Interno: l’altro internet
dal sito www.interno.gov.it
Come la parte sommersa di un iceberg, le reti informatiche sono molto più numerose di quelle che appaiono in superficie, e spesso disseminate di pericoli. Risultati ragguardevoli della Polizia postale e delle comunicazioni nella sperimentazione sulla firma digitale delle immagini di minori abusati
Una rete che non si vede ma che c’è, e anzi ce ne sono più d’una:
il surface web, per operare sui server informatici
il bergie web, con risultati nascosti di Google e siti di video e immagini senza censure
il deep web, accessibile solo con software speciali e che ospita anche i canali di comunicazione degli hacker
il charter web, forum per il mercato nero del mondo (hacker, trafficanti di armi e droga, jihadisti, estremisti e pornografi)
il marianas web, dal contenuto in parte sconosciuto e fonte di leggende metropolitane.
Dalla navigazione nel web, è quindi possibile immergersi a livelli sempre più profondi, in acque via via più insicure fino agli abissi sconosciuti e forse ancora inesplorati. Per queste profondità si parla infatti di web invisibile, web sommerso e anche di darknet, una discesa da brividi in un mondo di una vastità inimmaginabile, se si considera che il più utilizzato motore di ricerca indicizza meno dell’1 % dei documenti presenti in rete, stimati superiori a 600 miliardi.
Installando sul proprio computer il programma The onion router (Tor) si può accedere a questo sistema di anonimizzazione gratuito che permette di nascondere il proprio indirizzo IP e la propria identità in rete, facendo “rimbalzare” la connessione fra una miriade di computer sparsi sul pianeta. Il deep web è accessibile anche dai dispositivi portatili, come smartphone e tablet, utilizzando le applicazioni giuste per configurare una connessione alle rete Tor.
Si è così anonimi in un mondo di anonimi, un mondo dove le transazioni si basano su una inspiegabile fiducia reciproca tra sconosciuti, e dove la truffa è all’ordine del giorno.
Acque agitate nelle darknet: i siti vanno e vengono, nascono e spariscono. Si aprono mercati nel giro di pochi giorni e poi si chiudono, cambiano gli indirizzi, i forum sotto attacco informatico finiscono offline.
Cosa c’è nel deep web?
Pagando merci e servizi con le cryptomonete, i bitcoin, e tenendo presente l’alto rischio di truffe, si può vendere, acquistare e noleggiare di tutto: affittare un hacker, comprare lettori anti Drm (gestione dei diritti digitali), contattare attivisti, visitare biblioteche pirata, navigare siti spanking (pratiche sadomaso), ottenere servizi vari di anonimato, acquistare bot (programma robot che accede alla rete, alle pagine, invia messaggi in una chat, si muove nei videogiochi), trovare siti dei media per ricevere soffiate, tutti i consigli per espandere la virilità, come doxare (‘rapinare’ tutti i dati personali altrui).
Ma ancora, e con maggiore pericolo: servizi di monitoraggio della censura in rete, outlaw market (mercati neri), contrabbando di sigarette, negozi che vendono droghe, armi, lettori di carte magnetiche, sistemi di lavaggio e riciclaggio di cryptomonete sporche, siti che sorvegliano chi ci sorveglia, siti che spiegano come intrufolarsi in edifici e scuole, smercio di denaro e documenti falsi, lotterie e giochi, siti di propaganda e organizzazione terroristica, siti per noleggiare un killer e addirittura, per gli amanti del genere, entrare nelle faerie, la Terra delle Fate, un mix mitologico di luoghi e personaggi immaginari.
Restando nella metafora marina, il deep web si presenta anche come un oceano spesso inquinato da acque fetide, correnti subacquee di tanta, troppa pedopornografia. Centinaia di migliaia di immagini e video immesse ogni giorno in questa rete, dal mondo e dall’Italia, per le più turpi relazioni, forum e chat nei quali richiedere e commentare, in forma anonima e con linguaggi in codice, sia le immagini disponibili che gli incontri inconfessabili.
La prevenzione e il contrasto
Un web invisibile, dunque, ma popolato di anonimi, nel quale si viene in relazione con sconosciuti che possono rivelarsi predatori e criminali. Tra questi anonimi si muovono però anche molti esperti navigatori, celati dal medesimo anonimato di tutti gli altri sconosciuti: sono gli operatori della Polizia postale e delle comunicazioni, personale altamente specializzato al quale è affidato il contrasto al cybercrime, un settore criminale in costante espansione nelle sue molteplici forme.
Per la difesa dei ragazzi in internet, il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia sulla rete (Cncpo) attua il monitoraggio continuo della rete nelle 24 ore per la ricerca di spazi virtuali clandestini dove si offrono immagini e filmati di minori abusati per il commercio online. Il Cncpo è punto di raccordo per la trattazione delle segnalazioni provenienti dalle Forze di polizia, anche straniere, dai cittadini, dalle associazioni di volontariato e dai provider. Una black list dei siti pedopornografici viene quindi fornita agli "Internet Service Provider" per inibirne la navigazione attraverso sistemi tecnici di filtraggio.
Una stop page, pagina di blocco, interdirà la navigazione dei siti segnalati nei quali ci si può imbattere, casualmente o meno. Anche i sistemi nazionali bancario e finanziario, tramite la mediazione della Banca d’Italia, segnalano al Cncpo le transazioni illecite sull’acquisto online di foto e filmati di abusi nei confronti di minori. Per il contrasto internazionale alla pedopornografia, una coalizione mondiale guidata da Interpol, con la partecipazione di Europol e in particolare dell’Agenzia statunitense Federal Bureau of Investigation (Fbi), collabora inoltre quotidianamente per l’identificazione delle vittime, dovunque esse risiedano.
L’obiettivo prioritario delle attività di contrasto alla pedopornografia resta quello delle identificazioni delle vittime e dei carnefici. Il Cncpo ha perciò avviato una attività di ricerca scientifica sulla firma digitale delle immagini, in collaborazione con il Dipartimento informatico dell’università di Salerno. La ricerca, conclusa la sua fase di sperimentazione, mostra il ragguardevole risultato di abbinamento macchina-immagine pari al 99.7%, su immagini in buono stato, e pari al 73% su immagini deteriorate.
Il contrasto della Polizia postale e delle comunicazioni è rivolto non solo alle attività illecite che possono colpire i cittadini, ma anche alle attività predatorie gestite da organizzazioni criminali transnazionali che puntano ai servizi di e-commerce e home banking, agli attacchi a banche dati o ancora alle infrastrutture critiche istituzionali.
Per la tutela di queste ultime, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) mette in campo diversi servizi di qualificata professionalità:
una sala operativa, quale punto di contatto univoco, disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, dedicato all’interscambio informativo
servizi di intelligence per mezzo della raccolta dei dati utili per la prevenzione, con il costante monitoraggio del web, sia a livello nazionale che internazionale
l’analisi e la comparazione dei dati raccolti, i rapporti previsionali sulle minacce e vulnerabilità informatiche, sulle tecniche e iniziative criminali
investigazioni e risposte operative a eventi di criminalità informatica, anche in collaborazione con organismi di polizia stranieri e internazionali.
Anonimi tra gli anonimi, nel deep web ci sono quindi anche i ‘buoni’, abili e efficienti cacciatori di squali informatici, che vigilano giorno e notte per garantire la sicurezza delle reti e contrastare tutti i fenomeni del cybercrime.