagli albori della fotografia alla fine dell’Ottocento e ai tempi nostri che, sviluppata cronologicamente, racconterà gli italiani a tavola documentando usi, costumi, tradizioni, momenti storici tra rivoluzione industriale, guerre, rinascita economica, ricchezza e povertà, famiglia e lavoro.
Le Attrezzature d’Epoca
La mostra sarà arricchita da un campionario di macchine fotografiche e attrezzature originali che darà modo al visitatore di scoprire gli originali attrezzi del mestiere con i quali i fotografi, nel corso di un secolo, hanno realizzato un corpus di immagini fotografiche prezioso e unico.
L’Orangerie e la Produzione degli Agrumi
Nella suggestiva Orangerie ottocentesca di Villa Pisani sarà ospitata una sezione della mostra dedicata alla coltivazione degli agrumi, che si diffuse in Italia a partire dalla fine del XIII secolo, inizialmente come straordinario privilegio di principi e regnanti che ne apprezzavano la bellezza delle piante el’intensa profumazione dei frutti e li usavano sia a fini curativi che alimentari. In un secondo momento divennero un vero e proprio oggetto di collezione nei maggiori giardini italiani. In Veneto gli agrumi ebbero una vasta diffusione nei giardini fin dalla conquista dell’entroterra da parte della Serenissima Repubblica e dall’avvio della cosiddetta civiltà di villa. Dalle rive del lago di Garda, luogo adatto alla loro coltivazione, vennero gradualmente introdotti nella terraferma, divenendo una presenza costante e diffusa, come ricorda Marin Sanudo nel suo Itinerario per la terraferma veneziana nel MDDDDLXXXIII. Prima del XIX secolo nei parterre dei giardini, nelle gradonate, davanti alle cedraie e in vari ambiti del giardino arricchivano gli spazi mostrando in contemporanea il fiore, il frutto acerbo e maturo.
A Villa Pisani la coltivazione degli agrumi occupò una parte importante del giardino dei Pisani, che utilizzavano le piante non solo a scopo ornamentale, ma anche produttivo, e culminò all’iniziodell’Ottocento con il potenziamento della collezione e la costruzione dell’Orangerie, vero e proprio giardino nel giardino riparato da alte spalliere di carpino e mute statue di pietra. Tanto la collezione venne valorizzata che a richiederne esemplari furono le grandi corti europee dell’epoca, come testimoniano i documenti conservati nell’archivio di Villa Pisani che raccontano, ad esempio, della visita dello zar Alessandro I di Russia che nel 1822 ne prese con sé alcune varietà per i suoi giardini a San Pietroburgo e ne ordinò ulteriori con lettera.
La Ghiacciaia Ottocentesca
Durante il periodo di mostra, la ghiacciaia ottocentesca di Villa Pisani, immersa nel parco e custodita da figure mostruose in pietra, anticamente utilizzata per la conservazione dei cibi, sarà straordinariamente aperta ai visitatori.
Il Museum Cafè
Il Museum Cafè, situato nel parco di Villa Pisani, proporrà ai visitatori diversi menù – degustazione a base di arance.

Stra, Museo Nazionale Villa Pisani – Corridoi del piano nobile
dal 28 Marzo 2015 al 31 Ottobre 2015

#Collezionemart
Il Mart presenta oltre 100 capolavori delle proprie Collezioni.
Attraverso lo sguardo dei curatori del Mart, il Museo ridisegna se stesso e costruisce nuove inedite narrazioni, valorizzando le proprie raccolte e rendendo unica l’esperienza di visita attraverso una rinnovata e intima relazione con le opere.
La mostra #collezionemart è un viaggio lungo un secolo che si sviluppa in due percorsi autonomi e complementari il cui denominatore comune è, come sempre, l’originalità della ricerca artistica e della proposta culturale.
Le due sezioni cronologiche e tematiche, affidate a team curatoriali differenti, si intitolano #modernaclassicità e #canonecontemporaneo
La prima parte si snoda in un percorso che va da Medardo Rossoa Giorgio Morandi, passando per Mario Sironi, Carlo Carrà, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Massimo Campigli e molti altri. Si prosegue con il secondo ‘900 da Lucio Fontana a Teresa Margolles incontrando, tra gli altri, John Baldessari e Alberto Burri, ma anche Bruce Nauman, Candida Höfer, Robert Mapplethorpe, Luigi Ontani, Cindy Sherman, Wolfgang Tillmans.
Insieme ai capolavori delle Collezioni, la mostra mette in luce la ricchezza e la varietà dei materiali e dei documenti conservati dall’Archivio del ‘900 del Mart che completano l’excursus storico con materiali complementari a quelli esposti: manifesti, inviti, brochure, ritagli stampa e cataloghi, carteggi, fotografie, registrazioni sonore, filmati.

Rovereto, Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto  
dal 28 Marzo 2015 al 08 Novembre 2015

Tamara de Lempicka
La mostra dedicata a Tamara de Lempicka, allestita a Torino a Palazzo Chiablese (con una seconda tappa a Budapest, Hungarian National Gallery), presenta circa 100 opere di questa artista dal tratto davvero unico, donna dalla natura ambivalente e dalla condotta trasgressiva.
Suddivisa in diverse sezioni, la mostra apre col genere che procurò alla de Lempicka maggiore successo: la ritrattistica, con i ritratti dedicati alle “amazones”, all’amica Ira Perrot e ai bambini (in particolare alla figlia Kizette).
Un’altra sezione dell’esposizione racconta la sua realtà di artista vissuta tra due mondi, l’Europa e l’America, esplorata in un percorso che presenta le sue case e i quadri che si ispirano ai loro interni.
Alla pittura “devozionale” (un genere che può sembrare anomalo per una personalità come quella della Lempicka), è invece dedicata la terza sezione.
In mostra anche alcune sue nature morte (il primo genere a cui l’artista si dedicò), spettacolari nudi, illustrazioni per riviste di moda databili al 1921 e fotografie dell’ artista scattate dai massimi fotografi di moda dell’epoca 1930-1950

Torino, Palazzo Chiablese
dal 19 Marzo 2015 al 30 Agosto 2015



Donne svelate: la figura femminile nella storia dei Bufalini attraverso ritratti inediti
Giuditta Rossi direttore di Castello Bufalini, Paolo Fratini sindaco del Comune di San Giustino e Milena Crispoltoni assessore alla cultura del Comune di San Giustino, sabato 14 marzo alle ore 17.00 presenteranno la mostra "Donne svelate: la figura femminile nella storia dei Bufalini attraverso ritratti inediti". Seguirà una visita guidata.
L’inizio della mostra é stato posticipato al giorno sabato 14 marzo 2015 e l’evento espositivo durerà fino al 31 maggio 2015.


San Giustino, Castello Bufalini
dal 14 Marzo 2015 al 31 Maggio 2015

 

Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico
Dal 14 marzo al 21 giugno 2015 Palazzo Strozzi a Firenze sarà la prima sede della grande mostra Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico concepita e realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza Archeologia della Toscana. Dopo la tappa fiorentina l’esposizione si sposterà al J. Paul Getty Museum di Los Angeles dal 28 luglio al 1° novembre 2015 per poi concludersi alla National Gallery of Art di Washington DC, dal 6 dicembre 2015 al 20 marzo 2016.
Queste importanti collaborazioni confermano la reputazione di eccellenza a livello internazionale di Palazzo Strozzi. La rassegna vedrà infatti riuniti, per la prima volta a Firenze, alcuni tra i maggiori capolavori del mondo antico, provenienti dai più importanti musei archeologici italiani e internazionali come il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Nacional del Prado di Madrid, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Museo Archeologico di Herakleion (Creta), il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo Archeologico di Salonicco, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani.
Curata da Jens Daehner e Kenneth Lapatin, del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la mostra offrirà una panoramica del mondo ellenistico attraverso il contesto storico, geografico e politico.
Statue monumentali di divinità, atleti ed eroi saranno affiancate a ritratti di personaggi storici e a sculture di marmo e di pietra, in un percorso che condurrà il visitatore alla scoperta delle affascinanti storie dei ritrovamenti di questi capolavori, la maggior parte dei quali avvenuti in mare (Mediterraneo, Mar Nero), oppure attraverso scavi archeologici, che pongono i reperti in relazione ad antichi contesti. Dai Santuari, dove venivano utilizzati come “voti”, agli Spazi pubblici, dove commemoravano persone ed eventi, alle Case, dove fungevano da elementi decorativi, ai Cimiteri, dove rappresentavano simboli funerari. La particolarità della mostra di Palazzo Strozzi è quella di contestualizzare le opere investigando e esplorando anche il processo di produzione, di fusione e le tecniche di finitura.
Dal 20 marzo al 21 giugno 2015 il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ospiterà la mostra Piccoli, grandi bronzi. Capolavori greci, etruschi e romani (curata da Andrea Pessina, Mario Iozzo, Giuseppina Carlotta Cianferoni) che presenta parte della straordinaria collezione di statuette bronzee raccolte nel corso di circa tre secoli dalle dinastie medicea e lorenese. Attraverso 160 reperti il visitatore viene condotto in un affascinante percorso artistico che rende l’esposizione una fondamentale integrazione della mostra di Palazzo Strozzi Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico.
Il 2015 celebra l’Anno dell’Archeologia e la Fondazione Palazzo Strozzi insieme alla grande mostra Potere e Pathos. Bronzi del mondo ellenistico propone una mappa con una serie di itinerari tematici e uno speciale passaporto Bronzi del mondo ellenistico. Archeologia in Toscana, legati ai luoghi dell’Archeologia di tutto il territorio.

Firenze, Palazzo Strozzi
dal 14 Marzo 2015 al 21 Giugno 2015
 

Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza
Cento opere che vedranno accanto al Maestro di Sansepolcro, i grandi protagonisti della teoria e della pratica del disegno prospettico e architettonico dei secoli XV-XVI: Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti, Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo, e molti altri.
Mostra a cura di Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro, Luigi Grasselli
Vi sono personaggi, nella storia dell’arte, che sono portatori di novità tali da innescare una vera e propria rivoluzione. Uno di questi è sicuramente Piero della Francesca.
Attorno al Maestro di Sansepolcro aleggia da sempre un velo di mistero e di enigmaticità dovuto sia ai pochi documenti che lo riguardano, sia alla singolarità del suo linguaggio espressivo che coniuga, magicamente in equilibrio perfetto, la plasticità e la monumentalità di Giotto e Masaccio con una straordinaria capacità di astrazione e sospensione. Un’essenzialità e purezza di forme che trovano fondamento nei suoi interessi matematici e geometrici mirabilmente espressi nei trattati che ci ha lasciato: l’Abaco, il Libellus de quinque corporibus regularibus, il De Prospecitva pingendi e il da poco scoperto Archimede. Ed è proprio su questi preziosi testimoni dell’opera scritto-grafica di Piero, in specie sul De prospectiva pingendi, che la mostra di Palazzo Magnani prende corpo.
La mostra presenta la figura del grande Maestro di Sansepolcro nella sua doppia veste di disegnatore e grande matematico. Per l’occasione sarà riunito a Palazzo Magnani – fatto straordinario, per la prima volta da mezzo millennio – l’intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca: i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi (conservati a Bordeaux, Londra, Milano, Parigi, Parma, Reggio Emilia) i due codici dell’Abaco (Firenze), il Libellus de quinque corporibus regularibus (Città del Vaticano) e l’Archimede (Firenze).

Reggio nell’Emilia, Palazzo Magnani
dal 14 Marzo 2015 al 14 Giugno 2015