Sanità, la meningite fa paura…
Questo il titolo ed il sottotitolo del convegno tenutosi il 23 aprile presso la Biblioteca del Senato, organizzato dal CENSIS, a cura di Ketty Vaccaro, responsabile area Welfare e Sanità del Censis; illustrato da Maria Grazia Pompa, Direttore Ufficio malattie infettive del Ministero della Salute; da Giovanni Rezza, Istituto Superiore Sanità Direttore Dipartimento Malattie Infettive; Paola Stefanelli, Istituto Superiore Sanità Dipartimento Malattie Infettive; con interventi di altri esperti del settore.
Come al solito il convegno organizzato dal Censis, esauriente ed esaustivo, centra il problema “fotografando” la realtà sanitaria a riguardo del tema in modo eccellente.
In risalto il fatto che l’informazione è sempre determinante in patologie gravi, o meglio nella prevenzione e risulta essere più “disinformazione” che informazione, o informazione “casuale”, “fortuita”.
Passando ai contenuti: il pediatra è la fonte principale di informazione, ma il 67 % delle famiglie non ha ricevuto notizie sulla vaccinazione contro il meningococco B. Pesa ignoranza (14,5% non conosce la patologia) ed i pregiudizi (62% pensa che i vaccini siano cause di altre patologie come l’autismo).
L’84% dei genitori ha paura sapendo che è grave e per il rischio di morte (39,7% dei genitori) o dei danni gravi (32,8%). Il 14,5 non sa neanche di cosa si tratta, il 63,3% sa che si trasmette per via respiratoria e il 25,8% sa che si contrae anche con oggetti contaminati. Il 14,7% crede erroneamente che si trasmetta con trasfusioni o contatto con aghi o siringhe infette.
Il 64,2% dei genitori sa che sono a maggior rischio i bambini piccoli, ma solo il 6,5% sa che anche la fascia 15/25 sia a rischio. Tra i sintomi per i genitori la febbre (lo sa il 79,1%) è uno dei principali sintomi, per il 35% anche il forte mal di testa. Meno altri sintomi come irrigidimento della nuca, convulsioni e sonnolenza, e solo il 9,4% sa che si può presentare con sintomi non specifici.
Il 58% dei genitori sa che può dare morte, ed il 39,9% il ritardo mentale, il 15,3% indica paralisi, e problemi motori. Non molti sanno che la patologia ha una progressione molto rapida: tra le 24 e le 48 ore, infatti solo il 54,5% ne è a conoscenza, mentre il 21,9% pensa che sia meno rapida (una settimana) altri invece addirittura molto più lunga (il 4,2%) mentre il 19,4% non ne ha idea alcuna.
Il 76,9% dei genitori ha vaccinato i figli contro la meningite, il 14,1% non lo ha fatto e il 9% non sa che esiste la vaccinazione. La principale fonte per i genitori è il pediatra: sulla meningite il 48,8% e sulla vaccinazione 33,9%. Ma il 67% non ha mai ricevuto informazioni e il 95% ritiene sia necessario condurre campagne di sensibilizzazione e informazione.
In generale sulle vaccinazioni l’83% si fida, il 13,3% si fida poco, il 3,3% per niente. Se l’88,8% è convinto che le vaccinazioni siano un obbligo sociale, il 62,1%sono convinti che causino gravi malattie (autismo).
Secondo Ketty Vaccaro le incertezze sulla patologia e sui sintomi delineano un problema di consapevolezza, visto che il 77% afferma di aver vaccinato i figli, quando il dato ufficiale è di una copertura del 94,6%. È evidente che non sanno in molti che la vaccinazione esavalente comprende almeno una delle meningiti batteriche. Prosegue affermando che è “una carenza di informazione denunciata da quasi la metà dei genitori che avrebbero voluto saperne di più”, sia sulla patologia sia sulla prevenzione, e la conferma è data dal fatto che solo un genitore su tre sa che dal 2014 esiste un nuovo vaccino: quello contro il meningococco B, conclude la Vaccaro.
Immagine dal sito www.sanita24.ilsole24ore.com
di Pietro Bergamaschini