I nuovi poveri in Italia

 

Cinquantenne separato di buona cultura è l’immagine del nuovo povero, che si aggiunge a quella delle donne, dei giovani e dei minori. L’effetto della crisi è una realtà di povertà crescente soprattutto in Italia Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda Romania e Cipro .
Si è poveri anche lavorando .
L’incerto ceto medio( definizione ormai imperfetta ma comoda) con troppi debiti o professionisti che non hanno più clienti o pensionati da 400 euro mensili sono una parte significativa di questo ceto medio.
Solo i pensionati al minimo in questa situazione sono 6 milioni.
Fra le persone che si rivolgono ai centri diocesani della Caritas il 21% ha difficoltà economiche, il 15% ha un disagio abitativo, il 12% chiede cibo e vestiario, il 13% si rivolge ai centri di ascolto, il 12,3% chiede assistenza psicologica .
Di questi il 42% ha in corso separazioni legali, il 28% è separato di fatto, il 22% è divorziato. Crescono per i separati le difficoltà a relazionarsi con i figli e con gli altri , i separati sono spesso a rischio povertà, sono in arretrato con pagamento di mutuo affitto bollette o altro, non possono permettersi una spesa imprevista di 750 euro, non possono permettersi un pasto adeguato ogni due giorni, arrivano a fine mese con grande difficoltà.
Dai dati che riferisce la Caritas i problemi che i separati pongono sono quelli di -A “ritrovare sé stessi” la realtà della separazione pone gravi problemi di identità , non c’è più in posto dove andare a dormire dove si è curati o ci si cura di sè -B un tetto sopra la testa, molti non hanno domicilio , abitano presso amici o in macchina – C un luogo dove incontrare i figli.
Non sono solo le insufficienti risorse economiche a lacerare il tessuto sociale ma la privazione del diritto alla casa, al lavoro, ad avere una famiglia; il diritto alla salute, all’alimentazione, all’educazione, alla giustizia. Raramente si calcola quanti muoiono per queste condizioni, essere disoccupati espone all’infarto , essere poveri è rinunciare alle cure di base: mentre nella dieta vengono meno verdure e frutta , l’ansia la solitudine e la paura sfociano nelle malattie psicosomatiche prima e in quelle mentali poi.
In Italia a rivolgersi ai 2832 centri di ascolto della Caritas sono per il 61% stranieri, mentre al sud il 59,7% sono italiani, con una media nazionale di italiani del 38% . La Caritas ha attuato 1148 iniziative a carattere sociale. Un italiano su tre è in condizioni di difficoltà.
Fra le iniziative messe in campo dalla Caritas vi sono esperienze di microcredito, fondi di solidarietà, consulenza di avvio al lavoro, empori e botteghe solidali, “ il prestito della speranza” istituito in collaborazione con la Associazione Bancaria Italiana ecc . Ma questo lavorio non arriva a ” far ripartire” le persone in difficoltà, le esperienze di sfruttamento, di sotto-retribuzione e le situazioni al limite del degrado continuano a esistere. Le misure politiche non si rivelano sufficienti ad una ripresa dell’occupazione, del resto uno stato occupato a pagare 99 miliardi di interessi sul debito, come può far ripartire imprese e lavoro? Le iniziative assistenziali cercano modalità per ricostruire dignità e autonomia, piuttosto che fare mera assistenza in un clima di emergenza che sembra non finire mai, che riduce all’impotenza anche il volontario più ostinato.
Nei 27 Paesi europei 80 milioni di cittadini sono poveri, il 17% della popolazione.
La povertà vive nell’indifferenza crescente, se non infastidita del nostro sguardo, si alimenta di disperazione nel gioco d’azzardo quotidiano , si contagia nell’abbandono e nel degrado ambientale . Ignorarla, o anche solo immaginarla diversa è rifugiarsi nella stretta catatonica che la caratterizza è rinunciare ad una relazione sociale dinamica , in favore di privilegi che è meglio temere di avere. Questo modello di sviluppo senza crescita non può che portarci sull’orlo di un baratro, mentre sembriamo fingere di non riconoscere i sintomi.

 
Per maggiori informazioni accedere al sito www.eurispes.eu

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