La scommessa di Civati

Difficile e faticosa impresa di Civati per i referendum intrapresi dal suo movimento politico “Possibile”
Gli otto Referendum che Civati , responsabile e titolare del movimento, ha intrapreso è da considerare una impresa. L’ex fuoriscito onorevole Civati del Pd si sta impegnando con tanta energia per cercare di portare a termine alcune battaglie. La sua nuova aggregazione politica ha proposto ben otto referendum dalle tematiche molto interessanti, vanno dalla riforma elettorale alle trivellazioni, al jobs act alla buona scuola. In pratica un forte tentativo di mettere in discussione l’operato del governo Renzi di cui non condivide quasi nulla. Entro la fine di settembre 2015 Civati deve trovare 500 mila firme. Tra gli otto referendum ci sarà l’Italicum ovvero la legge elettorale molto contestata proponendo l’eliminazione dei capilista bloccati e candidature plurime, l’eliminazione della legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza. Poi dal terzo al quinto referendum si passa a parlare di “riconversione” ecologica dell’economia, e perciò dell’eliminazione delle trivellazioni in mare, del carattere strategico delle trivellazioni e delle grandi e piccole opere. Infine lavoro e scuola dove Civati con il suo movimento propone di escludere la previsione del demansionamento, tutelare il lavoratore dal licenziamento illeggittimo e per quanto riguarda la scuola eliminare il potere di chiamata del preside manager. L’impresa civatiana è da considerare difficile perché oltretutto l’area politica dove si muove è da considerare scomposta anche se gode di credibilità di una parte del Pd e di una parte degli ex 5 stelle mentre si avverte in Sel, Ferrero, Fassina, Campanella, Landini e Cgil poca unità di intenti e nessuna convinzione .

Immagine dal sito www.ansa.it

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